Gaetana “Gae” Aulenti, famoso designer e architetto italiano ricordato da Google con un doodle ispirato alla sua lampada pipistrello, era una personalità eclettica e molto riflessiva, nella sua genialità. Su Youtube è molto interessante un video, caricato nel marzo 2010, nel quale Gae Aulenti racconta come ormai la sorprenda nel mondo: “Mi stupisco della tragedia che viviamo. Le  guerre sono tutte lì…”. Tra una boccata di fumo e l’altra continua: “Cade il muro di Berlino e costruiscono un muro in Palestina. E c’è un muro alla frontiera tra la California e il Messico: non è possibile”. La Aulenti continua poi dicendo come si debba sempre scavare a fondo e ricercare la verità di ogni singola cosa, e continuare a farlo finché non la si trova.



Risale a undici anni fa una intervista a Gae Aulenti, di cui oggi Google ricorda l’86esimo anniversario della nascita, sulla situazione politica di quel tempo, quando a capo del governo c’era Silvio Berlusconi. “Mi mette l’angoscia – diceva l’architetto al giornalista de L’Unità parlando proprio del Cavaliere -. Ogni mattina prima di leggere i giornali mi chiedo se avrà attaccato qualche magistrato, denunciato un altro complotto comunista o confermato di essere l’uomo della provvidenza. Di solito trovo tutte queste cose e, se posso dirlo, non mi piace”. Secondo la designer “giorno dopo giorno stiamo perdendo un po’ della nostra democrazia”, proprio perché l’immagine “scintillante” di Berlusconi, quella da “salvatore della patria, l’uomo dai poteri taumaturgici, il bravo imprenditore che fa tutto, non attiene al sistema democratico”. In un Paese democratico, quindi, “il capo del governo ha rispetto per le istituzioni e per le diversità politiche, non utilizza il potere per tutelare i suoi interessi personali”. Gae aulenti aveva parlato anche del ruolo dell’Europa, definita “la nostra casa, la nostra cultura, lì ci sono le nostre radici. In Europa abbiamo risolto gran parte dei nostri problemi e adesso si vorrebbe frenare, mettere qualche paletto. Queste resistenze mi sorprendono, è come se noi italiani avessimo smarrito la memoria”. L’intervistata aveva poi fatto sapere di non aver mai incontrato di persona Berlusconi, ma di aver avuto a che fare, soprattutto per motivi lavorativi, con altri politici, sia di destra che di sinistra: “Ho conosciuto Giovanna Melandri, quand’era ministro – aveva detto l’architetta – Una persona efficiente, concreta. Anche Fassino lo conosco, è serio, perbene. Secondo me Guido Rossi potrebbe dare un bel contributo in politica”.



In occasione dell’86° anniversario della nascita del celebre designer e architetto Gae Aulenti, Google le ha dedicato un doodle. Questo il commento di Giuseppe Frangi, giornalista e grande appassionato d’arte: “È stato un personaggio che ha fatto cose importanti e che ha lasciato un segno tangibile: l’allestimento del Museo D’Orsay a Parigi ha fatto scuola”. Frangi, confessando come la propria sensibilità non collimi esattamente con l’estetica dell’Aulenti, riconosce come sia stata una “personalità di grande spessore che ha segnato la vita di Milano”. Interessante indagare il modo nel quale Gae Aulenti concepiva nelle sue opere il rapporto tra spazio e vita: “Necessaria una premessa: era un personaggio molto drammatico, soprattutto per la storia personale che ha avuto. Questo si è riflesso nelle scelte che ha fatto che non sono mai nell’ottica di facilitare la vita altrui. Ci ha sempre messo dentro le complicazioni della sua vita”. Ha fatto a lungo discutere l’opera dell’Ago e Filo in piazza Cadorna: “A me personalmente non piace, ma c’è una specie di labirinto in quella struttura, come a voler complicare la vita. Secondo me è come se tutto il rovello che avesse dentro lei lo tirasse fuori attraverso la sua progettualità, sempre complicata. Il suo è un design spigoloso per rappresentare le sue ansie e i suoi dissidi interiori”. D’altronde è impensabile analizzarle opere di un’artista senza collegarle al suo trascorso: “Bisogna sempre analizzare il tutto, in questo caso la sua estetica respingente, partendo dalla biografia delle persone, contestualizzandolo. Se la riqualificazione di Piazza Cadorna non lo convince appieno, il tavolo con le ruoto è invece molto apprezzato: “assomiglia a un aereo, con le ruoto come quelle del carrello” e aggiunge: “ma non è un oggetto da casa, è un oggetto quasi da guerra”. Insomma, se si parla di Gae Aulenti (“rappresentante di quella Milano radical chic ormai in declino), non si può che inquadrarla, sempre secondo Frangi, in due parole “spirito battagliero”.



