Esattamente 366 anni fa nasceva a Francoforte sul Meno Anna Maria Sibylla Merian è una naturalista e pittrice tedesca a cui oggi Google rende omaggio con uno speciale logo. Al centro del doodle di oggi targato Mountain View, infatti, compaiono quegli insetti e animali che l’artista studiò e dipinse nel corso di tutta la sua carriera, tanto da aver contribuito, con le sue numerose scoperte, ad ampliarne la conoscenza soprattutto nell’ambiente del Suriname. “Realizzando quest’opera non ho mirato al guadagno – scrive la Merian nell’introduzione della Metamorfosi degli insetti del Suriname, la sua opera più conosciuta – contentandomi di rifarmi delle spese sostenute. Non ho badato a spese per eseguire quest’opera. Ho fatto incidere le tavole da un celebre maestro e ho procurato al libro la carta migliore per portare soddisfazione e piacere non solo agli amatori dell’arte ma anche agli amatori degli insetti e sono felice sentendo di aver raggiunto il mio scopo e di aver loro procurato della gioia”. Insieme a Giorgio Bavestrello, docente di Zoologia presso il Dipartimento di Scienze della Terra, dell’Ambiente e della Vita dell’Università di Genova, abbiamo ripercorso la vita, la carriera e le scoperte di questa studiosa.



Professore, come giudica questo particolare rapporto tra arte e scienza che nella Merian sembra aver trovato un perfetto equilibrio? Arte e Scienza sono due modi per descrivere e comprendere la natura. I loro metodi sono spesso considerati antitetici. Esiste però almeno un punto nel quale queste due tipiche umane espressioni si toccano e si implementano vicendevolmente. La sistematica biologica, la branca della biologia che si occupa della descrizione e della catalogazione delle specie animali o vegetali, utilizza ogni dettaglio morfologico per il suo lavoro. D’altra parte nella discriminazione tra due diverse specie spesso il tassonomo deve far conto più su una certa sensibilità artistica piuttosto che su valutazione numerica dei singoli caratteri. E’ per questo che fino ad oggi i sistemi esperti informatizzati costruiti per l’identificazione delle specie non hanno avuto un particolare successo. Lei ha rappresentato alla perfezione questa sintesi.



Cosa può dirci della sua vita? Nata in pieno settecento da una famiglia di pittori, moglie e madre di pittori, ha avuto per tutta la vita una tale passione per il dettaglio rappresentato nelle sue miniature di piante ma anche di insetti, soprattutto farfalle, da diventare una specialista di questi gruppi di animali. Inoltre Sibylla è stata una donna estremamente moderna anche da un punto di vista sociale: assieme ad una figlia, anch’essa valente pittrice, ha organizzato e condotto una spedizione in Suriname per descrivere con la sua arte nuove specie di farfalle. Da questa spedizione è nato il suo lavoro più noto sulla Metamorfosi degli insetti del Surinami (Metamorphosis Insectorum Surinamensium).



Quali sono state invece le maggiori scoperte? L’aspetto più interessante e moderno della sua opera riguarda la descrizione particolarmente dettagliata della metamorfosi degli insetti, soprattutto delle farfalle. Su questo argomento la pittrice aveva lavorato su materiale europeo iniziando dal domestico baco da seta (Bombyx mori) e pubblicando, in pieno ‘600, il materiale iconigrafico prodotto nel volume La metamorfosi meravigliosa dei bruchi e il loro curioso nutrimento floreale. Ad esso segue, 20 anni dopo, il lavoro sugli insetti del Suriname.

Quale crede sia l’aspetto più interessante di questi lavori? Sono lavori che portano con se una straordinaria modernità. Dal mio punto di vista l’aspetto più straordinario è l’inserimento degli organismi e dei loro cicli vitali all’interno del loro ambiente. Descrive le sue farfalle sui fiori su cui si nutrono, sulle foglie dove depongono le uova e che diventeranno il cibo dei bruchi. Un approccio di questo tipo, che a noi sembra normale non era per nulla consueto all’epoca. Lo stesso Linneo, padre della moderna tassonomia, trascurerà completamente questo aspetto descrivendo le sue specie morte, completamente avulse dal loro habitat.

Su cosa può contare oggi la ricerca naturalistica proprio grazie al suo lavoro? La ricerca naturalistica moderna deve a lei un modo di affrontare la ricerca particolarmente interessante e attuale. Faccio notare che il problema della metamorfosi degli insetti riserva alla biologia moderna una serie di domande ancora largamente senza risposta. L’adulto e le varie larve hanno spesso forma molto diversa, vivono in ambienti molto diversi accedono a diverse risorse alimentari che sfruttano con appendici boccali del tutto diverse. Eppure queste varie forme alternative, che fanno parte di un unico ciclo vitale, sono codificate dallo stesso DNA che, evidentemente è in grado di esprimersi, in fenotipi del tutto differenti. A questo punto diventa essenziale il problema della regolazione genica che determina una diversa espressione degli stessi genotipi. La comprensione di questi meccanismi è considerata oggi uno dei punti chiavi per il chiarimento dei processi legati all’intero fenomeno dell’evoluzione biologica.

Molti esemplari di insetti non erano ancora del tutto conosciuti e provenivano dalla colonia olandese della Guiana (oggi Suriname), da cui poi proviene uno dei suoi lavori più conosciuti: la “Metamorfosi degli insetti del Suriname”. Cosa può dirci a riguardo?

A questo riguardo ci sono due aspetti importanti. La prima è l’importanza del collezionismo nell’avanzamento della ricerca scientifica. Da almeno un secolo, all’epoca di Sibylla, erano divenute di gran moda le wunderkammer, i gabinetti delle meraviglie, nelle quali la nobiltà rinascimentale raccoglieva curiosità naturalistiche. Da questo fenomeno nasce il collezionismo naturalistico che si rivolge, in modo particolare agli insetti (farfalle e coleotteri) e alle conchiglie dei molluschi. Il collezionismo rappresenterà, nel ‘700 e nell’800 una base fondamentale per la descrizione di nuove specie.

Il secondo aspetto? E’ legato al primo ed è quello delle esplorazioni geografiche che nel ‘700 trovano il loro massimo sviluppo portando in Europa una quantità di novità tra cui una straordinaria messe di conoscenze naturalistiche. Il lavoro di Sibylla, come pittrice come scienziata, con lo straordinario fenomeno della spedizione in Suriname si pone al centro di queste due tendenze convergenti. 

A quel tempo la ricerca scientifica sugli insetti era davvero così trascurata? La storia della Zoologia sistematica è abbastanza peculiare. Nel 500’ e 600’ gli sforzi della ricerca biologica sono tutti dedicati ad aspetti anatomici e fisiologici sulla scia dell’Umana corporis fabrica di vessalio e al De motu cordis di Harvey e la zoologia rimane appannaggio di pochi. Nel ‘700 in pieno spirito enciclopedistico il quadro cambia con una tensione ad una descrizione di tutti gli organismi che trova il suo punto di sintesi nell’opera linneiana del 1758. Sibylla si presenta quindi come un’antesignana di una tendenza che rappresenterà per oltre un secolo una delle direttive principali della biologia. Oggi, in un momento in cui tutti parlano di biodiversità, ma i finanziamenti a disposizioni degli zoologi per ricerche naturalistiche sono sempre più un’eccezione avremmo bisogno di personaggi come Sibylla, zoologi sistematici in grado di valutare per davvero l’eventuale riduzione della biodiversità del secolo ventunesimo.

 

(Claudio Perlini)