“La società contemporanea ritiene che il moltiplicarsi delle forme di famiglia sia un aumento di libertà per gli individui e quindi un progresso, invece è un regresso culturale. Un’illusione collettiva alimentata dall’ideologia e dai media che inseguono un mito di società felice che è in realtà un grande inganno”. E’ quanto affermato nel corso di un’intervista ad Avvenire da Pierpaolo Donati, professore di Sociologia dei processi culturali e comunicativi all’Università di Bologna ed ex presidente dell’Associazione italiana di sociologia. “Dagli anni 60 la liberazione sessuale è stata proposta come una via per la felicità, per la pace e per la completezza. Tutto questo non si è realizzato”, dice a ilsussidiario.net Lucetta Scaraffia.
Per quale motivo, come afferma Donati, moltiplicare le possibilità di scelta non equivale ad aumentare la libertà?
Il moltiplicarsi delle forme di famiglia porta con sé qualcosa di falso e di sbagliato. La famiglia è l’istituzione preposta alla procreazione e alla generazione, che avviene solo tra due esseri umani di sesso opposto. La famiglia non può quindi essere moltiplicata attraverso situazioni che non prevedono la possibilità di generazione, perché le persone che non possono procreare non sono famiglia. La famiglia è il luogo che serve a garantire una protezione e una possibilità di sopravvivenza ai bambini. E’ nata con questo scopo e non si può dire che sia un’altra cosa.
Anche una coppia eterosessuale può non riuscire ad avere bambini …
Questa è una variazione sul tema. I bambini nascono solo da una coppia eterosessuale e quindi quella è la famiglia, e comunque una coppia eterosessuale che non può avere bambini da un punto di vista simbolico rappresenta comunque la fertilità dei due generi. Non è un caso che, almeno finora, i bambini possano essere adottati solo da un uomo e da una donna, cioè da qualcuno che forma una famiglia.
Quali sono stati gli effetti della liberazione sessuale nella nostra società?
Negli anni 60 la liberazione sessuale è stata proposta come una via per la felicità, per la pace e per la completezza. Tutto questo non si è realizzato. La rivoluzione sessuale non ha creato un miglioramento delle condizioni di felicità del genere umano, ma ha semplicemente risolto dei problemi creandone degli altri. Sarebbe da vedere se non ne ha creati di più di quanti ne voleva risolvere, ma comunque non ha mantenuto la promessa originaria di un mondo nel quale non ci sarebbe più stata aggressività e le relazioni tra le persone sarebbero diventate molto migliori.
Che cosa ne pensa della tendenza a un numero sempre più elevato di relazioni caratterizzate dalla precarietà e dalla casualità?
E’ una tendenza tipica dell’utopia della rivoluzione sessuale, cioè di una ricerca della felicità mal riposta. L’idea che si possa restare insieme finché ci si ama e poi ci si lascia non è una ricetta della felicità, in quanto i rapporti devono essere costruiti con pazienza, devono sopravvivere ai momenti di crisi, devono avere alle spalle un progetto stabile e serio. Se non hanno un progetto stabile e serio sono sempre fonte di dolore. La rivoluzione sessuale che ha promesso la felicità non ha quindi migliorato per nulla la condizione umana, anzi ha creato una maggiore fonte di infelicità.
Per Isabella Bossi Fedrigotti, sul tema della famiglia “gli intransigenti come Donati hanno grande chiarezza. In mezzo stanno gli altri, la maggioranza incerta e, appunto, smarrita”. Davvero avere dei valori e difenderli equivale a essere intransigenti?
Ho letto l’articolo di Bossi Fedrigotti e mi è sembrato che non dicesse praticamente nulla. Non difende una forma di famiglia tradizionale, ma non esprime neanche concetti particolarmente progressisti e rivoluzionari. Si muove cercando di non esporsi, e il risultato è una posizione che non ha niente di incisivo da dire.
Per quale motivo sempre meno coppie desiderano avere figli?
Intanto perché si formano sempre meno coppie stabili con un progetto di convivenza duratura nel lungo periodo, come documenta anche il fatto che il numero di matrimoni sta calando in modo vertiginoso. Le ragazze continuano a desiderare molto di avere un figlio, molto meno gli uomini che non hanno l’orologio biologico che li costringe a “non andare fuori tempo massimo”. I maschi pensano di avere tutta la vita davanti, e rimandano continuamente il momento in cui si dovranno assumere una responsabilità.
(Pietro Vernizzi)