In un’intervista rilasciata al GiornaleOff, Paolo Villaggio si racconta e riflette anche sulla società di oggi, la società digitale, che vive con i cellulari e cercando di copiare i capelli di Balotelli, e che si dimentica della memoria e della storia: “Ai giovani non interessa la Storia perché non ci credono più”, si trova ad affermare. I social network li paragona a delle sette, la memoria umana, secondo lui, sta diventando inutilizzata e rimpiazzata da quella digitale del web e in generale, si vive in una sottile dittatura di pensiero uniformato e omologato – “Prima c’erano meno dittature. Adesso vedi il campionato mondiale di calcio? I capelli dei calciatori. Una volta avevano dei capelli umani, poi sono arrivati i capelloni..adesso sono rasati, soprattutto i neri. C’è una dittatura nel modo di vestire: gli occhiali, le scarpe, ma soprattutto i capelli. È una dittatura occulta, che ti impone dei comportamenti e tu li subisci. Non è pericolosa.” sono le esatte parole di Villaggio, il celebrassimo creatore di Fantozzi. Quando poi approfondisce questa linea sottile di consenso e accettazione su cui oggi la società si basa, che già aveva descritto molto bene, si ritrova a parlare di Renzi, che è costretto a piacere tutti secondo questa logica, tanto più perché è un politico e tanto più perché è sempre sotto gli occhi della gente che riconosce subito una svolta anche un poco lontana da quella linea. Quando ancora si ritrova a parlare del Papa, ammette di temere che non creda in Dio. D’altra parte, come Renzi, anche Papa Francesco non è immune alla società di oggi e Paolo Villaggio ne parla così: È vero. Renzi ad esempio deve piacere a tutti perché è un politico. Deve fare grandi numeri. Temo che anche il Papa, che parla come Papa Giovanni, che è un bacia bambini; appena vede un bambino, lo punta e lo va a baciare. Il Papa e Renzi sono il trionfo dell’ovvio. Questo Papa si affaccia alla finestra e dice: “Buon pranzo!” Dice cose ovvie! Renzi e il Papa non possono essere completamente normali e buoni. Il politico si maschera da buono perché cerca il consenso. I grandi buoni oggi si vergognano della loro bontà… Temo che il Papa non creda in Dio!



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