Il primo viaggio apostolico di papa Benedetto XVI nel Regno Unito è un evento fondamentale per la Chiesa e per il mondo. Domenica il Papa celebrerà la Messa di Beatificazione del cardinale John Henry Newman (1801-1890) al Cofton Park di Birmingham. Il grande intellettuale e prete anglicano di Oxford (anche se londinese di nascita) si convertì al cattolicesimo nel 1845, presentando la sua professione di fede nelle mani del padre passionista italiano, Domenico Barberi.



C’è un legame molto stretto tra Newman e l’Italia – all’indomani della sua conversione dall’anglicanesimo al cattolicesimo, fondò la Congregazione inglese dell’Oratorio di San Filippo Neri -, ma il grande convertito rimane comunque un personaggio tutto sommato non molto conosciuto al pubblico italiano, anche se non mancano studi e biografie nella nostra lingua (e non soltanto in traduzione), che, com’è ovvio, si stanno moltiplicando in concomitanza con la Beatificazione. Tra le ultime biografie, meritano di essere ricordate: John Henry Newman. Una biografia spirituale di Roderick Strange (Lindau, Torino 2010), Newman. La ragionevolezza della fede di Lina Callegari (Ares, Milano 2010) e il più divulgativo John Henry Newman. Profilo di un cercatore di verità (Ancora, Milano 2010).



Eppure il legame tra Newman e l’Italia non è solo questione di aneddotica e di pubblicistica, ma coinvolge il cuore dell’esperienza religiosa e intellettuale newmaniana. Già prima della conversione, infatti, Newman conosceva e apprezzava la spiritualità di Antonio Rosmini e il cosiddetto “cattolicesimo moderno”, cioè quel cattolicesimo sviluppatosi in risposta alla Riforma protestante e che ebbe (solo per limitarsi a un esempio) in sant’Alfonso Maria de’ Liguori uno dei suoi rappresentanti più noti. Fu anche dalla lettura del santo napoletano (alla quale va aggiunta quella di sant’Ignazio di Loyola e di diversi altri) che, all’inizio degli anni Quaranta dell’Ottocento, Newman si convinse della verità del cattolicesimo.



Il futuro cardinale immaginò la sua missione intellettuale e spirituale (che era iniziata negli anni Trenta tra le fila e come leader del Movimento di Oxford per la difesa dell’anglicanesimo dalle leggi del governo liberale di allora) nei termini di una battaglia che si poteva combattere soltanto sul crinale dell’Età moderna.

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 Diventare cattolico avrebbe infatti comportato, senza compromessi, un ritorno alla prima spiritualità cattolica anti-protestante e quindi un abbandono definitivo della dottrina anglicana della Via Media tra calvinismo e cattolicesimo, che egli professava prima della conversione, nel tentativo di proporre un’immagine della Chiesa anglicana “ripulita” dalla deriva protestante alla quale anche i politici liberali del tempo di fatto la stavano condannando: ai suoi occhi, il continuare a credere nella Chiesa anglicana occultava il fatto che non poteva esserci una via di mezzo tra ateismo e cattolicesimo, nel senso che uno spirito autenticamente religioso avrebbe dovuto, prima o poi, abbracciare naturalmente il cattolicesimo.

Ecco perché anche la visita del Papa nel Regno Unito e la contestuale Beatificazione di colui il quale fu l’iniziatore e il padre spirituale di una lunga schiera di convertiti, che, da John Ronald Reuel Tolkien e da Gilberth Keith Chesterton arriva fino ai giorni nostri e non si è ancora conclusa, deve essere letta alla luce di un confronto decisivo con la modernità: si tratta di una battaglia che, del resto, l’attuale Pontefice da anni sta conducendo (anche in campo filosofico e anche sulla scorta del pensiero newmaniano) e alla quale, al Cofton Park di Birmingham, darà uno dei suggelli più alti.

È infatti il ritmo della storia, del futuro dell’Inghilterra e (data l’importanza della nazione inglese) dell’intera Europa a battere nel cuore della visita papale, e ciò non solo perché si tratta di una visita di Stato. A fare da sfondo all’udienza con la Regina (in programma a Edimburgo giovedì 16) e agli incontri londinesi con l’Arcivescovo di Canterbury (venerdì 17) e con il Primo Ministro (sabato 18) ci saranno inevitabilmente le grandi questioni secolari ancora non risolte che religiosamente determinano la separazione della nazione d’oltremanica da Roma e che attendono di essere comprese, da parte inglese, con una volontà pacificatrice che sappia davvero apprezzare lo sforzo ecumenico del Papa.

 

La speranza è che sulle polemiche (e non solo su quelle più “basse” e banali) riesca a diffondersi anche a livello popolare quella sana curiositas verso la Chiesa cattolica, che, ad esempio, potrebbe essere facilitata da una pagina del sito internet dedicato alla Visita del Papa, dove si possono trovare informazioni su “cosa significa essere cattolico e come si può diventare cattolici”. Un servizio utilissimo, forse non solo per l’Inghilterra.

 

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