E’ uno dei più grandi santi di tutti i tempi. Nacque il 12 settembre 480 a Norcia. Morì nel monastero di Montecassino il 21 marzo 547. Fratello gemello di Santa Scolastica, era figlio di un’agiata famiglia romana. Benedetto trascorse gli anni dell’infanzia e della fanciullezza a Norcia. A dodici anni fu mandato con la sorella a Roma, a compiere i suoi studi. All’età di diciassette anni, insieme con la sua nutrice, Cirilla, si ritirò nella valle dell’Aniene. Lasciò poi la nutrice e si ritirò presso la valle di Subiaco. Qui incontrò un monaco romano di un vicino monastero, che vestitolo degli abiti monastici gli indicò una grotta del Monte Taleo, dove Benedetto visse da eremita per circa tre anni.
Dopo questa esperienza tornò a Subiaco, dove rimase per trent’anni, accogliendo una grande quantità di discepoli. Creò una comunità di tredici monasteri, ognuno con dodici monaci ed un proprio abate, tutti sotto la sua guida spirituale. Nel 529 dopo due tentativi di avvelenamento decise di abbandonare Subiaco. E si stabilì a Cassino, dove fondò il monastero di Montecassino. Qui nel suddetto monastero compose la sua Regola verso il 540. Prese spunto da regole precedenti, in particolare quelle di San Giovanni Cassiano e di San Basilio.
I due cardini essenziali della Regola sono il concetto di stabilitas loci (l’obbligo di risiedere per tutta la vita nello stesso monastero ) e la conversatio ( la buona condotta morale, la pietà reciproca e l’obbedienza all’abate). La Regola di San Benedetto è il tempo scandito nelle varie occupazioni della giornata durante la quale la preghiera e il lavoro si alternano nel segno del motto ora et labora ( prega e lavora ). I monasteri che seguono la regola di San Benedetto sono detti benedettini. Ogni monastero è autonomo sotto l’autorità di un abate. Anche se normalmente si organizzano in confederazioni monastiche, delle quali le più importanti sono la congregazione cassinese e la congregazione sublacense, originatesi rispettivamente attorno all’autorità dei monasteri benedettini di Montecassino e di Subiaco.
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A Montecassino San Benedetto visse fino alla morte che avvenne il 21 marzo 547, quaranta giorni dopo la scomparsa di sua sorella Scolastica, con la quale ebbe comune sepoltura. Le diverse comunità benedettine ricordano la ricorrenza della morte del loro fondatore il 21 marzo. La Chiesa romana ne celebra ufficialmente la festa l’11 luglio, da quando Papa Paolo Vi ha proclamato San Benedetto da Norcia patrono d’Europa il 24 ottobre 1964. La Chiesa Ortodossa celebra la sua ricorrenza il 14 marzo. La Confederazione Benedettina ha le sue origini da quelle Congregazioni monastiche che pur mantenendo ognuna la propria autonomia, entrarono in unione ratificata dal Sommo Pontefice Leone XIII mediante il Breve "Summum semper" e ripetutamente approvata dai suoi successori.
Per ordine esplicito del Sommo Pontefice Pio XII questa unione fu regolamentata dalla Lex propria, riveduta dopo il Concilio Vaticano II. Il punto di riferimento della Confederazione dei Benedettini è Sant’Anselmo a Roma. Ogni quattro anni qui gli abati benedettini di tutto il mondo si incontrano per il Congresso della Confederazione. Sant’Anselmo è anche la sede dell’Abate Primate dei monaci inviati a Roma per insegnare e studiare ( Collegio Sant’Anselmo ) e della scuola universitaria ( Ateneo Sant’Anselmo). Le attività del Collegio e dell’Ateneo si svolgono da ottobre a giugno durante il tempo dell’anno accademico. San Benedetto è in effetti uno dei santi universalmente più amati e venerati. E’ invocato per diversi titoli. Come santo dell’Opus Dei, come santo del lavoro, come Padre d’Europa.
Riconosciuto santo della pace e importante costruttore dell’ordine sociale, ogni anno raccoglie attorno alla sua tomba i vincitori e i vinti dell’ultima guerra, pellegrini di tutte le nazioni già in guerra tra loro, che presso di lui affermano proposito di amore cristiano tra i popoli ed accendono le Lampade della Fraternità. Un caratteristico elemento di culto è la medaglia di San Benedetto, che porta su una faccia l’immagine del Santo e sull’altra la croce che richiama la devozione da lui mostrata in vita verso quel segno. In particolare contro gli assalti del demonio. Nel retro porta l’effigie del santo, che ha la croce nella mano destra e la Regola nella mano sinistra, a destra di lui una coppa da cui fugge una vipera ( ricordo del vino avvelenato a cui egli miracolosamente sfuggì. A sinistra un corvo che porta via il pane avvelenato). Resta l’eredità di questo santo, San Benedetto da Norcia, uno dei più grandi di tutti i tempi.
(Franco Vittadini)