Agostino ritorna a Roma. Lo fa grazie alla mostra Sant’Agostino. Si conosce solo ciò che si ama, curata da Giuseppe Bolis (Roma, Biblioteca Angelica, dal 4 al 16 maggio). La sede è prestigiosa: la biblioteca Angelica, annessa al convento della basilica di S. Agostino, dove riposano le spoglie della madre del Santo, Monica. La chiesa ospita anche uno dei capolavori di Caravaggio, la Madonna dei Pellegrini. A pochi metri, nella chiesa di S. Luigi dei Francesi, lo stesso Caravaggio racconta con efficacia mai vista il momento cruciale della vocazione di Matteo e quello che da quella chiamata è derivato. Vocazione e ricerca della verità: sono anche i grandi temi della vita di Agostino.



Almeno 30.000 visitatori hanno riscoperto la sua grande figura di umanità e di santità grazie a questa mostra, presentata per la prima volta la scorsa estate al Meeting per l’amicizia tra i popoli (che della mostra è anche produttore insieme alla Provincia di Pavia).

Ama e fa ciò che vuoi” è forse la sua frase più conosciuta, ma anche la più fraintesa. Arresosi finalmente alla fede, Agostino ha ben chiaro che l’Amore rende liberi, ma questa conquista arriva per lui dopo una vita intensa e piena di interessi. Una vita vissuta con passione, investendo  (fino all’eccesso) tutte le sue energie, intellettuali, affettive, vitali in ciò che lo attraeva. Perché “si conosce solo ciò che si ama”, come scrisse ne “Le Diverse Questioni” (83). E cosa ama Agostino? La ricerca della verità, innanzitutto, e poi la retorica, le discussioni dotte tra intellettuali par suo. Ama la vita in tutti i suoi aspetti, anche i più carnali.



Cosa sia stata la sua ricerca lo riassume egli stesso in un brano dei Soliloqui, dove in un dialogo con se stesso dice: “ -Ecco: ho pregato Dio -Che cosa vuoi dunque sapere? -Tutte queste cose che ho chiesto nella preghiera -Riassumile in poche parole -Desidero conoscere Dio e l’anima -E nulla più ? -Proprio nulla!” (Soliloqui I, 2, 7)

Agostino era arrivato a Roma da Cartagine e da Roma era poi giunto a Milano. Fu proprio a Milano che incontrò Ambrogio, cercando in lui non tanto il vescovo, quanto il retore la cui fama era grande in tutto l’Impero. Qui accadde l’incontro che gli cambiò la vita, o meglio, qui egli cedette all’amore di Cristo. L’amicizia con il santo prete Simpliciano (lo stesso che aveva istruito Ambrogio alla dottrina cristiana) e lo stupore per la comunità cristiana di Milano lo accompagneranno nel suo ingresso nella Chiesa. Ma questo non è che l’inizio di una strada che lo porterà a servire Dio e la Chiesa secondo modalità che egli non aveva immaginato, come quando gli venne chiesto di diventare Vescovo, proprio mentre era attirato dalla vita monastica contemplativa.



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Quella di sant’Agostino è una singolare figura di intellettuale, che al termine della vita ha il coraggio di pubblicare una revisione dei propri testi (le “Ritrattazioni”), indicandone gli errori. “Umiltà” è la parola degli ultimi anni di vita. Il percorso della mostra romana termina con una suggestiva rievocazione di Agostino attraverso la lettura dal vivo dei suoi scritti da parte di giovani attori non professionisti e con le immagini (appositamente realizzate) dei particolari dell’Arca del Santo scolpita dal pisano Giovanni di Balduccio nel 1362.

 

Quando scrive le “Confessioni” Agostino è un uomo maturo e decide di iniziare il racconto della sua vita con una frase che riassume il suo percorso: “Ci hai fatto per Te, Signore, e il nostro cuore è inquieto finché non riposa in Te” (Confessioni I, 1, 1). Questa affermazione da sempre interroga chi incontra Agostino. Ma dove incontrare Agostino oggi? Non è difficile. Nei suoi scritti, innanzitutto, e nella Chiesa che attraverso il suo Magistero ci rende Agostino contemporaneo, come ha fatto recentemente Benedetto XVI nelle sue catechesi. E poi a Pavia, dove sono conservate le sue spoglie da quando nel 718 il re longobardo Liutprando le fece trasportare da Cagliari (dove erano in pericolo per le invasioni saracene) alla basilica di S. Pietro in Ciel d’Oro.

 

La mostra è organizzata dal Comune di Pavia, con la Provincia di Pavia , il Comune di Roma e il Centro Culturale di Roma, in collaborazione con la Provincia agostiniana d’Italia, il Ministero per i Beni e le Attività Culturali e l’Ufficio Catechistico del Vicariato di Roma. Costituisce la prima tappa di una serie di iniziative agostiniane che avranno il loro culmine nel prossimo autunno a Pavia.

 

[Sant’Agostino. Si conosce solo ciò che si ama. Roma, Biblioteca Angelica, piazza Sant’Agostino, 4-16 maggio. Dalle ore 10.30 alle ore 18.30. Sabato 15 dalle ore 10.30 alle ore 2.00 di notte. Domenica 16 apertura fino alle 14]