Visitare Miramare oggi (con il libro di Pietro Zovatto, Religiosità di Massimiliano d’Asburgo a Miramare, luglioeditore, Trieste 2014) significa rivivere in uno specchio la personalità di Massimiliano d’Asburgo, nel contesto della cultura europea di metà Ottocento. In quella temperie culturale emerge il Massimiliano principe romantico con la sua attitudine d’infinito e una psicologia portata all’esaltazione dell’io lanciato protagonista di magnanime imprese come di un nazionalismo accanito emergente dalle molte nazionalità dell’Impero asburgico.
La residenza che Massimiliano si costruisce a Miramare non è luogo tecnico di rappresentanza del potere, non è il maniero di difesa, quale luogo di vanto della dinastia degli Asburgo, ma è il suo nido, il suo rifugio, la sua casa personale: il parco è il suo luogo di meditazione dei suoi sogni e delle sue elevazioni spirituali; e insieme spazio per la sperimentazione botanica delle piante orientali.
La biblioteca nel Castello si pone come compendio di un mondo che Massimiliano voleva conoscere e possedere dall’interno fin nelle sue fibrille più intime. Si trova al centro del Castello e diventa un universo trascritto nei libri di carta, dove viaggi, storia, botanica, arte, architettura, letteratura e in particolare fede e religione, ma anche vita interiore, trovano tangibile attualità. L’arciduca e la sua amata consorte Carlotta raccolgono più di 3550 volumi editi tra il 1830 e il 1860, ancor oggi conservati e in parte esposti in una sala al piano terra della dimora triestina. Sono il frutto di scelte personali, ma anche il risultato della ricerca di strumenti di lavoro, utili alle attività politica, militare e dinastica, cui Massimiliano si dedicava nell’ambito della gestione della Marina austriaca e poi nell’amministrazione del Lombardo Veneto.
La sala che Massimiliano dedicherà alla conservazione dei suoi volumi sarà la più grande nel piano terra del Castello, occupato in parte dal suo appartamento, tutto affacciato sul mare e sulla terrazza, vera e propria tolda di una nave. Un davanzale aperto sull’infinito, emblema della sua anima protesa all’oltre della conoscenza e della fede. In questa stanza egli svolge il suo lavoro quotidiano in qualità di arciduca e di contrammiraglio della flotta austriaca e, secondo i compiti propri al suo rango, progetta nuove residenze, perfeziona lo studio delle lingue, ma anche viaggia, grazie alla lettura delle numerose guide, attraverso il mondo. Cura con molta attenzione l’arredo, quando raccomanda ai decoratori Franz e Julius Hoffmann di realizzare le pareti in legno di quercia e di collocare i busti di scrittori rappresentanti le più grandi letterature mondiali: il vate Omero, per la greca, il divino Dante per l’italiana, il possente Goethe per la tedesca e il lirico per eccellenza Shakespeare per l’inglese. Attenzione viene riservata alla collocazione dei volumi, in corrispondenza dei singoli ripiani indicanti la posizione di ogni singolo libro.
Il catalogo allestito con puntigliosa diligenza alemanna, è pubblicato dalla stamperia di corte di Vienna nel luglio del 1863. Raccoglie testi di letteratura, di pedagogia, arte, storia, fisica, botanica e geografia, in tedesco, inglese, francese, spagnolo e italiano, e, ovviamente, di religione.
Una biblioteca, dunque, al servizio anche delle passioni legate all’interesse per la natura che accomunavano Massimiliano e Carlotta, l’amata consorte, figlia del re del Belgio. Spicca, ad esempio, una ricca serie di testi sui giardini, che rivelano una piena condivisione con quanto era di “tendenza” nelle corti di mezza Europa: il giardino paesistico secondo lo stile inglese, cui Massimiliano si ispira quando avvia la progettazione del parco.
Del resto, la contemporaneità più che un punto fermo di Massimiliano, è un suo ideale assoluto: vivere il presente per essere parte attiva nel complesso dell’universo.
Tra le molte sezioni, rilevante appare quella dedicata ai testi su temi religiosi, che vengono per la prima volta analizzati e studiati con attenta puntualità. Protagonista è la storia della chiesa in tutte le sue sfaccettature, in particolare nei rapporti con lo Stato, mentre sono volutamente banditi i contributi di autori allora contemporanei apertamente ostili all’Austria, come il grande di Rovereto Antonio Rosmini.
Ancora una volta Massimiliano si rivela personaggio di notevoli qualità, buon conoscitore del sapere ecclesiastico che è testimoniato nella biblioteca tra volumi di semplice devozione, ma anche di approfondimento storico e filosofico, quasi uno specchio di due anime in lui conviventi: l’aristocratica e la popolare liberale, testimoni del credo da un lato e della ragion di stato dall’altro. Argomenti, peraltro, noti a Massimiliano sin da giovane, quando si interessò personalmente all’edificazione della Votivkirche, chiesa eretta in stile neogotico da Heinrich Ferstel, nel 1853, a Vienna in ringraziamento dello scampato pericolo di un attentato del fratello Francesco Giuseppe I, imperatore.
Il contributo di Pietro Zovatto apre l’attitudine culturale dell’arciduca verso nuovi orizzonti, fino ad oggi mai affrontati: i testi di carattere sacro, in particolare dei libretti di devozione popolare ad uso delle funzioni liturgiche e dell’esercito, nonché degli studenti, presenti nella biblioteca. Essi rendono concreto il suo interesse per lo studio del pensiero e dell’orientamento religioso nell’Ottocento, dalle dotte formulazioni manualistiche e fin nelle espressioni più umili. Emerge, anzi, un’ulteriore chiave di lettura che contribuisce alla comprensione della sua personalità: animata dalla tradizionale confessione cattolica romana della dinastia asburgica, com’è dimostrato dalla accuratezza con la quale egli concepisce l’arredo nella cappella del Castello e dalla decisione di collocare sulla facciata la statua della Madonna Stella Maris, protettrice dei marinai e guida di ogni persona di buona volontà.
La sua morte per fucilazione a Querétaro (Messico, 1867) non spense l’alone di stima che si era guadagnato specie presso il popolo minuto. Oggi il suo ricordo è sentito come quello di un uomo liberale sensibile ai bisogni del popolo e capace di prolungare nei secoli la fama di un uomo di animo nobile e magnanimo religiosamente ispirato nei suoi ideali.
Rossella Fabiani