Anche solo cinquant’anni fa era opinione comune che la “riforma” anglicana, che staccò l’Inghilterra dalla Chiesa di Roma, avesse assecondato i desideri profondi del popolo, il quale avrebbe sempre mal sopportato il giogo romano e, in fondo al cuore, sarebbe sempre stato anticlericale, antimonastico, antipapale. Oggi, dopo anni di ricerche minuziose sul campo, sappiamo per certo che così non fu: gli inglesi furono per tutto il medioevo uno dei popoli più fedeli all’antica fede e, appena prima dello scoppio della bomba luterana, il cattolicesimo inglese attraversava una delle sue fasi di massimo splendore.



La domanda è dunque: come riuscirono due regimi dittatoriali in un certo senso “antiquati”, dotati di un sistema propagandistico ancora primitivo, come furono quello enriciano e quello elisabettiano, ad avere la meglio su un intero popolo? È vero che il volere del sovrano, a quel tempo, era legge; si sapeva anche, però, che un popolo insoddisfatto ed esasperato poteva dare il via a rivolte spaventose com’erano state quelle dei contadini in Francia (1358), Inghilterra (1381), Germania (1524-26). Se è vero che la gente non condivideva le innovazioni religiose calate dall’alto, e che teneva alla salvezza dell’anima più che ai capricci dei sovrani, come poté accettare lo scisma? Come poté una nazione intera lasciarsi condurre dove non voleva, al punto da dimenticare le proprie radici millenarie e persino diventare quello che è oggi, la punta di diamante del laicismo?



Gli storici dell’ultima generazione sembrano concordare su una molteplicità di strategie adottate dal governo inglese; tenendo conto anche del fatto che la nuova dottrina ci mise almeno un trentennio per essere formulata e almeno un settantennio per essere digerita dalla maggioranza.

La prima strategia, naturalmente, fu il terrore e il martirio dei dissidenti. È vero, il martirio infonde coraggio agli spiriti ardenti, ma terrorizza i pavidi. Diverse furono le rivolte, di cui una di enorme portata, ma vennero tutte soffocate nel sangue.

La seconda, forse, ancora più efficace: il supplizio del portafogli. Leggi penali e multe di ricusanza tolsero alla resistenza cattolica l’alone di eroismo di cui l’aveva rivestita il sangue dei martiri e la gente cominciò a pensare che il futuro dei figli, forse, meritava una visita di circostanza alla chiesa parrocchiale dove si somministrava il servizio di Stato.



Tutto ciò ha dell’attuale: coi tempi che corrono, è bene per lo meno farsi qualche domanda. Come reagirei io se il mio credo fosse messo fuorilegge? (Per fare un esempio concreto, se fosse introdotto il reato di opinione?) La strategia del portafogli è sempre fondamentale per logorare l’opposizione e per imporre il volere della minoranza al potere, anche in tempi ipocriti e antisettici, come il nostro, in cui si pensa di vivere in democrazia solo perché non si rischia di finire sul patibolo. 

Quanti di noi si farebbero eroicamente arrestare pur di non rimangiarsi parole che ritengono sacrosante? Molti, senza dubbio. Ma quanti di noi sarebbero disposti a farsi dissanguare lentamente, e senza che il loro eroismo faccia notizia, a furia di multe levapelle? Quanti di noi sarebbero disposti a perdere lavoro, casa, beni perché pensano “sbagliato” rispetto a un sistema totalitario?

Torniamo ai nostri anglicani: la terza strategia, la più importante, fu quella di affermarsi a piccoli passi e sempre ridicolizzando l’opposizione, come se un passo talmente piccolo non meritasse una resistenza decisa. La dico con un grande storico, Christopher Haigh: “Il pasto fu più digeribile perché somministrato a piccoli bocconi e gli inglesi ingoiarono la loro Riforma come un bimbo recalcitrante ingoia la minestra, poco a poco, a cucchiaiate somministrate al momento giusto: una per il cardinal Wolsey [un prelato mondanizzato], una per la regina Caterina [d’Aragona], una per il Papa, una per i monaci, una per i pellegrinaggi… Fino a che il piatto fu svuotato e la Riforma conclusa”. La strategia del cucchiaio, o meglio, ai tempi nostri, del cucchiaino: la più importante, quella che ha fatto scuola.

Non ti piace la minestra? Ascolta, ti racconto una storia. Intanto ingoiane un altro: ecco, bravo, così. Allora, ti racconto la storia di due genitori che avrebbero tanto voluto un bambino ma non ne avevano… Un altro, bravo! Uno per la legge 194, uno per la legge 40, uno per l’utero in affitto, uno per l’omofobia… Non ti piace? Ti racconto la storia di due persone che si volevano tanto bene, tanto tanto bene… Uno per i matrimoni omosex, uno per le adozioni, uno per… C’era una volta un bambino malato che era tanto, tanto infelice… Uno per l’eutanasia infantile, uno per quella adulta, uno per gli anziani soli che soffrono tanto; uno per… Bravo, l’hai mangiata tutta.