Regem venturum Dominum, venite adoremus.
Iucundare filia Sion, et exulta satis filia Ierusalem,* ecce Dominus veniet, et erit in die illa lux magna et stillabunt montes dulcedinem* et colles fluent lac et mel, quia veniet Propheta magnus et Ipse renovabit Ierusalem.
Regem venturum Dominum, venite adoremus.
Ecce veniet Deus, et Homo de domo David sedere in throno* et videbitis et gaudebit cor vestrum.
Regem venturum Dominum, venite adoremus.
Ecce veniet Dominus protector noster, Sanctus Israël,* coronam Regni habens in capite suo* et dominabitur a mari usque ad mare et a flumine usque ad terminos orbis terrarum.
Regem venturum Dominum, venite adoremus.
Ecce apparebit Dominus, et non mentietur:* si moram fecerit, expecta eum* quia veniet et non tardabit.
Regem venturum Dominum, venite adoremus.
Descendet Dominus sicut pluvia in vellus, orietur in diebus eius iustitia et abundantia pacis* et adorabunt eum omnes reges terrae, omnes gentes servient ei.
Regem venturum Dominum, venite adoremus.
Nascetur nobis parvulus et vocabitur Deus fortis;* ipse sedebit super thronum David patris sui et imperabit;* cuius potestas super humerum eius.
Regem venturum Dominum, venite adoremus.
Betlehem civitas Dei summi, ex te exiet dominator Israel,* et egressus eius sicut a principio dierum aeternitatis, et magnificabitur in medio universae terrae,* et pax erit in terra nostra dum venerit
Regem venturum Dominum, venite adoremus.
Crastina die delebitur iniquitas terrae et regnabit super nos Salvator Mundi.
Regem venturum Dominum, venite adoremus.
Prope est iam Dominus Venite adoremus.
(Il Re dei Re sta per venire, venite adoriamolo.
Gioisci figlia di Sion e rallegrati figlia di Gerusalemme,* ecco il Signore verrà e vi sarà quel giorno una grande luce, i monti stilleranno dolcezza, e dai colli scenderà latte e miele poiché viene il grande Profeta che rinnoverà Gerusalemme.
Il Re dei Re sta per venire, venite adoriamolo.
Ecco viene il Dio e Uomo, figlio di Davide, per sedere sul trono e sarete pieni di gioia al vederlo.
Il Re dei Re sta per venire, venite adoriamolo.
Ecco viene il Signore, nostro protettore, il Santo d’Israele, porta sul capo la corona regale e dominerà da mare a mare e dal fiume sino ai confini della terra.
Il Re dei Re sta per venire, venite adoriamolo.
Ecco apparirà il Signore e non ingannerà,
se pare che indugi state in attesa, perché verrà e non farà tardi.
Il Re dei Re sta per venire, venite adoriamolo.
Il Signore discende come la pioggia sul vello di lana, sorgerà in quei giorni giustizia e pace e lo adoreranno tutti i re della terra e tutte le genti lo serviranno.
Il Re dei Re sta per venire, venite adoriamolo.
Nascerà per noi un bambino e sarà chiamato Dio forte, siederà sul trono di Davide suo padre e governerà, prenderà sulle sue spalle il potere.
Il Re dei Re sta per venire, venite adoriamolo.
Betlemme città del Dio Altissimo, da te nascerà il Signore d’Israele; la sua venuta come dall’inizio dell’eternità sarà esaltata in tutto l’universo, e venendo porterà pace su tutta la terra.
Il Re dei Re sta per venire, venite adoriamolo.
Domani verrà cancellata l’iniquità della terra e regnerà su noi il Salvatore del mondo.
Il Re dei Re sta per venire, venite adoriamolo.
Il Signore è vicino, venite adoriamolo.)
Questo canto risente già di una atmosfera prenatalizia: l’attesa è compiuta. La nascita di Gesù è imminente: “Domani regnerà su noi il salvatore del mondo”, come annuncia l’ultima strofa, che è riservata alla vigilia di Natale.
La musica accompagna il testo, non più con il pathos del Rorate, così pieno di accorata tristezza per il peccato, ma con una gioia contenuta e leggera, quasi avvicinandosi con pudore a quell’annuncio.
E infatti l’antifona invita ad adorare il Re che sta per venire e l’adorazione è la forma più alta di domanda, chiede alla grande presenza “Sii per me”.
La prime tre strofe hanno come centro la notizia essenziale: ecce veniet, verrà. Poi ciascuna dettaglia i particolari della venuta del Signore, la luce, la prosperità, il dominio, la gioia, il regno.
L’inizio riprende le parole del profeta Sofonia: “Gioisci, figlia di Sion, esulta, Israele, e rallegrati con tutto il cuore, figlia di Gerusalemme!” e poi prosegue elencando i beni che questa venuta porta con sé, la grande luce e la dolcezza della natura, il latte e il miele con cui la terra di Canaan era raffigurata da lunghi secoli agli Israeliti nel deserto, infine il rinnovamento della vita religiosa e politica. Le altre due strofe insistono sulla regalità del Signore, seduto sul trono e cinto il capo della corona, destinato a dominare, secondo l’espressione del salmo 71 “da mare a mare, dal fiume sino ai confini della terra”.
Il testo ribadisce più sotto con lievi variazioni che il Messia apparirà di certo, perché la parola di Dio non mente e, se tarda ad attuarsi, occorre continuare ad attendere. La sua venuta, e la ripresa è ancora dello stesso salmo sarà “come la pioggia sul vello”, delicata e benefica e le genti serviranno questa la sua giustizia e la sua pace.
“Nascetur nobis parvulum”: qui è finalmente Isaia, il principe dei profeti, a suggerire le parole per l’inizio della strofa seguente, mentre la penultima precisa il luogo della nascita, Betlemme, città di Dio, casa del pane e della pace.