Nella nostra società gli ex-voto appaiono quasi sempre come testimoni silenziosi e spesso oscurati di una devozione trascorsa, documenti di una sensibilità religiosa scomparsa. Possiamo ammirarne la fattura, lasciarci incuriosire dalle espressioni e dalle posture dei personaggi rappresentati, molto spesso rivelatrici dell’ingenuità di una narrazione semplice. Ma nel caso degli ex voto esposti dall’8 maggio al 20 luglio nell’Antiquarium e nella chiesa di Santa Maria Maddalena di Ossuccio (Como) siamo davanti alle immagini di un mondo eternamente sospeso tra terra e cielo, tra il fatto terreno, spesso sconcertante, e l’intervento divino, benefico e definitivo, capace di ostacolare la morte certa, interrompere le leggi della natura e quelle della fisica. A realizzare questi ex voto pittorici è chiaramente la gioia per il bene ritrovato, la riconoscenza per l’intervento provvidenziale, affinché tutti sappiano ciò che è realmente accaduto.



Per prendere sul serio gli ex voto, occorre conoscere e rispettare il compito che i loro realizzatori si proponevano: quello di rivelare un fatto, costituito dall’intervento della Beata Vergine del Soccorso a testimonianza della sua indiscutibile magnanimità; un fatto che non ha solo cambiato la vita del beneficiato (o dei beneficiati) ma ha ridisegnato la natura stessa, il paesaggio, il lago di Como.



Ciascuno di noi, ne sia consapevole o meno, è erede di opere, testi e documenti. In questo caso il patrimonio spirituale del quale siamo eredi si presenta come un insieme di ex voto ciascuno dei quali si sforza non solo di comunicarci dei fatti, ma anche di segnalarci e significarci delle esperienze. Talvolta una tale trasmissione è accurata, in altri casi è semplice, lineare. Quanti lasciano, a memoria dei posteri, simboli e documenti religiosamente significativi (come è il caso di questi ex voto pittorici) vogliono che il contenuto sia evidente, comprensibile, parli e si spieghi da sé. L’esperienza narrata deve essere visibile, deve poter essere colta e raccolta da chiunque scelga di fermarsi a contemplare ed a riflettere. 



Questi pro memoria di fatti accaduti – fatti eccezionali e, proprio per questo, degni di essere ricordati – hanno una pretesa normativa: sono cioè realizzati con la pretesa di avvertire, ricordare e riportare costantemente alla memoria qualcosa di essenziale che non possiamo né dobbiamo dimenticare se non vogliamo perdere noi stessi. Questa pretesa normativa prende quasi sempre le forme esplicite della narrazione del fatto che siamo tenuti a cogliere. Il fatto accaduto da narrare, e Maria (Maria la consolata e l’incoronata, quindi Maria madre della Chiesa) da raffigurare tra le nubi (cioè dal mondo dei cieli) costituiscono i due elementi ricorrenti in ciascuna delle rappresentazioni pittoriche. L’intervento provvidenziale di Maria consente di sconvolgere l’esito tragico oramai inevitabile, il suo ingresso cambia il finale di una tragedia già avvenuta, strappando il beneficiato ad una fine oramai più che certa. 

Il desiderio di rappresentare il fatto e di presentarsi come testimoni di quanto è accaduto, scrivendo il proprio nome o facendo raffigurare il proprio volto, si fonda sul presupposto che gli altri possano capire e agire di conseguenza. È in tal senso che il fatto avvenuto deve essere narrato. Questo non solo rivela un intervento salvifico della Vergine, ma segnala e proclama una relazione avvenuta, quindi e proprio per questo, assolutamente possibile e ripetibile. Gli ex voto pittorici di Ossuccio, così eloquenti nella loro volontà di narrare l’accaduto e nella coscienza di avere il dovere di farlo, diventano allora testimoni di una collettività che si alimenta alla luce di questi fatti. 

Attraverso gli ex voto pittorici di Ossuccio traspare così una trama evidente di relazioni sociali particolari: colui che ha invocato la Beata Vergine e ne ha ricevuto l’intervento salvifico, diviene testimone autorevole e sufficiente di un intervento straordinario e liberatorio. Quanti gli credono danno vita ad un sodalizio implicito che riunisce quanti credono nella possibilità della salvezza del corpo, qui ed ora. La collettività dei credenti e dei praticanti è rinsaldata da un nuovo terreno di certezze, quello verso una maternità provvidenziale che, dinanzi alla sincerità dell’invocazione, è intervenuta a proteggere ed a salvare. Si struttura così una comunità dello stupore intorno alla notizia: è la comunità dei credenti nel fatto, ma anche in una relazione immediata ed efficace.

Il beneficiato non è più lo stesso di prima: l’essere stato oggetto di un intervento provvidenziale della Vergine lo ha posto di fatto in una dimensione nuova, quella del testimone. Adesso questi costituisce la prova provata di una relazione che esiste, e soprattutto interviene. La collettività stessa ne è rinforzata e cessa di essere una collettività qualunque. Ma anche il luogo non è più lo stesso di prima. Il lago dove l’intervento della Vergine ha salvato i naufraghi, il dirupo dal quale è caduto il beneficiato della grazia, la collina dove l’automobile si è rovesciata, cioè i luoghi nei quali il fatto si è prodotto, cessano di essere ordinari ed acquisiscono visibilità: è in questi luoghi (e non altrove) che la Vergine si è degnata di intervenire.

Si afferma così una religiosità ancorata a fatti, che si riproduce e si consolida a partire dalla loro condivisione. L’emozione, perché di emozione si deve necessariamente parlare, è quella che nasce dal credere in un evento eccezionale, accaduto nel “qui ed ora” del presente quotidiano e del quale gli ex voto pittorici di Ossuccio sono i testimoni commossi che tornano a parlarci.


Racconti di terra, d’acqua e di Cielo. Gli ex voto dipinti del Santuario della Beata Vergine del Soccorso di Ossuccio. Fino al 20 luglio 2014. www.exvotosantuariodiossuccio.it