Un amore impossibile, un incontro fra due mondi. E oltre duemila anni dopo, forse, ecco la tomba della coppia più famosa e tormentata dell’antichità: Marco Antonio e Cleopatra.

La storia si stempera nel mito e, nel corso dei secoli, diventa via via opera teatrale, cinema, romanzo.

Belli e potenti come dei. Orgogliosi e fieri fino alla fine, fino all’estremo di una vita vissuta nella pienezza dello sfarzo e del potere.



Fa scalpore, così, l’annuncio di un gruppo di archeologi, che avrebbe individuato la sepoltura dei due amanti. Sotto le rovine di un tempio dedicato a Iside che si affaccia sul mediterraneo, infatti, alcuni studiosi di una spedizione della Repubblica Dominicana hanno scoperto con l’aiuto di un radar quello che sembrano essere tre camere alla profondità di 20 metri, sotto le rocce. L’entusiasmo e l’emozione, ovviamente, è palpabile, tanto che Zahi Awass, a capo degli archeologi, ha dichiarato: «Questa potrebbe essere la scoperta più importante del 21mo secolo».



Di Cleopatra VII, figlia del re Tolomeo XII (detto Aulete, in greco “Flautista”, a causa del suo amore per la musica), lo storico Plutarco scrive, nella sua “Vita di Antonio”: «La sua conversazione aveva un fascino irresistibile; e da un lato il suo aspetto, insieme alla seduzione della parola, dall’altro il suo carattere, che pervadeva in modo inspiegabile ogni suo atto quando si incontrava col prossimo, costituivano un pungiglione, che si affondava nel cuore». Una vera regina. Ambiziosa, lucida, fatale, intelligentissima, poliglotta al punto che erano rarissimi i casi in cui trattasse con gli ambasciatori dei popoli stranieri attraverso un interprete, Cleopatra attraversò gli ultimi anni dell’indipendenza egiziana (siamo nel I secolo a.C.), cercando di tenere testa allo strapotere espansionista di Roma e donando tutta se stessa per il suo paese. Ultima discendente di una dinastia ormai allo stremo, si mosse all’interno di un complesso contesto storico, in cui Roma, seppur potente, era dilaniata dallo scontro tra Cesare e Pompeo, in cui pericolosi intrighi di corte erano all’ordine del giorno, dettati dalla sete di dominio e dai calcoli politici. Cleopatra non si sottrasse certamente a questi giochi, ma ne fu parte consapevole e attiva. La sconfitta di Pompeo, la congiura delle Idi di Marzo e la morte di Cesare, i continui attacchi alle istituzioni repubblicane, furono solo alcuni degli eventi di quel confuso periodo d’incertezza. Cleopatra, tuttavia, in tutto questo ebbe una parte da protagonista, come sovrana di un regno che era la capitale culturale del mondo conosciuto. Le armi della seduzione e del suo fascino le garantirono infatti i favori di Cesare, e in seguito la completa sottomissione dell’aitante ed estroverso generale romano Marco Antonio, l’astro che pareva in procinto di conquistare il mondo intero.



Ottaviano, il nipote di Cesare che sarebbe poi diventato imperatore, grazie a questa relazione ebbe facile gioco nel mettere Roma contro Antonio, suo potenziale avversario nella successione per il potere.

Tutto si compì il 2 settembre dell’anno 31 a.C.: la battaglia navale di Azio determinò la sconfitta e il preludio alla morte di Antonio e Cleopatra, il romano e l’egiziana che avevano osato paragonarsi agli stessi Dioniso e Iside.

Entrambi si suicidarono a distanza di pochi giorni l’una dall’altro, troppo orgogliosi per sopportare l’umiliazione della prigionia.