Importanti rappresentanti del mondo culturale arabo e italiano si sono incontrati lo scorso giovedì 13 ottobre a Milano, per dialogare sulla sfida proposta da don Luigi Giussani ne Il Rischio educativo, pubblicato ora in lingua araba. “In un mondo incerto. Il Rischio educativo”, questo il titolo dell’incontro cui hanno preso parte Massimo Borghesi, docente di Filosofia morale nell’Università degli Studi di Perugia, Abdel-Fattah Hassan, docente di Letteratura italiana nell’Università Ain Shams de Il Cairo, esponente dei Fratelli Musulmani, Ibrahim M.M. Shamseddine, fondatore dell’Imam Shamseddine Foundation for Dialogue di Beirut, moderati da don Ambrogio Pisoni, assistente pastorale nell’Università di Cattolica di Milano.
Dall’economia alla società, dal diritto alle rappresentanze delle istituzioni, l’incertezza sembra essere il carattere dominante dello scenario attuale. Ma di fronte a questo panorama desolante la sfida educativa proposta da don Giussani è apparsa davvero interessante, un punto di svolta da cui ripartire, anche per culture diverse da quella del nostro paese: così la pubblicazione del Rischio educativo in arabo al Cairo, ha destato l’interesse di un gruppo di docenti, giuristi e studenti della capitale egiziana. Gli interventi di Abdel-Fattah Hassan, traduttore del testo in lingua araba e di Ibrahim Shamseddine hanno fatto emergere l’importanza di una proposta educativa per un io che, prima ancora di una sua appartenenza culturale e religiosa, esige una strada da percorrere, un’ipotesi positiva da cui partire e da verificare. Così come gli adulti impegnati in questa avventura sono chiamati a portare una proposta ricca di ragioni. Perché ogni uomo si trova addosso uno strumento per giudicare della verità e convenienza di questa ipotesi: si chiama cuore. Solo chi le prende sul serio, dalla vita quotidiana alla politica, dall’economia alla primavera araba, può mostrare come le forze che muovono la storia, come ebbe a dire don Giussani, sono le stesse che muovono il cuore dell’uomo. Mentre forze diverse come l’analisi, l’ideologia e la dottrina generano solo violenza.
Per questo, hanno ricordato sia Massimo Borghesi che don Ambrogio Pisoni, lo scopo è “liberare i giovani dalla omologazione che rende mentalmente schiavi degli altri”. Un cammino alla ricerca di ciò che è vero e corrispondente al cuore dell’uomo che avvicina tutti, da Milano alla piazza del Cairo. Perché, scriveva don Giussani, “Noi siamo abituati a cercare ogni cosa, ogni cosa, per quel poco di bene che possa avere dentro ed esaltarla, sentirla fraterna, compagna di viaggio. Perciò è un abbraccio universale”. E per questo si possono ritrovare compagni di viaggio anche un esponente dei Fratelli Musulmani, un filosofo e un prete.