La nascita di una nuova casa editrice è sempre motivo di festa. Ancor più oggi, quando il numero di funerali sovrasta, e di gran lunga, il numero di battesimi. Una festa perché è una nascita che preannuncia altre nascite, altri libri, altra conoscenza, cultura, libertà. E ogni autore, ogni editore sa che la trepidazione con cui si vive la nascita di un libro non è dissimile — certo, con ben altra intensità —, da quella che accompagna l’inizio dell’avventura di una nuova esistenza nella famiglia umana. 



Festeggiamo allora l’arrivo della Nave di Teseo, “nuova” casa editrice — con Elisabetta Sgarbi al timone — che si ripromette di difendere, di incrementare conoscenza, cultura, libertà. Corriam tutti a festeggiar: il Conte, la Contessa, Susanna e Cherubino con Fazio e Gramellini e Littizzetto e tutta la compagnia di giro.



Eppure. Eppure qualche dubbio, qualche interrogativo s’insinua. 

Se, come dice il mai sufficientemente letto Orwell, libertà di stampa è dire alla gente quel che la gente non vorrebbe sentirsi dire, forse non è tutto oro quel che luccica. Forse i libri, gli autori, gli editori che piacciono alla gente che piace, in un gioco di specchi infinito, sono altra cosa: dicono alla gente quel che alla gente piace sentirsi dire. Gli apocalittici si sono da tempo integrati e, transitati dal comunismo al luogocomunismo perbenista e apodittico, dettano il tempo di quel che si può e di quel che non si può dire. Senza mai essersi sporcati le mani per il popolo — “Io, le mani, le ho sporche. Le ho affondate nella merda e nel sangue fino ai gomiti”.



Per quanto ancora? L’anagrafe, certamente, non aiuta. E se, come diceva il mai sufficientemente letto Escarpit, “la diffusione della lettura è sempre un atto militante”, lo spazio per la loro militanza è inesorabilmente contingentato. In attesa che altre militanze, amo sperare più reali, più vere, emergano, si impongano, diffondano la passione per la conoscenza, la cultura, la libertà. La lettura.

Ma, intanto, corriam tutti  a festeggiar. Il Conte e Fabio Fazio, la Contessa e Littizzetto, Cherubino e Gramellini. E tutta la compagnia di giro.

P.S.: il malcapitato che volesse a tutti i costi trovare una valutazione fuori dal coro dell’operazione Rcs Libri-Mondadori, può leggere qui. Dove sostengo che il problema vero è l’oligopsonio, non il presunto oligopolio. E che ogni azione genera una reazione uguale e contraria. Non a caso Gems (gruppo Mauri Spagnol), sorridendo sotto i baffi, finge di strapparsi le vesti, mentre allarga le braccia pronto ad accogliere ogni indignato transfuga.