Prima di due interviste dedicate al ruolo della massoneria e della P2. La seconda, al prof. Marco Moschini, sarà pubblicata domani, mercoledì 14 maggio.
Con la messa online della mole di documenti raccolti dalla Commissione Anselmi nella prima metà degli anni 80 relativamente alla loggia P2, si è tornati a parlare del ruolo della massoneria nel nostro paese. Lo si fa anche perché da alcune parti arrivano accuse al capo del governo Renzi e alla sua famiglia di appartenenza a logge varie. Un’ombra lunga, dunque, che appare e riappare nella storia del nostro paese quella della massoneria, mai sufficientemente chiarita nel ruolo e negli scopi. Aldo Alessandro Mola, docente e presidente del Centro per la storia della massoneria, parlando con ilsussidiario.net, esclude qualunque importanza nella messa online dei documenti Anselmi: “Si tratta di materiale che chiunque avesse voluto documentarsi sul caso da decenni avrebbe potuto leggere e studiare. L’enfasi che viene data oggi a tale documentazione è solo strumentale”. Per Mola, la Commissione Anselmi fu solo “aria fritta” che non portò a nulla di realmente accusatorio nei confronti di massoneria, P2 e Licio Gelli: “Solo l’ultimo attacco di cattolici e comunisti contro qualcosa che avevano sempre combattuto”.
E’ stata data grande enfasi alla notizia della pubblicazione dei documenti della Commissione Anselmi. E’ meritata?
Come autore di un’opera che ha studiato a fondo quei documenti, posso dire che la notizia della messa in rete di quei documenti è una non-notizia.
Perché?
Tutti quegli atti sono stati pubblicati nel corso degli anni 80, questa nuova pubblicazione è aria fritta, chi aveva voglia di conoscere le cose lo poteva fare da tempo.
Del lavoro della Commissione Anselmi lei che opinione ne ha?
Fu un pasticcio enorme perché si basava su un falso storico, l’affermazione cioè secondo la quale la loggia massonica P2 che apparteneva al Grande Oriente d’Italia era una loggia segreta. Invece era una loggia appartenente ad un’organizzazione massonica come la Gran Loggia di Inghilterra e a una gran quantità di logge di paesi vari di cui comunque si sapeva assolutamente tutto.
Eppure le accuse nei confronti della P2 sono sempre state molto forti e precise.
Della P2 non si sapeva nulla in Parlamento, ma non è che i parlamentari debbano sapere tutto. Decisero di definirla “segreta”, ma poi? Cosa dimostrò la Commissione? Tina Anselmi riuscì a ottenere la maggioranza dei consensi da parte della Democrazia cristiana e del vecchio Partito comunista, partiti che avevano nel dna non l’avversione a Licio Gelli, ma che erano sempre stati profondamente antimassonici. Parlo della Democrazia cristiana più legata ai preti, ancora ferma alla breccia di Porta Pia, e parlo dei comunisti che già con Lenin nel 1920 avevano messo fuori legge oggi appartenente alla massoneria.
Ma ancora oggi si parla di Licio Gelli come finanziatore del terrorismo nero degli anni 70.
Quella Commissione non dimostrò nulla. Fu solo un attacco alla libertà di associazione e costò un sacco di soldi in un momento storico che coincise con la fase preparatoria della distruzione dei partiti, i quali comunque se lo meritavano. Dieci anni dopo quella Commissione tutto fu completato con l’operazione di Mani pulite, ma mi dica chi si ricorda oggi di Antonio Di Pietro, ai tempi definito “il magistrato più amato dagli italiani”… e chi si ricorda chi è Tina Anselmi?
Delle accuse a Licio Gelli di essere stato il manovratore della stagione golpista non ci dice niente?
Dico che c’è una sentenza passata in giudicato in via definitiva dove si dice che gli appartenenti alla P2 sono stati assolti dall’accusa di cospirazione militare e di tentativo di colpo di stato.
Di chi dice che Gelli ha usato la massoneria per propri scopi personali, invece, che ne pensa?
Se fosse stato così sarebbe stato accusato, processato ed espulso dalla massoneria, cosa che non è successa. Domandiamoci invece che senso ha riaprire tutto questo dibattito quarant’anni dopo. Non c’è nulla di nuovo, in quei documenti c’è tutto e il contrario di tutto. Magari potremmo invece domandarci chi copriva il terrorismo nero. Se è esistito chi lo ha coperto? E il terrorismo rosso? Diciamo piuttosto che la verità in Italia richiede decenni per essere affermata, uno per vederla accreditare deve essere spaventosamente longevo e Licio Gelli può ringraziare di essere ancora vivo.
Lasciando perdere la P2, non negherà che da sempre si parla di intrecci tra massoneria e politica, in tutto il mondo, non solo in Italia.
Sono fantasie. Come studioso della massoneria posso dire che non c’è nessun livello effettivamente transnazionale o internazionale. Sono esistite all’interno della massoneria organizzazioni di varia natura che non hanno mai avuto un ruolo egemone o di strategia effettiva di carattere politico e economico. Semmai nel corso del tempo un certo ruolo di contenitore di un progetto.
Quale progetto?
Per dire cosa sia stata la massoneria italiana tra il 1945 e il 1980 dobbiamo rifarci allo specifico di un paese che aveva perso la guerra ma che per fortuna è rimasto con l’occidente. La massoneria ha avuto il ruolo di organizzare gente selezionata che dal 1970 al 1980 ha ottenuto il riconoscimento dalla loggia di Inghilterra e delle grandi logge americane, ed è riuscita a costruire legami con l’Egitto di Sadat e con gli israeliani per sostenere la pace nel Mediterraneo. Permettendo così all’Italia di restare nella sfera di influenza dei principi occidentali, principi che invece non erano accettati dai partiti italiani i quali erano dei partiti provinciali.
Dunque un ruolo anti sovietico?
Il ruolo della massoneria era di fare collegamento tra un gruppo ristretto di persone al servizio dello stato in una situazione di collasso dell’occidente. Ricordiamoci il contesto: nel 1968 i carri armati russi erano a Praga, mica in Crimea. I missili russi erano puntati contro l’occidente, ecco quale era la realtà.
Sembra di capire che oggi la massoneria abbia esaurito il suo ruolo, eppure se ne sente parlare di nuovo, ad esempio con accuse alla famiglia di Matteo Renzi di farne parte.
Oggi il ruolo della massoneria non si percepisce più e non vedo sinceramente alcun rapporto tra Renzi e la massoneria.