Stefano Folli – un amico de IlSussidiario.net – ha trovato le parole esatte per chiosare (ieri sul Sole 24 Ore Domenica) l’ultimo pamphlet di Massimo Teodori: un ennesimo libello ideologico e settario contro le (presunte, pretese) mistificazioni cattoliche sul Risorgimento, sulla nascita e sulla maturità dell’Unità d’Italia. Anche l’”understatement” di un intellettuale laico limpido e coerente come Folli riconosce: «Può darsi che Teodori esageri nel voler stigmatizzare la distinzione cattolica, proposta a più riprese anche da Benedetto XVI tra “laicismo” (negativo) e “sana laicità” (positiva).». Per Folli, infatti, «tutto quello che segnala la volontà della Chiesa di confrontarsi con il mondo moderno e secolarizzato andrebbe accolto con favore». Di più, infine, inequivocabilmente: «Il punto è che i “laici” raramente sono attrezzati e oscillano fra un neo-clericalismo patetico e un anticlericalismo fuori tempo». Grazie Stefano: meglio non poteva essere detto, «intelligenti pauca».  Saresti stato oltremodo perfetto se avessi ricordato che il presidente Napolitano ha certo pronunciato il «miglior discorso» sui 150 anni dell’Italia unita lo scorso 17 marzo davanti alle Camere riunite, ma non «l’unico»: c’è stata anche la grande orazione civile pronunciata al Meeting di Rimini domenica 21 agosto. Poco prima il capo dello Stato aveva visitato la mostra “L’Italia Unita, storia di un popolo in cammino”. I (non rari) laici «attrezzati» e i (non rari) cattolici che non soffrono la preoccupazione – rigorosamente altrui – di essere o no «clericali» trovano sempre il tempo e il modo di confrontarsi «sanamente» sulla loro storia e sulla loro cultura. (GC)



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