Dal 14 maggio al 8 giugno 2012, con la mostra “Al nome Tuo”, saranno presentati per la prima volta a Roma alcuni lavori di Valerij Charitonov, artista russo contemporaneo che con la sua opera, caratterizzata da una personalissima combinazione tra arte bizantina e rinascimento italiano, sembra fare intravedere nuove possibilità all’arte sacra orientale, facendola uscire dagli schemi e dai canoni dell’iconografia tradizionale.



Nato nel 1939, diplomatosi nel 1962 in cinematografia, già dalla metà degli anni 70 Valerij Charitonov ha cominciato a lavorare ispirandosi ai temi della Commedia dantesca. Sue opere sono in collezioni private e gallerie di vari Paesi del mondo. Tra le sue esposizioni, si segnalano due personali a Palermo e Gorizia nel 1988-1989, e al Centro “Biblioteca dello Spirito di Mosca” nel 2007.



L’esordio di Charitonov come pittore si deve a sua madre, Angelina Porchunova. Donna di sorprendente talento artistico – come la definisce Charitonov stesso – nel momento del massimo dispiegarsi del suo talento si trovò costretta a mettersi a lavorare come disegnatore tecnico per “guadagnarsi il pane”, riprendendo in mano il pennello solo quarant’anni dopo, ormai gravemente malata, per saziare – come diceva lei – la fame creativa di tutta una vita. È stata lei a vedere nel figlio l’artista, quando aveva solo sette anni, e a fare di tutto, nonostante le difficoltà, perché potesse dedicarsi alla pittura. Charitonov ha così frequentato il liceo artistico e, in seguito, la Facoltà di Arte dell’Istituto statale pansovietico di cinematografia (Vgik), dedicandosi a progetti didattici interdisciplinari per lo schermo e per gli studi teatrali.



Sono stati questi gli anni più felici, non solo per l’arricchimento delle conoscenze, ma soprattutto per i primi risultati artistici conseguiti, grazie ai laboratori estivi en plein air e al Museo di Belle Arti Puškin, dove Charitonov trascorreva con i compagni l’intero semestre a disegnare dal vero quadri d’autore e calchi di artisti dell’antichità, da Policleto e Fidia a Michelangelo. Solo molto più tardi Charitonov ha scoperto la forza spirituale celata nell’arte russa antica, che per l’artista raggiunge il suo apice con il Salvatore di Andrej Rublev, “la più alta e ispirata, divina testimonianza resa al Regno dei cieli da un mortale”. Dopo l’Istituto ha lavorato al Malyj Teatr, il primo teatro drammatico russo, dove ha realizzato gli allestimenti scenografici di alcune opere del repertorio classico.

L’arte cristiana di Charitonov è originalmente e indissolubilmente legata all’Italia, dove l’artista, durante il suo percorso, ha trovato una guida d’eccezione: Dante. Grazie a Dante e al lavoro sulla serie di opere dedicate alla Divina Commedia, Charitonov si è infatti avvicinato ai temi cristiani. “Ho cominciato a verificare se ero disposto a seguire Dante nell’abisso, e poi risalire con il Poeta verso la Luce Eterna… Volevo vedere se sarei riuscito ad affrontare e a sopportare questo viaggio, se non altro con l’animo, col cuore, senza preoccuparmi della forma, del modo, del metodo per fissare su tela o su cartone questo cammino. Mi affascinava fino alla vertigine il groviglio delle passioni terrene, così strettamente impastate con l’Eterno”. 

Al ciclo dedicato alla “Divina Commedia” Charitonov deve anche l’inizio della propria sperimentazione artistica. Proprio grazie a Dante si è rafforzato in lui il convincimento di sperimentare nuove forme, pur conservando la tradizione senza distruggerla. “Proprio lavorando al ciclo dantesco ho trovato la mia maniera, il mio stile plastico, che definirei un espressionismo misterico, su cui si basa anche il ciclo sui soggetti biblici. Sì, direi che è stata la forza biblica delle figure dantesche a prefigurare allora, negli anni Settanta, nella mia percezione la forza del Verbo incarnato…”

A conclusione dei cicli grafici e pittorici dedicati alla Divina Commedia e confluiti nella prima mostra personale dell’artista tenutasi in Italia nel 1998, Charitonov ha iniziato poi a lavorare su cicli dedicati al Verbo evangelico. È nata così la mostra “Al Nome Tuo”, un progetto che ha preso avvio dalla collaborazione con l’Italia e con il Centro culturale di Mosca “Biblioteca dello Spirito”. Nella mostra si succedono diversi cicli: “Antico”, “Biblico”, “Iconostasi”, i due polittici composti da quattro parti (tetrattici) “Roma, primo secolo” e “Cantico dei cantici”. La mostra vuole essere una testimonianza delle comuni radici cristiane della tradizione orientale e di quella occidentale nel loro attuale riecheggiare uno spazio nel quale tematicamente e metaforicamente sono rappresentati i diversi strati della cultura spirituale europea, resi in serie pittoriche e grafiche. “Tale stratificazione è figurativamente paragonabile a un palinsesto, cioè un foglio di pergamena sul quale i nuovi caratteri sono riportati sopra quelli più antichi, previamente cancellati, ma pur sempre intuibili. L’idea del trasparire dello strato precedente e della sua fusione con lo strato successivo costituisce nel presente progetto un’immagine metaforica della continuità della tradizione”.

Non secondaria per Charitonov è la scelta di Roma per la realizzazione della sua mostra. Roma, cui è dedicato un intero ciclo, è infatti la città dalla quale ha avuto inizio la diffusione della fede cristiana, la città dei primi apostoli Pietro e Paolo. “Nella grandezza imperiale di Roma irrompe l’idea della salvezza che cambia radicalmente tutto il mondo attraverso la grazia e il sangue dei martiri. Il carcere Mamertino, le torbide acque del Tevere, i martiri delle prime comunità cristiane attestano per tutti i tempi a venire che alla storia della Città Eterna non si può applicare altra misura eccetto quella del sacro. Qui tiranni e santi hanno impresso sulla pietra della via Appia le loro orme per l’eternità…”.

La mostra “Al nome Tuo” sarà aperta nel Palazzo della Cancelleria (Piazza della Cancelleria 1) dal 14 al 27 maggio 2012 sotto il patrocinio del Pontificio Consiglio per la Cultura e nel Centro Culturale Russo (Piazza Benedetto Cairoli, 6 ) dal 30 maggio all’8 giugno 2012

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