Era il 1981 e il Movimento per la Vita Italiano raccolse le firme per proporre di rivedere la legge 194, quella sull’ interruzione volontaria di gravidanza. Il 17 maggio si votò al referendum , esattamente trent’anni fa, ma tutti coloro a favore della vita dovettero rassegnarsi alla sconfitta: appena il 32% dell’elettorato decise che era giusto abrogare parte di quella legge, sarà per i residui del ’68, per la scelta dei giornali di schierarsi dalla parte degli abortisti, per la divisione nel mondo cattolico o per la debole opposizione del mondo laico. C’è chi dice che un altro ostacolo insormontabile fosse la Democrazia Cristiana, già vicina alla fine, che riteneva che ci fossero questioni più importanti di cui discutere. Agì in sordina, senza farsi notare e quando era momento di opporsi veramente, non si fece trovare. Perciò tutti quei cattolici che vedevano nella Dc un punto di riferimento, non trovandosi più una base d’appoggio restarono in bilico, senza decidersi, e si divisero lasciando spazio alla sconfitta. Anche il mondo cattolico dimostrò un’opposizione molto blanda, decidendo poi di non esporsi troppo per prudenza, o per paura.
E poi le divisioni addirittura all’interno dei vari schieramenti di coloro a favore della vita che affrontavano con punti di vista diversi l’argomento senza trovare però una strada comune su cui procedere insieme.