Avvicinarsi all’opera di Alvaro Mutis è viaggiare in una galleria di paesaggi tropicali che hanno il loro centro a Coello, un paese nel dipartimento di Tolima, sul fiume Magdalena, in Colombia. Partendo da lì non solo si attraversano il fiume o la vicina Cordillera centrale delle Ande colombiane ma si solca il mare fino a trovarsi in Europa, sebbene tutti questi luoghi costituiscano un motivo per addentrarsi nei suoi personaggi.
Nei suoi 90 anni di vita Mutis ha ricevuto diversi premi e riconoscimenti importanti , tra i quali il Médicis Étranger e Roger Caillois di Francia, i premi Nonino, Città di Trieste di Poesia e Rossone d’Oro d’Italia, oltre a quelli che generalmente si riconoscono a scrittori di lingua spagnola come il Príncipe de Asturias, il Cervantes, oltre ad altri ricevuti in Colombia e Messico.
Per capire come un lavoro sicuramente segnato dalla geografia colombiana può diventare universale abbiamo conversato con Paola Diana Guzman, dottore di ricerca in Letteratura presso l’Università di Antioquia. Il primo punto da chiarire è che i personaggi di Mutis non appartengono agli abitanti di un territorio, sono viaggiatori costanti. Il riferimento obbligato è Maqroll, il marinaio, il protagonista della maggior parte dei suoi romanzi. Si tratta di un avventuriero intellettuale ed europeo, che è appassionato di montagna e della vicina regione colombiana di Magdalena. Durante le sue avventure nelle quali incrocia personaggi appartenenti all’illegalità, la narrazione di Mutis è lenta e le scene si susseguono come dipinti. Ma non è il caldo tropicale che interessa, o la vegetazione lussureggiante, a Mutis interessa l’uomo in quanto tale.
Il dialogo si muove, quindi, dalla geografia all’essenza dell’essere umano. Maqroll è un’idea individuale del suo tempo, non coincide con l’epoca né i luoghi dove lo descrive Mutis. “È come collocare un essere anonimo esempio della modernità in un contesto rurale della Colombia della metà del ventesimo secolo” dice Diana. “Maqroll non si aspetta nulla, perché secondo Mutis, ad una maggiore lucidità corrisponde altrettanta disperazione e più quest’ultima è presente e più aumentano le probabilità di essere lucido, ed è a causa di ciò che il marinaio protagonista ed i suoi amici hanno sempre un’aria di cinismo che non riesce nemmeno a sciogliersi negli eventi dolorosi. Vi è una chiara denuncia nel proporre un personaggio senza radici, che viaggia senza grandi effetti personali e non cerca di aggrapparsi a qualsiasi cosa, ma che ti fornisce un’immagine di un eroe accanito. È come dire che tutti i progressi tecnologici, politici e sociali, tutti i comfort e le possibilità della città sono solo illusioni, perché, alla fine, l’uomo è abbandonato al nulla”.
Quello che accade nei romanzi di Mutis, come nelle sue poesie, è ciò che succede nei loro personaggi, e quindi le loro descrizioni accurate e belle sono costantemente toccate dalla nostalgia, quella dell’eterno forestiero, ma soprattutto l’essere umano che non ha trovato nulla che lo soddisfi e quindi affonda nella cinica tristezza dalla quale non può sfuggire neppure viaggiando il mondo e nascondendosi tra le montagne delle Ande. Così Maqroll è l’uomo che ha conosciuto il cammino della vita e crede anche di aver risolto la questione fondamentale del suo significato. Gli rimangono i sapori, più squisiti e raffinati, di piaceri semplici e poche, ma forti, amicizie.
“Questi problemi − prosegue la professoressa Guzman − “non appartengono agli argomenti della letteratura colombiana della sua epoca, più interessata all’impegno politico e alla costruzione di una certa identità nazionale. Pertanto, Mutis non è stato ben accolto tra gli scrittori contemporanei, fatta eccezione per il suo amico Gabriel García Márquez. Essendo stato il figlio di un diplomatico e membro di una famiglia con un’importante posizione sociale, è stato visto come uno scrittore borghese che non capiva il suo paese. Certo, la politica non lo ha mai interessato, al punto che non ha mai votato. Così, la sua letteratura è lontano dalla critica sociale che hanno cercato di rivendicare le vittime del sistema. Mutis non è interessato a discorsi ideologici, non vuole cambiare il mondo o riscattare nulla, perché non c’è nulla di utile nella sua visione. Che disegna un uomo introspettivo nella sua essenza, che lascia da parte il mondo che lo circonda”.
“Ma, per quanto lo si ignori o si tenti di ucciderlo, il desiderio non muore. Il lavoro di Mutis è auto-contraddittorio, sia per il contrasto dei suoi personaggi con i luoghi in cui vivono, come per la sua intenzione di esprimere la disperazione e il desiderio che prova chi incontra la lucidità che proclama, attraverso la prosa o versi che invitano inevitabilmente bellezza. In questo senso, si presenta come un tipico scrittore modernista americano” continua Diana.
“Da un lato, alla costante ricerca di perfezione formale dato che, sia nella sua prosa come nei suoi versi, i suoi soggetti sono esotici ed esplorano insistentemente valori sensoriali. E per di più, vi è una chiara distanza dalla realtà di tutti i giorni che è evidente quanto i caratteri di una fuga in se stessi così come dagli atteggiamenti aristocratici, e un approccio alla plastica bellezza di immagini in cui i toni del colore sono fondamentali. Tutte queste sono caratteristiche tipiche di quel movimento letterario che si sviluppò alla fine del XIX secolo”.
Concludendo la nostra conversazione, Diana dice che come Maqroll anche Mutis fu “un nomade non interessato ai luoghi, uno che ha vissuto credendo di sapere ciò che rappresentava la vita, un deluso che ha vissuto la contraddizione della mancanza di motivazioni per 90 anni”.
Ho un’ultima domanda la cui risposta mi risulta impossibile attraverso la sua letteratura: chi può sopportare una vita così?
PS. Tra i racconti di Mutis consigliamo La mansión de la Araucaima (La casa della Araucaima), La nieve del Almirante (La nave dell’Ammiraglio), Ilona llega con la lluvia (Ilona arriva con la pioggia ), Un bel morir (Un bel morire), Abdul Bashur, soñador de navíos (Abdul Bashur, sognatore di navi) e Tríptico de mar y tierra (Trittico di terra e di mare).
(Diego Salgar Espinosa)
“Ogni poesia un lento naufragio del desiderio,
una crepa di alberi e sartie
che sostengono il peso della vita”.
(Alvaro Mutis, “Ogni poesia”)
“Non mescolare la tua miseria nel vivere quotidiano.
Scopri come guardarla nelle ore che costellano la tua solitudine
e tessi con essa la sua vera,
sola materia perpetua,
il vostro evento in terra”.
(Alvaro Mutis, “Fessure Mattutine”)