E’ scomparso ieri all’età di 89 anni Richard Hamilton, artista inglese considerato l’inventore della pop art. Da sempre si discute se l’inventore di tale tecnica artistica sia stato Andy Warhol, ma molti studiosi identificano proprio nell’inglese Richard Hamilton l’ideatore originale della pop art, che sarebbe dunque nata nell’Inghilterra degli anni Cinquanta e non nella New York dei Sessanta. Il nome di Richard Hamilton in particolare è legato alla scena della Swinging London: amico di Mick Jagger e di Paul McCartney, ideò e disegnò la copertina del “White Album” dei Beatles, uscito nel 1968, una risposta geniale agli eccessi coloristici e barocchi dle disco precedente, “Sgt pepper’s”, che in pratica era una sola immagine bianca con il nome del gruppo in rilievo e il numero di matrice, proprio come un dipinto. L’opera d’arte di Hamilton che lo segnalò negli ambienti e che viene identificata come manifesto della pop art è invece il collage di tanti simboli della società dei consumi di massa, proprio come avrebbe fatto in seguito Warhol, il dipinto intitolato ” Just what is it makes today’s homes so different, so appelling?” (Che cosa rende la casa di oggi così diversa, così affascinante?). L’opera venne esposta nel 1957 all’interno di una mostra d’arte che presentava le nuove tendenze intitolata “This is tomorrow”. E’ però nella Londra della nuova musica rock che Hamilton trova il substrato ideale per le sue opere: nel 1967 produce un quadro riprendendo una foto di un giornale dell’arresto per droga di Mick Jagger, cantante dei Rolling Stones, facendola diventare il simbolo della Swinging London. Negli anni Ottanta avrebbe prodotto opere particolarmente impegnative, come quelle dedicate al militante dell’Ira Bobby Sands, che si sarebbe lasciato morire di fame in uno sciopero contro il governo inglese, riproducendolo sotto forma di Gesù. Uno dei suoi ultimi lavori, presentato in una mostra del 2002, fu dedicato all’Ulisse dello scrittore James Joyce, una serie di illustrazioni ispirate al libro dello scrittore irlandese.
Hamilton ha lavorato fino ai suoi ultimi giorni di vita: era infatti intento a preparare una retrospettiva del suo lavoro che sarebbe stata portato nelle maggiori città di tutta Europa tra il 2013 e il 2014.