– Intervistato dal politecnico di Milano, Philippe Daverio parla delle nuove tecnologie e del loro rapporto con l’arte.
«Finalmente la gente sa delle cose che prima non poteva sapere. Ora posso paragonare un Cristo catalano del ‘200 e una statua acmea. Questo è il bello del sistema informativo»: così, Philippe Daverio commenta il nuovo approccio all’arte attraverso le nuove tecnologie. «Oggi la quantità di immagini è tale – afferma – che chi avesse un cervello minimamente funzionante è stimolato all’infinito». Secondo il critico d’arte congegni come iPhone, iPad, modelli in 3D o cd rom integrano perfettamente la conoscenza del nostro patrimonio culturale artistico, «perché l’informazione è sempre stata utile, è la base della libertà». Tuttavia, aggiunge, tali congegni non sostituiscono la reale informazione, «perché questa – spiega – proviene dal reale. L’informazione informatizzata è univoca, quella del reale poliedrica. Ciò che mi può raccontare un sasso è molto più di quello che mi può raccontare tutto internet». A chi gli chiede se l’emozione che suscita un immagine informatizzata di un’opera d’arte, si potrà mai sostituire a quella dell’opera d’arte reale, risponde: «E’ la stessa differenza che passa tra il vedere un’immagine di un hamburger e mangiare l’hamburger».
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