Il “Mondo Piccolo” di Giovannino Guareschi continua a fare da sfondo quotidiano alla nostra vita di gente comune, in cerca di un perché, ma soprattutto della certezza di un destino buono. Il Meeting offre oggi (ore 11.15, eni Caffé Letterario A3) un approfondimento della realtà del “Mondo Piccolo” attraverso l’incontro con Egidio Bandini, giornalista e presidente del “Club dei Ventitré”; Michele Brambilla, inviato editorialista de La Stampa; Alberto e Carlotta Guareschi, figli di Giovannino Guareschi. 



Si tratta di un’occasione per imparare il modo, all’apparenza semplice ma nella realtà drammaticamente umano, con cui lo scrittore tratta i valori della vita: l’amicizia, il dolore, la felicità, i rapporti familiari, la memoria, la morte. Con la leggerezza dell’ironia e dell’umorismo, ma con la consapevolezza del rapporto con il Destino.



La mostra “Mondo Piccolo – Roba Minima. Le periferie esistenziali in Giovanni Guareschi ed Enzo Jannacci”, è una tra le più visitate in questi giorni al Meeting. Racconta in un parallelo tra i due personaggi questo sguardo acuto sul reale. Affascinando soprattutto i giovani, che sanno un po’ di Guareschi grazie ai film della serie “Don Camillo e Peppone” che ciclicamente vengono riproposti in televisione.

«La riproposta abbastanza continua di questi film è una fortuna e una sfortuna al tempo stesso, devo essere sincero – afferma Egidio Bandini – Perché  se è vero che così si arriva a un pubblico più giovane, è anche vero che il lavoro cinematografico è tutt’altra cosa rispetto ai libri di Guareschi». I trecentoquarantasei racconti di “Mondo Piccolo” percorrono in lungo e in largo le strade della nostra umanità, proprio partendo dalle periferie, dalla vita semplice che diventa eroica. 



«In questo senso la platea del Meeting, e il successo della mostra, alla quale abbiamo partecipato con l’Archivio Guareschi, lo dimostra, rappresenta uno spazio importante per la capacità di suscitare confronto e riflessione – sostiene ancora Bandini -. Avvenne già nel 2008, con la mostra sul Guareschi cristiano e oggi si  ripropone una contemporaneità dell’autore, messo in contrapposizione con Jannacci. Una contrapposizione tra due tipi umani che, in realtà, si incontrano, come due estremi che si toccano. Questi personaggi, all’apparenza così distanti, vivono e danno dignità al piccolo mondo provinciale, che poi è formato da tanti piccoli mondi, da tante storie minime».

La mostra, infatti, è capace di dare assoluta rilevanza a un’umanità che incontriamo ogni giorno, che fa parte della nostra stessa umanità. Con le sue periferie esistenziali.

Secondo Bandini, «la mostra è bella perché riesce a raccontare che la vita è drammaticamente bella. E al tempo stesso sa tracciare i percorsi che vanno dritti al cuore delle nostre umanità, così diverse ma al tempo stesso così piene di desiderio di cose buone, di destino. 

Guareschi trasmette questi sentimenti attraverso i personaggi dei suoi racconti, che sono persone vere, che possiamo incontrare anche noi tutti i giorni. Ad esempio, sono il giornalaio, la vicina di casa, il cugino che abita lontano e che si fa vivo all’improvviso. Attraverso le sue pagine, dove ci sono il dramma e l’umorismo, il pianto e il sorriso, incontriamo le storie minime che compongono la realtà. E ci fa comprendere che riconoscere il vero è stupendo».  

Non c’è sforzo in Guareschi nell’accompagnarci quasi per mano sulle strade del nostro piccolo mondo, facendo sempre i conti con  la verità delle cose e dei rapporti, perché nulla vada perduto o venga giudicato senza essere prima  conosciuto e stimato, nel bene e nel male. 

Un metodo che certamente interessa, visto che i libri di Guareschi sono stati tradotti, con un buon successo, in tutto il mondo, anche per gli eschimesi del Polo Nord. 

 

(Paolo Cavallo)

Leggi anche

CRISTIANI PERSEGUITATI/ Noi, ovunque "stranieri", a Mosul come a MilanoCRISTIANI PERSEGUITATI/ Bhatti: dal Pakistan all'Iraq, l'ideologia nemica della fede è una solaUCRAINA/ Dalla periferia al centro: la rivoluzione della tenerezza