Si conclude domenica il Sinodo delle Chiese cattoliche del Medio Oriente. L’appuntamento è importante per ragioni di politica internazionale, data la delicatezza dello scacchiere mediorientale per le sorti della pace mondiale, ma soprattutto è importante per il futuro del cristianesimo nei territori che ne hanno visto la nascita e il primo sviluppo. Quegli stessi territori dai quali i cristiani rischiano oggi di scomparire.



Il cattolicesimo di queste zone – come del resto tutto il cattolicesimo «orientale» è poco conosciuto da noi. E per questo che le Edizioni Terra Santa hanno pubblicato, anche in vista del Sinodo, una Breve storia delle Chiese cattoliche orientali in Medio Oriente, scritta da Alberto Elli. Effettivamente duemila anni di storia cristiana hanno prodotto un paesaggio piuttosto complicato, nel quale non è facile orientarsi. Gli stessi nomi delle Chiese qui presentate – maronita, greco-melchita, copta, etiopica, armena, caldea, sira – ci suonano del tutto sconosciuti, li confondiamo tra di loro; al massimo ci appaiono come l’eco di un passato lontano e misterioso.



Con abbondanza di riferimenti storici e cronologici Elli ci conduce a ripercorrere origine, caratteristiche e storia di ognuna di queste Chiese. Non è possibile seguirlo qui neppure per grandi linee. Basti ricordare alcuni decisivi snodi che tutte queste diverse Chiese hanno dovuto attraversare.Esse sono tutte di origini antichissime e spesso di ascendenza addirittura apostolica. Hanno attraversato la prova delle persecuzioni nei primi secoli e quella – per certi versi più dolorosa – delle divisioni e degli scismi.

Il volume parla infatti delle Chiese «cattoliche», cioè in piena comunione con la sede di Pietro, ma in Medio Oriente sono presenti Chiese dall’origine altrettanto remota, ma che non hanno accettato qualche aspetto della fede come definito nei primi Concili ecumenici, in particolare quello di Calcedonia del 451.



Altre poi appartengono al grande alveo della Ortodossia, frutto dell’infausto scisma tra Roma e Costantinopoli consumatosi nel 1054. Alcune Chiese orientali sono costituite, del resto, da fedeli e comunità di origine ortodossa che nei secoli sono tornati nel seno della Chiesa cattolica. A simile complicata storia è dovuto, ad esempio, il triste spettacolo di antiche e prestigiose sedi episcopali che hanno due o tre patriarchi di diverse confessioni. Uno scandalo che il movimento ecumenico da molti decenni si sforza di sanare.

Un altro snodo decisivo nella storia di queste Chiese (anche di quelle non cattoliche) è stata la travolgente diffusione dell’Islam. Dico «travolgente» perché letteralmente il diffondersi, anche manu militari del musulmanesimo ha cancellato cristianità di antichissima costituzione. Sappiamo bene quanto sia tornato ad essere delicato il problema della sussistenza della religione cristiana in nazioni che in gradi differenti applicano il diritto islamico.

Ed è chiaro che tale difficile convivenza mette a nudo il gigantesco problema dei rapporti tra oriente islamico e occidente, almeno un tempo, cristiano. Torna così a galla un altro snodo centrale della storia di queste Chiese, appunto il rapporto con l’occidente. Un rapporto che ha visto l’epopea delle crociate con tutti i suoi chiaroscuri, ma anche l’umiliazione della colonizzazione dell’ottocento; fenomeni cioè che hanno incrinato la percezione positiva di quel rapporto.

Insomma, una storia molto complessa e di cui è difficilissimo prevedere lo svolgimento. C’è da osservare, però, un fenomeno che, anche se esula dalla trattazione di questo volume, è abbastanza sorprendente. La consistenza numerica delle Chiese cattoliche in Medio Oriente è molto ridotta, a volte addirittura esigua, come se il carico stesso della loro storia dolorosa le abbia stremate.

Succede, per contro, che grandi ondate migratorie di lavoratori dalle Filippine piuttosto che dall’India o dalla Corea stiano portando nei paesi del Medio Oriente, a causa del petrolio, ingenti gruppi di cristiani e di cattolici in particolare. Forse da questi nuclei di operai, a volte trattati quasi come schiavi, verrà nuova linfa per le antiche Chiese che hanno tanto sofferto. Del resto, all’inizio il cristianesimo è stato portato in tutto il mondo allora conosciuto da quegli inconsapevoli missionari che erano i mercanti e gli schiavi.