Sono stata rubate, dal Museo di Arte Moderna di Parigi, cinque opere d’arte di inestimabile valore. Anche se, in realtà, una stima è stata fatta: 500 milioni di euro, secondo alcuni. 100 milioni, secondo la Procura di Parigi. Un ladro, incappucciato e vestito di nero, si è intrufolato nel museo di notte. Rompendo, semplicemente, un vetro, segando una grata e forzando un lucchetto. Una volta dentro, ha agito indisturbato, seppur ripreso dalle telecamere. E, adoperando un taglierino con acribia e delicatezza, è riuscito a separare dalle cornici le tele. Dopo averle arrotolate e introdotte in borsone che aveva a tracolla, si è così allontanato nel silenzio con Donna con ventaglio di Modagliani, Le pigeon aux petits pois di Pablo Picasso, La pastorale di Henri Matisse, L’Olivier pres de l’Estaque di Georges Braque e Natura morta con candelabri di Fernand Léger. Abbiamo chiesto a Vittorio Sgarbi di commentare l’accaduto. E di passare in rassegna le peculiarità di ciascuno dei cinque quadri.



Ci parli dei quadri rubati. Cosa avevano in comune?

Sono tutti quadri che appartengono alla stagione parigina. Quindi sono tutti quadri emblematici della cultura del ‘900 in cui le avanguardie avevano i volti di Modigliani, di Picasso di Braque o di Matisse. Una scelta molto ovvia, dal punto di vista del ladro, che ha rappresentato l’idea di prendere pittori simboli dell’arte moderna. Modigliani lo è nella dimensione più lirica, introspettiva, poetica. Forse, dei dipinti rubati è quello di cui si può rimpiangere di più l’individualità. Gli altri dipinti sono di pittori che hanno fatto migliaia di quadri e hanno raggiunto un altissimo nome. Ma, in sé, non è che il furto di un Picasso o di un Matisse ci privino di opere fondamentali in assoluto.



Si spieghi meglio…

Fondamentale di Picasso o di Braque è l’idea cubista, o l’idea classica, che si riproducono, poi, in numerose opere di per sé non necessariamente inevitabili. Senza, poi, che la loro esecuzione sia così mirabile da farci rimpiangere di non vedere l’originale ma una riproduzione o una fotografia. Quindi, sono tutte opere che possono essere viste in riproduzione, il che rappresenterebbe i loro artisti in modo, mediamente, significativo. Ma è evidente che aver rubato opere di quel nome, ancor più, soprattutto, che di quell’importanza, significa chiedere un riscatto per restituirle. Non vuol dire aver rubato un’opera come sarebbe la Gioconda di Leonardo che ha un valore unico e simbolico. Hanno rubato dei nomi. Senza neppure preoccuparsi, magari, che fossero opere di particolare bellezza. Hanno rubato un Matisse, un Picasso, un Braque, un Modigliani. Da questo punto di vista il furto è sicuramente significativo e doloroso, certo. Ma ci sono altre centinaia o migliaia di opere di Matisse o di Picasso a Parigi che hanno importanza superiore a queste. Forse Modigliani è l’unico di questi autori del quale l’opera rubata dalla sua poetica può avere un valore come singola espressione.



Ci parli del suo quadro rubato, la Donna con ventaglio

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La singolarità di Modigliani è che dipinge sempre e soltanto figure singole, mai gruppi. Mai nature morte. Sempre persone, prevalentemente donne. Quindi, dei pittori moderni, è di sicuro quello più vicino a quelli antichi. Perché ha un rapporto con il soggetto che è individuale, non è ideologico, non è ideale. Un’opera come questa è un unicum. E, tra le opere rubate, è certamente quella di cui si può aver maggior rimpianto. Perché non è un pittore che agisce seguendo un movimento, un gruppo, o un periodo come potrebbe essere il periodo di Picasso, con alcuni requisiti che ritornano in tutte le opere. Le opere di Modigliani rappresentano una concezione individuale. E, quindi, una figura femminile di Modigliani ha una sua individualità, una sua natura. Come fosse una persona. Questo può far determinare più rimpianto rispetto alle altre opere (Per vedere Donna con ventaglio, clicca qui).

 

Che caratteristiche possiede, invece, Natura morta con candelabri di Léger

Il pittore veniva chiamato “tubista”, anziché “cubista”, perché aveva una sua meccanicità. E’ un pittore pregevole nel movimento cubista, ma non ha mai fatto dei capolavori assoluti. Per cui, una natura morta di Léger è una visione scomposta e cubista del mondo, secondo un procedimento in cui ci sono delle geometrie, degli equilibri interni che danno una simmetria al dipinto. Non è un dipinto che produca grandi emozioni (Per vedere Natura morta con candelabri, clicca qui).

 

E La pastorale di Matisse?

 

La pastorale di Matisse è un’opera irenica, un’opera nella quale si rappresenta una visione estremamente pacificata, di un mondo armonioso e ordinato, nel quale non vi sono elementi e turbamenti tipici di un secolo impietoso come è stato il ‘900. Quindi, è un’opera profondamente consolatoria (Per vedere La Pastorale, cliccaqui).


Ci descriva Le pigeon aux petits pois di Picasso.

 

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Un esempio di pittura cubista. Dove, insieme a Braque, rappresenta più un’idea di pittura che una pittura. La capacità di Picasso è quella di creare delle variazioni, come musicali, su un tema. E il tema è quello della scomposizione della forma. Un tema di concetto, in cui la singola opera non è importante quanto l’idea che l’ha generata. Per queste opere, le loro riproduzioni assolvono la funzione dell’originale proprio perché ci danno quello che lui ha voluto dire più sul piano ideale che su quello della singola opera; piano, invece, fondamentale, se si fosse trattato di un ritratto o di un soggetto mitologico di un pittore antico. Per cui, non c’è un pregio intrinseco, un modo di rappresentare un’idea. In questo quadro, non ci sono particolari peculiarità (Per vedere Le pigeon aux petits pois, clicca qui).

Un flash su L’Olivier pres de l’Estaque di Braque, infine…

 

Rappresenta un dipinto di Braque ancora legato a Cézanne. Ha un certo interesse, perché apre alla ricerca del ‘900. E’ un’opera in cui sta lavorando agli studi di Cezanne per elaborare il cubismo. Sicuramente possiede un valore di mercato abbastanza alto (Per vedere L’Olivier pres de l’Estaque, clicca qui).

La Francia è sempre stata considerata più avanti di noi rispetto alla valorizzazione dei beni artistici e culturali. Quanto accaduto che impressioni suscita in lei?

 

Se per valorizzare le opere d’arte dobbiamo farle rubare, penso che sia meglio nasconderle. Non mi sembra un grande esempio di valorizzazione. La prova è che c’è un ladro anche a Parigi. Non è soltanto l’Italia la pecora nera. Ma, anche in Francia, quindi, dove pare ci sia maggior attenzione per la valorizzazione del patrimonio artistico, accadono cose come queste.

 

Quindi?

 

Questo ci induce ad una sinistra soddisfazione…

 

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(Modigliani, Donna con ventaglio)

 

 

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(Fernand Léger, Natura morta con candelabri)

 

 

 

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(Henri Matisse,  La pastorale) 

 

 

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(Pablo Picasso Le pigeon aux petits pois )

 

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(Georges Braque, L’Olivier pres de l’Estaque)