Si scrive in modo diverso, ma il significato rimane lo stesso. In tantissime lingue, tradizioni e culture del mondo, l’augurio di buon Natale può cambiare nella forma, mettendo il proprio accento sul tema della Nascita, della Festa o di Cristo, ma in ogni caso l’obiettivo con cui tali parole vengono pronunciate è sempre quello di augurare un felice Natale: «Molte lingue utilizzano proprio la parola Natale, solitamente quelle romanze, neolatine, – spiega a IlSussidiario.net Giovanni Gobber, docente di Linguistica generale presso l’Università Cattolica di Milano -. Quindi, per esempio, ecco “¡Feliz Navidad!” in spagnolo, “joyeux Noël” in francese e ovviamente “buon Natale” in italiano. Il mondo germanico utilizza invece espressioni leggermente diverse: se guardiamo infatti il tedesco, anche se il valore pragmatico è sempre lo stesso, notiamo che “Fröhliche Weihnachten” significa propriamente “felice notte Santa”, visto che la parola “Weihnachten” sta ad indicare i due giorni in cui viene celebrata la ricorrenza della nascita di Cristo». Nella lingua tedesca, infatti, vengono intesi sia il giorno di Natale, quindi il 25 dicembre, sia il giorno di Santo Stefano, considerato il secondo giorno di Natale, «o meglio il secondo giorno della festa della Nascita – commenta ancora Gobber -. Infatti, a conferma di questo, vediamo che sempre nel tedesco le parole che indicano Pasqua, Natale e Pentecoste sono al plurale, proprio perché vengono festeggiate per due giorni: in fondo, è come per noi Natale-Santo Stefano, Pasqua-Pasquetta e Pentecoste-Lunedì di Pentecoste».
L’inglese, invece, si comporta allo stesso modo dell’olandese: con la parola “Christmas”, come è facilmente intuibile, viene indica la festa di Cristo, come anche “Kerstfeest” in olandese. «Da sottolineare anche il modo inglese abbreviato per scrivere “Christmas”, trasformato in “X-Mas”, dove la “X” rappresenta ovviamente la croce di S. Andrea ed è utilizzata per intendere “Christ”. Possiamo poi osservare il mondo russo dove, per la Chiesa ortodossa e quindi secondo il calendario giuliano, il Natale cade il 7 di gennaio: l’augurio significa esattamente “nascita di Cristo” e contiene quindi un implicito augurio proprio in occasione della Nascita. In questo caso, dunque, si preferisce mettere l’accento su questo particolare evento, visto che la stessa parola “Natale” deriva dal latino “dies natalis” e significa proprio “giorno della nascita”».



Insomma, gli auguri di buon Natale si somigliano in tutte lingue, senza particolari o bizzarre eccezioni, «mentre sono certamente più curiose alcune espressioni utilizzate per augurare un felice anno nuovo: faccio l’esempio dell’attuale tedesco – conclude il professor Gobber – che utilizza un’espressione traducibile con “buon scivolamento nell’anno nuovo”, vale a dire “Gutes Rutsch Neues Jahr”, in cui la parola “Rutsch” significa proprio “scivolare”, utilizzata infatti per indicare tale azione anche sul giaccio o sulla neve. Questo “Rutsch”, però, potrebbe anche derivare da un’influenza ebraica, probabilmente dello yiddish: in ebraico, infatti, la parola “rosh” significa “anno”, quindi, pur non essendoci documenti ceri, è un’ipotesi assolutamente realistica».



 

(Claudio Perlini) 

Leggi anche

CHIESA/ Dio è più grande dello Stato: il sacrificio del beato Max Josef MetzgerIL RACCONTO/ Martino Chieffo: il Natale di TobiaJ'ACCUSE/ La strage di cristiani in Nigeria è anche figlia della nostra indifferenzaBUONE FESTE/ Il linguista: mille sfumature negli auguri per il Natale di Cristo