Nell’86° anniversario della nascita di Gae Aulenti, Google dedica la propria homepage alla celebre “Lampada Pisistrello” (in sostituzione della L). Il suo curriculum parla chiaro: riprogettazione del Museo D’Orsay, riqualificazione di Palazzo Grassi (Venezia), riprogettazione del piazzale antistante alla Leopolda (Firenze), il Museo d’arte asiatica a San Francisco e il rifacimento di Piazzale Cadorna a Milano. Quest’ultima opera ha fin da subito suscitato diverse polemiche. Sgarbi, parlando dell’arte contemporanea e commentando il Maxxi, non ci andò certo giù leggero su Gae Aulenti: “Il quadro è un quadro di ladri, di incapaci, di ignoranti, di architetti da galera, i cui nomi non voglio neanche dirli perché li ho già detti; pensa soltanto che a Milano abbiamo il Monumento “all’Ago e al Filo” del grande artista americano Oldenburg in piazza Cadorna con un orrore di Gae Aulenti che deforma una piazza che era una piazza civile”. L’opera scatenò il dibattito tra critici d’arte e architetti. Sotto accusa la posizione – con l’allora sindaco Moratti che disse: “Forse meglio in un parco” – e dimensione: Italo Rota l’avrebbe fatta alta almeno 60 metri. Indifferente Philippe Daverio che disse laconicamente: “Milano è una catastrofe e poco cambia un filo in più o un filo in meno. Gae Aulenti aveva così risposto alle critiche: “Milano è piena di piazze, anche meno belle, su cui fare commenti”. Morta nell’ottobre 2012, le è stata dedicata una mostra alla Triennale dal maggio fino a settembre; un’occasione per conoscere e toccare con mano il suo ruolo di protagonista assoluta nel mondo del design grazie anche alle sue sfumature razionaliste e pop anni ’70. Nel giorno della sua morte, i messaggi di cordoglio si sono sprecati. Il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano l’aveva così ricordata: “Protagonista di primo piano della storia dell’architettura contemporanea, altamente apprezzata in tutto il mondo per il suo talento creativo e, in particolare, per la straordinaria capacità di recuperare i valori culturali del patrimonio storico e dell’ambiente urbano”. Renato Schifani: “È con grande rammarico che ho appreso la notizia della scomparsa di Gae Aulenti, progettista e architetto di fama internazionale, con la sua visionaria creatività è diventata una tra i più importanti e significativi esponenti dell’architettura moderna. Le realizzazioni delle sue opere architettoniche, da Parigi a Barcellona, l’hanno consacrata come il testimone dello stile italiano nel mondo”. Il sindaco di Milano, Giuliano Pisapia, disse: “È una giornata triste per Milano. Una grande donna e una grande architetta che tutto il mondo, dalla Francia al Giappone, ci ha invidiato”. Infine, l’allora presidente della regione Lombardia, Roberto Formigoni: “Scompare Gae Aulenti, grande donna della cultura italiana. Non dimenticheremo mai la sua lezione di architettura connessa con l’ambiente urbano”.

