Italo Calvino, nato il 15 ottobre di 88 anni fa e morto nel 1985, è uno dei più importanti scrittori italiani del secondo Novecento. Tanto importante che Google, proprio a Italo Calvino e alle sue Cosmocomiche ha deciso di dedicare il suo logo personalizzato (il cosiddetto doodle). A caratterizzare la sua scrittura, da un lato l’adesione nel tempo a una varietà di stili letterari differenti tra loro. Dall’altra un’importazione razionalista caratterizzata dalla passione per le scienze e da un gusto classico. Congiunta però da un’approfondita conoscenza dell’animo umano, testimoniata da numerosi passaggi dell’opera letteraria di Italo Calvino, come la pagina de Le città invisibili in cui afferma: “L’inferno dei viventi non è qualcosa che sarà; se ce n’è uno, è quello che è già qui, l’inferno che abitiamo tutti i giorni, che formiamo stando insieme. Due modi ci sono per non soffrirne. Il primo riesce facile a molti: accettare l’inferno e diventarne parte fino al punto di non vederlo più. Il secondo è rischioso ed esige attenzione e apprendimento continui: cercare e saper riconoscere chi e cosa, in mezzo all’inferno, non è inferno, e farlo durare, e dargli spazio”. Tra i suoi capolavori più famosi I nostri antenati, il Marcovaldo, Le cosmicomiche e Se una notte d’inverno un viaggiatore.
Proprio a Le cosmicomiche di italio Calvino, dicevamo, Google dedica il doodle di oggi. Contattata da Ilsussidiario.net, Grazia Distaso, professoressa di Letteratura italiana e Cultura dell’età moderna dell’Università di Bari, osserva che quello lasciato da Italo Calvino è stato “un segno di grande forza critica, di grande capacità di leggere la realtà e di saperla anche raffigurare con l’incantesimo della sua scrittura. E’ importante per il valore che ha attribuito ai classici, in quanto cioè Italo Calvino ha configurato nella modernità il valore del classico, quindi ha lasciato un segno di grande forza e insieme di grande leggerezza”. E aggiunge l’esperta di letteratura: “Il messaggio di italo Calvino andrà avanti nel tempo e non si potrà dimenticare, è qualcosa che lo scrittore ha lasciato in eredità a tutte le generazioni, non solo per il suo valore letterario, ma proprio per i suoi contenuti di carattere etico e di prospettiva storica”.
Le cosmicomiche in particolare sono un raccolta di 12 racconti composti da Italo Calvino tra il 1963 e il 1964. Pubblicati inizialmente sui giornali Il caffè e Il giorno, sono usciti quindi sotto forma di raccolta nel 1965 grazie a Einaudi. Ciascuno di essi è una storia umoristica e paradossale relativa all’universo, all’evoluzione, al tempo e allo spazio. La tecnica adottata è quella del racconto in prima persona, il cui protagonista è l’anziano Qfwfq, mentre i temi affrontati hanno soprattutto a che fare con l’astronomia, e sono descritti con uno stile comico. La parte narrativa è introdotta da un breve brano in corsivo, per fornire al lettore gli elementi scientifici necessari per comprendere ciascun racconto. Quest’ultimo si sviluppa poi sotto forma di monologo, a partire dal paratesto introduttivo.
Ad esempio in Tutto in un punto si utilizza la teoria del Big Bang per immaginare che prima della deflagrazione i personaggi, poiché non esisteva ancora la materia, fossero costretti a restare in un unico punto, quello da cui tutto si è poi sviluppato. Ma quello scientifico non era l’unico interesse approfondito da Italo Calvino nella sua opera letteraria. Lo scrittore infatti era molto attratto dai movimenti studenteschi, e proprio a metà degli anni Sessanta quando questi ultimi rappresentavano una concreta minaccia per il Partito Comunista anche Calvino entrò in rotta di collisione con la nomenclatura comunista.
ITALO CALVINO, GOOGLE DOODLE PER L’AUTORE DELLE COSMICOMICHE – Oggi, in cui gli indignados stanno riempiendo le piazze di tutto il Paese, la sua vena anarchica e libertaria di Italo Calvino è ancora molto di attualità. Dopo avere contraddistinto i suoi impegni politici negli anni successivi alla Resistenza Italiana, lo scrittore riprese questo tema ne “L’Apologo sull’onestà nel Paese dei corrotti”, un articolo pubblicato nel 1980 su Repubblica. Nel pamphlet Italo Calvino descrive una società distorta che senza alcun senso di colpa continua a reggersi sull’illecito.