Proprio il 2 agosto 2016, cioè nel pieno dell’Anno Santo della Misericordia, si compiranno 800 anni della Porziuncola, il luogo per il quale san Francesco chiese a Papa Onorio III, in quel momento a Perugia, di concedere l’indulgenza plenaria a tutti coloro che l’avrebbero frequentata confessandosi. Per la prima volta si sarebbe potuta dare l’indulgenza al di fuori di Roma, Santiago, San Michele al Gargano e Gerusalemme. Ma, soprattutto, del tutto gratuitamente.
Per cogliere le portata di quella rivoluzione devo fare una rapidissima storia delle indulgenze fino a quel momento. Dall’età apostolica fino all’VIII secolo il sacramento della confessione rappresentava sotto certi aspetti un secondo battesimo. La differenza stava nel fatto che mentre il battesimo rimetteva tutti i peccati subito e in modo completo, la confessione prevedeva un lungo e penoso cammino di penitenza pubblica, la quale doveva essere scontata prima dell’assoluzione dei peccati. Di tanto in tanto alcuni vescovi, in circostanze particolari, mitigavano tali pratiche, cioè erano indulgenti: uno, per esempio, fu Ambrogio di Milano che diceva di non volere una comunità composta per lo più da penitenti pubblici. Nel secondo periodo, dall’VIII al XIV secolo, si introdusse l’usanza di dare l’indulgenza scambiando la pena canonica, di solito molto gravosa, con opere più leggere. Per esempio partecipare a crociate, fare pellegrinaggi ed elemosine.
Non proseguo oltre perché già così si può capire un po’ quanto fosse rivoluzionaria la richiesta del Santo. Dopo un’esitazione il Papa acconsentì ma subito i cardinali del seguito lo spinsero a ridurre i termini della facilitazione: “Badate, Signore, che se concedete a costui una tale indulgenza, distruggete quella d’oltremare”. Forse, se si fosse accolta la richiesta del poverello d’Assisi, non ci sarebbe stata l’occasione per la Riforma che venne data a Lutero dall’abuso sulla dinamica delle elemosine.
Per quanto ristretta comunque Francesco qualcosa ottenne e così poté annunciare: “Fratelli miei, voglio mandarvi tutti in Paradiso!”. Con 800 anni d’anticipo aveva ottenuto ciò che adesso è normale, cioè di ottenere la completa remissione delle colpe semplicemente pentendosi, confessandosi e andando in una chiesa.
È una coincidenza tutto ciò? È una coincidenza che, esattamente 800 anni dopo, un Papa che si chiama Francesco faccia per tutto il mondo quello che san Francesco avrebbe voluto e che chiedeva? Io me lo immagino Papa Francesco che si affaccia al balcone del suo studio e dice: “Buongiorno! Fratelli miei, voglio mandarvi tutti in Paradiso! Buon pranzo!”. Mi sembra perfettamente in linea, non ci vedo nulla di stonato. Queste coincidenze mi fan pensare alle carezze di Dio. Ecco perché mi colpisce: un anno di misericordia che coincide con una domanda di tanti tanti anni fa.
Allora la risposta fu un sì che divenne subito così piccolo da trasformarsi quasi in un no, e la colpa non fu del Papa ma della Curia. Oggi noi cosa rispondiamo? L’8 dicembre si aprirà la porta santa. Il nostro cuore, la nostra fede, la nostra vita, si aprirà? L’altra volta dissero di no i potenti, questa volta cosa risponde alla misericordia ciascuno di noi? A volte siamo bravi e ci sentiamo bravi perché sappiamo porgere l’altra guancia agli schiaffi della vita. Ma sappiamo porgere l’altra guancia alla carezza di Dio, allo Spirito del Signore? Siamo pronti per la misericordia? O le nostre lotte per i diritti non negoziabili, per i nostri “non prevalebunt” ci hanno fatto dimenticare che la buona battaglia è fatta di chiese da ricostruire nei nostri cuori, nelle nostre vite, nelle nostre case. La Porziuncola era stata ricostruita da Francesco. Era roba di braccia e fede, di mattoni e preghiera. Nessuna guerra di parole, nessuna crociata di proclami e “no pasaran”.
Mi piacciono le coincidenze, il soffio dello spirito, le carezze di Dio. La misericordia ci aspetta. Francesco 800 anni fa chiedeva una misericordia senza confini che era del tutto folle per quei tempi. Oggi Francesco ci apre una porta e ci invita ad entrare. Entrare, per prendere e per dare perché la misericordia funziona così. Ha un doppio senso di marcia. Va e torna. Siamo pronti per questo viaggio? Possiamo cambiare la storia. La nostra storia personale. Che poi è l’unica storia che conta. Quella che esce dai libri.