In molti commenti sulla strage di Parigi si è detto che il terrore era riapparso a Parigi, con riferimento all’altro eccidio nella redazioni di Charlie Hebdo e al ristorante kosher. Vi è tuttavia anche un altro Terrore che ritorna alla mente: quello che imperversò a Parigi e in Francia dal luglio del 1793 al luglio del 1794 ad opera di Robespierre, detto l’Incorruttibile, e di Saint-Just. Un terrore che, in nome dei principi di libertà, fraternità e uguaglianza, condannava a morte chi era considerato nemico di questi principi, non importa se vi si opponesse, bastava il suo stato, per esempio di religioso. Certo, a differenza degli sgozzatori dell’Isis, Robespierre e Saint-Just utilizzavano la “macchina umanitaria” del dottor Guillotin per le decapitazioni.
Il tragico sogno di poter creare con la forza un uomo nuovo e una società perfetta è continuato con il comunismo e le sue innumerevoli vittime, violando la stessa essenza dell’umano in modo tale da diventare insopportabile per gli stessi comunisti, come il Terrore lo divenne per i rivoluzionari francesi, e come il Terrore cedette il passo al regime napoleonico, così la dittatura del proletariato si trasformò nella dittatura di un partito teso a preservare solo il proprio potere.
Il sogno fu ripreso dalla Rivoluzione culturale cinese, anch’esso con un enorme numero di vittime, e anch’esso si è trasformato in un regime dittatoriale teso a riaffermare il proprio potere, non solo in Cina ma a livello mondiale. Alla versione più estrema della rivoluzione maoista, quella di Pol Pot, fu messa fine dall’invasione del Vietnam, anch’esso comunista, ma in versione sovietica post-ideologica.
Dall’esterno fu posta fine anche a un’altra rivoluzione che voleva costruire una società nuova, in cui libertà, fraternità e uguaglianza venivano raggiunti creando un uomo nuovo e perfetto, perché perfetta la razza che il nazismo avrebbe creato. Per questo scopo, era necessario eliminare non i nemici di classe come nel comunismo, ma gli imperfetti, quelli che venivano infatti definiti Untermenschen, sottouomini, gli ebrei in primo luogo, ma anche gli zingari o i disabili e tutti quelli che potevano rovinare la purezza della razza. E’ terrificante che, sotto altre giustificazioni, questa dimensione eugenetica stia riapparendo anche nella attuale cultura e in diverse legislazioni.
Nei territori da loro occupati, i musulmani dell’Isis stanno imponendo la loro visione di uomo nuovo, il “vero credente” , e in nome di essa eliminano chi considerano infedeli, come i cristiani, o miscredenti, come sciiti e sunniti che non si adeguano alla loro visione. Tutti costoro sono ostacolo alla realizzazione della società islamica perfetta e vanno combattuti ovunque, eliminati come materia che inquina tale perfezione, come avvenuto nelle ideologie già citate.
Anche i cristiani hanno in passato ceduto a questa tentazione, ma tradendo così il cristianesimo che professavano. Nel Vangelo Gesù Cristo parla di una nuova nascita, ma l’uomo nuovo di cui parla a Nicodemo nasce dallo Spirito Santo e tocca all’uomo accoglierlo dentro di sé. Lo Spirito soffia dove vuole e non segue le nostre prefissate ideologie.
Su Facebook è apparsa in questi giorni un’invettiva di François Cavanna, fondatore di Charlie Hebdo, che inizia con “Voi, i cristiani, gli ebrei, i musulmani, i buddisti, gli scintoisti, gli avventisti, i panteisti i testimoni di questo e di quello, i satanisti, i guru, i maghi, le streghe,…” e termina con “Voi, oh, tutti voi non rompeteci i c….! Fate i vostri salamelecchi nella vostra capanna, chiudete bene la porta e soprattutto non corrompete i nostri ragazzi. Non rompeteci i coglioni!, cani!“.
Ecco un altro “perfetto” che traduce i valori della Rivoluzione francese nel rinchiudere in gabbia chi non la pensa come lui, etichettato senza possibilità di scampo come un elemento inquinante, un corruttore che merita l’appellativo di cane.
Il punto non è quindi, come si sente dire dopo i fatti di Parigi, contrapporre Dio ad Allah (per inciso, Dio è chiamato Allah anche dai cristiani arabi), ma cosa pensiamo ci sia richiesto da questo Dio.
Per i cristiani, Dio non è solo misericordioso, ma è Padre e come tale ama tutti i suoi figli, tanto da essersi incarnato nella nostra miseria umana per salvarla, un Padre che chiede non sottomissione, ma l’ubbidienza e l’amore che un figlio ha per il padre, un amore e un’ubbidienza che richiedono il pieno impegno della libertà, della ragione, del cuore umano. E che rendono inutile inseguire la mefistofelica illusione di essere i creatori di se stessi.