Gae Aulenti è stata uno dei più grandi architetti e designer d’Italia e Milano esattamente un anno fa, nel weekend di Sant’Ambrogio del 2012, ha inaugurato una piazza a suo nome. Progettata dall’argentino Cesar Pelli, a completamento delle omonime torri, piazza Aulenti ha richiesto un cantiere durato circa dieci anni, ingenti investimenti da parte della multinazionale dell’immobile Hines e la collaborazione di grandi nomi dell’architettura come William McDonough e lo studio associato Kohn, Pedersen e Cox, già operativo in svariate città europee come Londra, Amsterdam e Parigi. In molti hanno definito la piazza come il “centro vitale del nuovo quartiere Porta Nuova”, un fulcro di cento metri di diametro e rialzato di sei metri rispetto al livello della strada, attorno al quale far partire un ambizioso progetto di riqualificazione urbanistica. L’area del cantiere, infatti, ampia quasi 300mila metri quadri, intendeva dare nuova luce ai quartieri di Brera e l’Isola che, pur essendo così vicini al centro storico, sono stati per anni condannati al degrado.

Tra le opere più importanti di Gae Aulenti c’è sicuramente Il Museo D’Orsay, il tempio dell’arte Moderna. Le opere più pregiate che vanno dalla metà dell’Ottocento fino alla Prima Guerra Mondiale sono tutte conservate in questo museo da Guy Cogeval (presidente del museo) e da Caroline Mathieu (direttrice). Oltre che rappresentare un tassello fondamentale nella storia dell’arte, rappresenta il cuore pulsante della Francia, erigendosi a simbolo nazionale. E non potrebbe essere altrettanto visto gli artisti esposti: Manet, Degas, Cézanne, Bonnard Monet, Van Gogh, Gauguin, Renoir, Sisley, Seurat e Signac. Ma c’è dell’altro a rendere unico questo luogo. Il museo nacque come stazione ferroviaria, inaugurata in occasione dell’Esposizione Universale del 1900. Negli anni Sessanta del secolo scorso rischiò la demolizione, divenne poi la sede di una compagnia teatrale prima di trasformarsi in una casa d’aste. Nel 1986 ecco assumere la sua fisionomia attuale, con un nuovo vestito cucitole addosso da Gae Aulenti, celebre architetto e designer italiana che con il suo lavoro contribuì enormemente a dare grande fascino alla struttura grazie a un restyling degli interni e a una ridefinizione dello spazio espositivo che ha potenziato ancor di più i capolavori offerti dal D’Orsay.

Gae Aulenti, dove “Gae” è un diminutivo di Gaetana, è stata un grande architetto e designer italiana che lavorava nell’ambito dell’allestimento e del restauro architettonico. Google le dedica un Doodle raffigurante la lampada Pipistrello da tavolo disegnata da lei nel 1965 come site specific contestualmente la realizzazione a Parigi dello lo showroom di Olivetti. Nata in provincia di Udine il 4 Dicembre 1927, consegue la laurea in architettura al Politecnico di Milano nel 1953. E’ la collaborazione con Olivetti a metterla in luce ed a regalarne una certa notorietà, tanto da spingere Gianni Agnelli a sceglierla tra vari architetti per affidarle la ristrutturazione del suo appartamento milanese situato in zona Brera. Da quel momento per la famiglia Agnelli realizzerà diversi progetti. Tra l’architetta ed il grande imprenditore Torinese nascerà un grande rapporto di amicizia. Nella seconda metà degli anni Novanta fu nominata presidente dell’Accademia di Belle Arti di Brera. Tra le varie opere Gae Aulenti è anche ricordata per il Museo d’Orsey a Parigi, per la ristrutturazione di Palazzo Grassi a Venezia, per il Museo d’arte Catalana a Barcellona, per la ristrutturazione del Pala Vela di Torino necessaria per adattarlo alle esigenze delle gare dei Giochi Olimpici Invernali del 2006, per la riprogettazione della piazza davanti alla ex stazione Leopolda a Firenze e per la riqualificazione del piazzale Cadorna a Milano e la nuova facciata del Palazzo Ferrovie Nord. Il 16 ottobre 2012 poco prima della sua scomparsa, venne insignita del premio alla carriera consegnatole dalla Triennale. Morirà quindici giorni dopo, il 31 ottobre, a Milano all’età di 84 anni