Appartiene a una famiglia europea che vuole rimanere anonima e che assicura di non avere nessuna intenzione di metterlo sul mercato. È un olio su tela, misura 103,5 cm per 91,5, e sul retro nascondeva un indizio molto importante: un foglietto con grafia seicentesca che dice: «Madalena reversa di Caravaggio a Chiaia ivi da servare pel beneficio del Cardinale Borghese di Roma». Chiaia è la zona di Napoli dove abitava la Marchesa Colonna, grande protettrice dell’artista. Il Cardinal Borghese è quello Scipione che con grande acume aveva rastrellato tante opere del Caravaggio, comprese alcune mal digerite dai committenti. Se oggi la Galleria Borghese a Roma può vantare il più importante gruppo di quadri del Merisi, il merito è tutto suo, del cardinale nipote di papa Paolo V. Ma alla raccolta di Scipione mancò questa Maddalena, che come sembrerebbe gli era pur stata promessa. Cosa sia successo non lo sappiamo. Sappiamo solo che il quadro ebbe un immediato, straordinario successo, e quindi ne circolarono subito tante copie. Otto sono note e arrivate sino a noi. Ma ora secondo Mina Gregori, che su Caravaggio ha passato una vita di studi, siamo arrivati a rintracciare l’originale.



Il nostro aveva una particolare predilezione per questo soggetto, se non altro perché gran parte delle donne che compaiono nella sua biografia facevano lo stesso mestiere che Maddalena aveva fatto nella prima parte della sua vita, cioè la prostituta. Era tale Anna Bianchini, che posò quasi certamente per la prima meravigliosa versione della Maddalena, conservata oggi alla Galleria Pamphili di Roma. È un quadro del primo periodo romano, quando Caravaggio sceglieva ancora ambientazioni chiare, e si dilungava con meravigliosa abilità su mille particolari. È una Maddalena penitente, che se ne sta sola nella stanza, con lo sguardo reclinato, le braccia abbandonate sul grembo, i capelli sciolti, mentre tutti gli oggetti delle sue passate vanità sono sparsi, con “ordinato disordine” sul pavimento. La Bianchini viene descritta da un rapporto di polizia intorno al 1595, «più presto piccola che grande» e dai «capelli rosci et lunghi». Era figlia di una prostituta, e a quanto pare prostituta pure lei. Era molto impulsiva, e in occasione di un altro incidente con la giustizia, dovette spiegare alle autorità che aveva tirato fuori il coltello per difendersi, in quanto «volevano entrare dentro e me volevano toccare il culo». Morì a 25 anni, nel 1604. Caravaggio, che è il meno moralista dei pittori, la fece posare anche per un altro suo capolavoro giovanile: il Riposo durante la Fuga in Egitto, conservato sempre alla Pamphili. Anna è Maria, chinata sul capo del Bambino; una Maria di una dolcezza e di una maternità indimenticabili e struggenti. Una delle più tenere Marie di tutta la storia della pittura.  



In un’altra opera con il soggetto di Marta e Maria, conservata a Detroit, Anna Bianchini è invece nelle parti della prima, mentre l’onore di posare come Maddalena spettò a Fillide Melandroni, altra celebre presenza femminile del giro di Caravaggio.  

Invece nella Maddalena ritrovata, che è da riferirsi all’ultima stagione di Caravaggio, si riconoscono i sembianti di Lena, cioè Maddalena Antognetti, una donna celebre in tutta Roma per la sua bellezza: alta, capelli neri e folti, seno florido. Ne conosciamo tutto il fascino perché è lei a posare per la Madonna dei Pellegrini della Chiesa di Sant’Agostino; una Madonna traboccante fisicità, vera popolana romana sull’uscio della sua casa, che si china con uno sguardo protettivo e rassicurante  sui due popolani inginocchiati. Le madonne di Caravaggio, sono sì sottomesse al Figlio, ma non certo al mondo. Semmai sono capaci di tener testa al mondo.



Che Lena fosse chiamata alle due parti non deve stupire, perché c’è tutto Caravaggio in questa apparente provocazione. Da una parte quel suo senso drammatico della realtà, con la dimensione della colpa e dell’ombra che lo assaliva; dall’altro il presentimento potente di un qualcuno sempre pronto ad accogliere e salvare. A chiamarti senza chiedere condizioni come fece con Matteo. Da una parte quindi Maddalena e dall’altra Maria. Due istanze che misteriosamente convivono e che dicono tanto del genio travolgente e così umanamente vero di Caravaggio.