Antoine de Saint-Exupéry nacque a Lione il 29 giugno 1900. Oggi Google celebra il suo anniversario dedicando la prima pagina di ricerca alla sua creatura più conosciuta, il piccolo principe. La vita di quest’uomo sensibile e avventuroso è ricca di azione: incomincia con una giovinezza solitaria; a soli 12 anni sale per la prima volta su un aereo e da allora la sua passione sarà il volo. Dapprima fa il pilota per una compagnia commerciale da Tolosa a Dakar, poi nel 1930 è a Buenos Aires come direttore dell’aereo postale Argentina – Francia e qui incontra la donna della sua vita. Il matrimonio è burrascoso, ma anche la compagnia per cui Saint-Exupéry lavora si trova in acque agitate; sarà presto assorbita da Air France.



Il pilota allora si dedica al giornalismo e alla scrittura, tenta il collegamento Parigi – Saigon, ma l’impresa si tramuta in una sciagura nel deserto libico. La passione per il volo lo induce ad arruolarsi nell’aeronautica militare francese durante la Seconda guerra mondiale. La morte lo sorprende nel 1944, mentre sorvola il mare Mediterraneo, per un incidente che non sarà mai chiarito in modo completo. “Trasporto della posta, trasporto della voce umana, trasporto di immagini tremolanti – in questo secolo, come in altri, i nostri più grandi progressi hanno sempre l’unico scopo di mettere gli uomini in contatto”: così il pilota descrive il significato del suo lavoro e non è difficile rinvenire in questa passione per il legame tra gli esseri umani la risposta alla sua solitudine di bambino.



Del resto il suo piccolo principe raffigura la nostalgia dell’infanzia, ma anche impersona la solitudine in cui spesso i bambini sono lasciati in un mondo che non ne considera il bisogno profondo di relazioni significative, che non siano solo quelle dipendenti dall’avere e dal far avere. Da questo punto di vista la creatura di Saint-Exupéry non dimostra i suoi anni (il libro esce nel 1943, pubblicato in inglese dagli americani) e mantiene la freschezza e la malinconia, che sono stati i fattori del suo successo in tutto il mondo. E’ la favola lieve di un incontro nel deserto tra un aviatore e un misterioso bambino caduto dal cielo.



I due parlano di cose all’apparenza poco importanti, ma poi fanno amicizia e il piccolo principe candidamente rivela all’uomo maturo il suo segreto d’amore per una rosa e la bellezza dei tramonti e del colore del grano. Così si separano, ma resterà sempre per l’aviatore l’incanto di quella piccola figura venuta dalle stelle, che ha la dolcezza dei bambini, ma anche la severa dignità dei cavalieri antichi. Se c’è qualcosa che ancora può affascinare di questa fiaba non è però l’accusa al mondo adulto di non comprendere i bambini e non è neppure la tenerezza tutta francese dei dialoghi.

E’ piuttosto la vastità del deserto, il luogo più simile al cielo, in cui essi avvengono e che spiega in parte la loro profondità; è anche l’avvertimento della grande solitudine dell’uomo nel cosmo e del suo bisogno di una compagnia adeguata a sé e alla sua esigenza di senso e di amore. Per questo siamo un po’ tutti affezionati al piccolo principe e al fortunato aviatore che l’ha incontrato, a entrambi che se ne sono andati dalla terra in modo misterioso.