— Dove sono finite le polemiche e i dibattiti che fino a non molto tempo fa accompagnavano la ricorrenza di Ognissanti? Il problema stava naturalmente nella sua versione americaneggiante: Halloween, con le sue zucche forate illuminate dall’interno, gli scheletri e le cupe figure incappucciate, e il suo ritornello ossessivo: dolcetto o scherzetto? Tutto questo suscitava preoccupazioni soprattutto nel mondo cattolico, e — abbastanza curiosamente — in tutte le sue componenti: dai tradizionalisti ai progressisti. Basti dire che una delle più forti condanne di Halloween venne dal cardinal Martini. Oggi forse sono rimasti solo pochi poveri irriducibili nemici di una festa in cui si vede con preoccupazione un ritorno a forme di “paganesimo”, una celebrazione di esoteristi con le loro paccottiglie magiche e occultistiche.
Il fatto che in diversi locali si propongano per l’occasione serate a tema dark, pseudo-infernale, magari con possibilità di consultare maghi e cartomanti, per l’Oroscopo o la lettura dei Tarocchi, ha fatto spesso gridare all’allarme molti educatori, preoccupati che tale ricorrenza potesse servire per avvicinare i giovani alle pratiche magiche e superstiziose e la festa si trasformasse in una specie di “ponte” tra i ragazzi e il mondo dell’occultismo, mirando a creare un’atmosfera di simpatia intorno alla magia e all’esoterismo.
In realtà, la stragrande maggioranza di coloro che partecipano a questi eventi, bambini, ragazzi o adulti, non ha la minima idea di che cosa si festeggia ad Halloween, e tantomeno che cosa sia la festa di Tutti i Santi e la Celebrazione dei defunti. Il paganesimo in cui siamo immersi non è l’espressione di una nostalgia delle religioni precristiane, del Capodanno Celtico o di culti antichi, magari con un retroterra demoniaco. E’ il paganesimo della post-modernità: vacuo, superficiale, consumistico, e pure ignorante. Il simbolismo di questa festa antichissima che ha a che fare con il cambio delle stagioni, il passare del tempo e delle generazioni, con il buio che cala sulla terra in attesa del ritorno della luce, è totalmente sconosciuto ai più, così come sempre più vago è il senso cristiano di questi giorni. Perché ricordiamo i defunti? Perché preghiamo i santi? E chi sono costoro? Se facessimo rispondere ad un ipotetico questionario, in stile Sinodo sulla famiglia, avremmo probabilmente risposte desolanti.
Questo è il vero problema, per cui vale la pena lasciar perdere anatemi e allarmismi e rimettersi a lavorare dalle fondamenta per incontrare — e far incontrare — il Fatto cristiano, con tutto ciò che implica. Feste, riti e simboli compresi.