Memorial è stata costituita durante la perestrojka di Gorbacëv da vari esponenti del dissenso e ha avuto un ruolo di primo piano nella lotta per restituire la memoria negata dello stalinismo, in particolare per quel che riguarda le repressioni che si abbatterono sul paese e il Gulag.
Molti dei membri fondatori dell’Associazione Memorial di Mosca costituita ufficialmente nel 1989, ma già attiva da anni come movimento, sono stati protagonisti in quei due decenni delle lotte condotte contro il regime dal mondo del dissenso. E’ delle ragioni di quella scelta che Arsenij Roginskij, presidente di Memorial, parla in un’intervista rilasciata nel 2003: “Tra gli altri c’è stato anche un piccolo gruppo di giovani, di cui anche io facevo parte, che negli anni 70 ha raccolto materiale sul Gulag, abbiamo trascritto i ricordi e le memorie delle persone, abbiamo raccolto documenti, studiato gli archivi familiari. Poi commentavamo, tentavamo di commentare tutto questo materiale in modo scientifico e poi pubblicavamo delle raccolte storiche in samizdat, che poi venivano ristampate all’estero […] Capivamo che sarebbero passate due generazioni e la memoria del presente avrebbe potuto scomparire. Era un sentimento morale di responsabilità nei confronti del proprio paese. Certo non pensavamo, io non ho mai creduto che avrei vissuto dopo il comunismo. […] Ma semplicemente non potevamo non occuparci di queste cose, si trattava di un bisogno morale”.
Dopo la caduta dell’Unione Sovietica, l’attività dell’organizzazione si è strutturata in due direzioni. La prima è l’impegno per la memoria, perché ricordare le tragedie del passato è considerato parte integrante della costruzione di una società democratica. Il Centro studi di Memorial, che collabora con numerose istituzioni europee, ha avviato un importante lavoro di ricerca negli archivi centrali e locali, contribuendo in modo determinante a ricostruire la storia delle repressioni in Unione Sovietica e dell’universo concentrazionario. Fra i risultati di queste ricerche, vanno ricordati l’enciclopedia del Gulag e la prima carta dei lager, oltre a numerosissime pubblicazioni. È stato inoltre raccolto un importante fondo archivistico, costituito in parte da donazioni private dei familiari delle vittime, che hanno anche donato i reperti che sono alla base del museo.
Oltre al lavoro di ricerca, Memorial svolge anche un’importante attività di divulgazione, soprattutto in provincia, dove organizza ogni anno un concorso sulla storia russa del XX secolo coinvolgendo studenti e insegnanti. Questo concorso ha permesso a molti ragazzi di scoprire la storia del passato del proprio paese e in alcuni casi delle loro stesse famiglie raccogliendo testimonianze di storia orale col supporto di materiali d’archivio.
La seconda linea di intervento di Memorial è portata avanti dal Centro per la difesa dei diritti dell’uomo, che opera in diversi settori. Presente in Cecenia fin dall’inizio del conflitto (1994), Memorial ha avuto un ruolo cruciale non solo nell’assistenza anche legale, alle vittime, ma anche nell’attività sistematica di controinformazione.
Oggi è una unione di varie organizzazioni che operano in Russia, in Kazakhstan, Lettonia, Georgia e Ucraina. Per iniziativa di Memorial è stata posta la pietra delle Solovki nella piazza della Lubjanka a Mosca, che è stata poi rimossa nell’era putiniana; sono stati eretti molti monumenti dedicati alle vittime delle repressioni politiche in tutto il territorio dell’ex Unione Sovietica. Per iniziativa di Memorial nel 1991 è stata approvata la legge sulla riabilitazione delle vittime delle repressioni politiche.
Nel 2012 e nel 2013 Memorial è stato proposta quale candidata al Nobel per la pace da un gruppo di eurodeputati e intellettuali polacchi (fra cui il regista Andrzej Wajda e Adam Michnik, leader del dissenso e attualmente direttore del quotidiano Gazeta Wyborcza); candidatura che ha ricevuto il sostegno di numerose organizzazioni internazionali per i diritti umani. Memorial ha sezioni che lo sostengono in diversi paesi europei, quali Italia, Francia, Germania.
Memorial è la più importante e nota delle Ong russe che rischiano di dover chiudere in seguito alla legge, voluta dal presidente Putin, sugli “agenti stranieri”. Secondo questa legge, adottata dalla Duma nel 2012, le Ong che ricevono finanziamenti dall’estero e sono attive nella sfera pubblica, bollata come “politica”, dovranno iscriversi su uno speciale registro, il registro degli “agenti stranieri”, per essere autorizzate. È il più grave attacco portato alla società civile russa dopo la fine dell’Urss.
A fine luglio 2014, la procura della Russia ha chiesto la chiusura della sezione russa citando irregolarità burocratiche che l’organizzazione, a cui fanno capo 60 sezioni disseminate in tutto il paese, avrebbe commesso; il processo si terrà davanti al Tribunale supremo il 13 novembre. Intanto è già cominciata la campagna del fango contro l’organizzazione, accusata di coprire banditi e terroristi.
Il premio internazionale Vittorio Foa, che sarà assegnato a Memorial, nelle mani di Arsenij Roginskij, domani, sabato 18, è un importante riconoscimento, un sostegno e una forma di incoraggiamento contro tutti gli attacchi politici.