Cento anni fa moriva a Salford, presso Manchester, Robert Hugh Benson, una delle figure più straordinarie dell’Inghilterra di fine ‘800 e di inizio ‘900, un convertito che aveva seguito le orme del cardinale Newman ed era approdato all’antica fede dei padri che la Britannia, un tempo perla della cristianità medievale, aveva abbandonato e perseguitato con sistematica ferocia.
La vicenda umana e l’opera di Benson è raccontata per la prima volta in Italia dalla biografia di un giovane studioso, Luca Fumagalli, il cui volume Robert Hugh Benson sacerdote, scrittore, apologeta edito da Fede & Cultura è appena arrivato nelle librerie.
Fumagalli ci presenta il percorso culturale e spirituale dell’autore del Padrone del mondo, uno dei libri di narrativa distopica, ovvero di “fanta-storia”, più affascinanti mai scritti, nel quale Benson immagina un futuro dominato da un pensiero unico, da una dittatura che si spaccia per umanitaria: uno scenario che anticipò quelli descritti da George Orwell e Aldous Huxley nelle loro opere utopistiche.
La differenza è che Benson con grande chiarezza individua le origini di questa ideologia nel pensiero pseudo-illuminato della massoneria, che era nata proprio in Inghilterra, a Londra, nel 1717.
E proprio nella sua infelice Inghilterra segnata dall’eresia e dal martirio, Benson immagina che giunga la salvezza attraverso l’ultimo Papa, il custode della tradizione e della verità rinnegata ormai quasi da tutti.
La biografia di Fumagalli ci presenta un Benson figlio di una Inghilterra che aveva ormai reciso i suoi legami con la Chiesa universale da quasi tre secoli. In questo contesto, lo scrittore si fa custode della memoria ma allo stesso tempo protagonista di una rinnovata missione.
Benson era figlio dell’arcivescovo di Canterbury, massima autorità della chiesa anglicana, e dopo essersi laureato a Cambridge si era avviato anche lui alla carriera ecclesiastica anglicana. Nel 1902 il giovane chierico aveva iniziato a scrivere The Light Invisible, la luce invisibile, una raccolta di racconti dal gusto soprannaturale narrati da un sacerdote. Le sue perplessità spirituali sull’autorità della chiesa anglicana, alimentate dalla lettura di Newman e delle opere di papa Leone XIII, lo condussero ad un cammino di conversione non facile, soprattutto per le reazioni del suo ambiente familiare.
Accolto nella Chiesa cattolica, viene ordinato sacerdote nel 1904 a Roma. Fece poi ritorno a Cambridge, dove la sua vivacità intellettuale e le sue doti di empatia gli permettono di stringere amicizia con persone di ogni genere e di entrare a contatto con gli ambienti di pensiero più disparati. Inizia una intensa attività di predicazione, da un capo all’altro della Gran Bretagna, alternata al lavoro missionario ed alla direzione spirituale.
La sua curiosità intellettuale lo avevano spinto ad indagare nelle pagine più oscure della storia inglese, facendo riemergere la storia tragica e gloriosa del martirio dei cattolici inglesi sotto Enrico VIII e soprattutto Elisabetta, una figura terribile e inquietante, artefice di una politica lucidamente spietata e allo stesso tempo al centro di una sorta di culto esoterico. Forte della sua robusta fede, padre Robert dedicò molte delle sue attenzioni proprio al mondo dell’occultismo e dell’esoterismo, a partire dagli alchimisti della corte elisabettiana fino all’epoca vittoriana, inebriata di suggestioni spiritistiche.
Dopo tre secoli di persecuzioni la condizione della Chiesa cattolica in Inghilterra nel momento in cui Benson vi entrò a far parte erano ancora molto difficili: solo da pochi anni le leggi penali che avevano a lungo vessato i cattolici erano state abrogate, e la Chiesa in Gran Bretagna era un piccolo gregge composto per lo più da immigrati irlandesi che erano andati ad aggiungersi agli irriducibili recusants che non avevano mai tradito la fede dei padri. Ad essi si aggiunsero poi i tanti convertiti, grazie a quella “nuova primavera” avviata da John Henry Newman.
Di essa Benson fu grande protagonista, attraverso opere di spiritualità ma soprattutto i romanzi storici che ricordarono all’Inghilterra la scomoda verità del suo passato.
Benson morì prematuramente e improvvisamente per un attacco cardiaco nell’autunno del 1914, mentre era appena scoppiata quella prima guerra mondiale che avrebbe stravolto il corso della storia.