Ci sono romanzi e opere letterarie che non sono utili solo per una lettura ingenua, quella che noi tutti compiamo quando vogliamo sapere come un racconto va a finire, ma che offrono spunti di riflessione anche a chi gestisce aziende e si occupa di problemi connessi a una attività lavorativa complessa.
Tali sono, ad esempio, Tifone di Conrad, Quer pasticciaccio brutto de via Merulana di Gadda e La locandiera di Goldoni. Nel primo romanzo il capitano Mac Whirr si trova ad affrontare con la sua nave una spaventosa tempesta tropicale.
Egli è un uomo medio, non dotato di particolare carisma, rispettato ma non amato dai suoi uomini per la sua natura prosaica e per il suo linguaggio laconico. Eppure riesce ad uscire da una situazione caratterizzata da complessità e incertezza proprio attraverso la qualità della sua personalità: si limita a mantenere la rotta. La sua stabilità ha la meglio sulla rivolta della natura scatenata e dà sicurezza all’equipaggio.
Nel romanzo di Gadda la convinzione del dottor Ingravallo è enunciata sin dalle prime pagine: Sosteneva, fra l’altro, che le inopinate catastrofi non sono mai la conseguenza o l’effetto che dir si voglia d’un unico motivo, d’una causa al singolare: ma sono come un vortice, un punto di depressione ciclonica nella coscienza del mondo, verso cui hanno cospirato tutta una molteplicità di causali convergenti. Diceva anche nodo o groviglio, o garbuglio, o gnommero, che alla romana vuol dire gomitolo.
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Perciò egli affronta i complicati casi che gli sono affidati mettendo in crisi l’univoco concetto di causalità da cui sorge un fenomeno. Non che ciò gli consenta di giungere sempre alla risoluzione del caso, ma certo gli offre la possibilità di una comprensione più completa.
Ed ecco Mirandolina, la più vivace, onesta e simpatica locandiera di Goldoni. Corteggiata dai suoi ospiti blasonati, da brava ragazza del popolo con i piedi per terra ha già deciso chi sposerà, il plebeo Fabrizio, suo cameriere. Ma alla sua locanda arriva un cavaliere misogino e la giovane donna si ripromette di fargli cambiare idea. Come fa? Si mette dal suo punto di vista e circuendolo abilmente raggiunge il massimo risultato di comunicazione: lo fa innamorare.
Ecco dunque dalla letteratura alcuni utili suggerimenti per chi con la letteratura in genere ha poco a che fare, perché si muove in mezzo a uomini veri, a congiunture economiche, a leggi e leggine, a conti da gestire con oculatezza.
Già Manzoni scriveva a un aspirante scrittore di continuare il proprio lavoro di commerciante, perché la sua volontà di conoscere gli uomini avrebbe potuto benissimo essere soddisfatta dal suo lavoro. Quello che si è cercato di descrivere qui è il processo inverso. Le lettere possono suggerire comportamenti virtuosi ai manager, soprattutto quando partono dall’osservazione della realtà. E dunque leggere un romanzo con l’occhio rivolto al proprio mestiere può diventare un valore aggiunto: ci si stacca dalla routine, ma si ritorna alla professione arricchiti di nuove acquisizioni. Potenza dell’invenzione e saggezza della realtà.