Alessandro Manzoni, il compleanno nel logo di Google con i personaggi dei Promessi Sposi. Il 7 marzo 1785 nasce Alessandro Manzoni uno dei maggiori romanzieri e intellettuali che l’Italia abbia mai avuto. Il Manzoni lega indissolubilmente il suo nome al romanzo I promessi sposi, l’unico romanzo della sua vita che lo impegnò nella stesura per quasi trent’anni, tanto che anche Google nel suo logo (doodle) lo ricorda oggi con alcuni dei personaggi più famosi del libro, da don Abbondio a Renzo e Lucia.
Per il professor Uberto Motta dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, contattato da IlSussidiario.net, “Alessandro Manzoni è un gigante, è un mondo unico, una delle teste più straordinarie di uomo che a me sia capitato di incontrare nelle mie frequentazioni letterarie”. Per  Motta, questo si spiega con “un respiro di cultura da un lato e di esperienza umana dall’altro entrambi straordinari. Non c’è ambito in cui lui si sia cimentato in cui non abbia lasciato un tocco magari non di genialità, ma di esperienza umana fortissima”. Dicevamo che Google ha incastonato alcuni dei personaggi del romanzo sul suo logo: chiediamo al professor Motta quale secondo lui sia o siano i più significativi: “E’ difficile dare una risposta secca perché l’abilità di Manzoni è tale per cui sono molti i personaggi importanti. Di istinto direi Fra Cristoforo perché c’è così tanto dietro a questo personaggio. La sua giovinezza scapestrata, dissoluta, il crimine, il ripensamento, la conversione e poi una vita spesa diversamente con una capacità di riflessione e di meditazione straordinarie”. Tanto è vero, aggiunge Motta, che le lezioni che giungono più in modo diretto dal romanzo sono proprio quelle del frate. “E’ chiaro” dice ancora al proposito “che Fra Cristoforo fa dittico con don Abbondio perché credo che su questa coppia Manzoni giochi una provocazione di tipo non morale tantomeno moralistico, ma di tipo antropologico. Quella battuta di don Abbondio – “Uno il coraggio non se lo può dare” –  è chiaro che è lì come una spina nel fianco di ogni lettore, a chiedere: sei d’accordo con lui o no? A me rimangono queste due figure anche perché molto bene sintetizzano la capacità di Manzoni di stare tanto sul tragico che sul comico. Costringendo il lettore a non rimanere indifferente”.
I promessi sposi è il libro scolastico per antonomasia usato nelle scuole per decenni. Chiediamo al professor Motta cosa rimanga oggi nelle scuole di questa lezione: “E’un romanzo veramente difficile” spiega. “Mi è capitato di rileggerlo lo scorso anno per una lezione su Manzoni da fare a Mosca, è lo trovo un libro difficile dal punto di vista linguistico. L’italiano in cui scrive Manzoni non facilita l’esperienza di lettura dell’italiano medio di oggi e questo scoraggia. Al contempo un certo inquadramento del genere romanzo da parte di Manzoni così profondamente radicato nelle coordinate delle dispute letterarie del primo Ottocento crea una macchina così monumentale che non risponde tanto ai nostri tempi e alla nostra psicologia e sensibilità che hanno una capacità diversa rispetto ai lunghissimi tempi che Manzoni si prende. Le celebri divagazioni storiografiche: basterebbe leggere l’attacco del romanzo con la storica descrizione geografica e subito ci troviamo in un altro mondo”.
Però, ci tiene a dire Motta, “al contempo dal punto di vista sia civile che umano e religioso pochi libri conservano l’attualità e la forte capacità di incidenza rispetto al presente. Su questo si gioca la sfida a cui ogni insegnante è chiamato. Perché il rischio concreto è rendere questo libro insopportabile e odioso”. Per Motta, se l’insegnante riesce a vincere questo rischio, il risultato che si ricava è di una preziosità enorme perché la morale del racconto è di una grandezza umana di cui avremmo tutti bisogno. Alessandro Manzoni scrisse un solo romanzo, ma anche poesie, tragedie, inni sacri e civili. Che importanza hanno nella sua opera artistica? 



“Manzoni è autore di tanti grandi libri che sono talmente scomodi che la cultura italiana se non ha dimenticato ha comunque rimosso un po’. La fama dei Promessi sposi a uso scolastico è tornata a svantaggio del romanzo perché è diventato il libro di scuola per antonomasia per cui il libro che uno quando esce da scuola non ne vuole più sentire parlare. Dall’altra parte ci si è sbarazzati di un libro con osservazioni sulla morale cattolica che hanno nella storia di Manzoni una importanza decisiva. Allo stesso modo in cui ci si è un po’ meno sbarazzati perché era più facilmente recuperabile dal punto di vista di una certa ideologia di altre sue opere come ad esempio La storia della colonna infame”. Conclude il professore. “Ma ricordiamo invece tragedie come  Adelchi, la cosa più bella scritta dopo i Promessi sposi. Anche lì non è autore facile e non è autore elementare, costringe a uno studio, a un lavoro a un investimento di tempo perché quello che diciamo per i promessi vale ancor di più per le opere teatrali: nell’Adelchi Manzoni una riflessione sul potere di una attualità sconcertante”.

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