Il 6 aprile del 1917, 98 anni fa, nasceva Leonora Carrington, scrittrice e pittrice inglese, che visse a lungo in Messico e che in quel paese produsse le sue opere maggiori. Nel panorama artistico letterario internazionale, Leonora Carrington si inserisce come il tassello mancante di un puzzle. La sua vena artistica, letteraria e pittorica nasce con lei e, grazie all’agiatezza della propria famiglia, viene facilmente coltivata già negli anni della sua giovinezza. Nata nel 1917 a Lancaster, in Inghilterra, sceglie molto giovane di trasferirsi in quella che all’epoca era considerata la capitale artistica mondiale. A Parigi viene in contatto con pittori surrealisti dell’omonimo movimento di cui presto farà parte. In quel periodo inizia una relazione con Max Ernst, celebre pittore e scultore surrealista nativo della Germania ma cresciuto e formatosi in Francia.



L’artista era ritenuto un valente e celebre surrealista. Nonostante la grande differenza d’età con l’amato, ben ventisei anni più grande di lei, volle portare avanti a tutti i costi questa relazione così scandalosa per la morale dell’epoca. Questa relazione fu però molto breve, turbata e osteggiata non solo nel suo ambiente ma anche e soprattutto dagli eventi del momento. Leonora Carrington faceva parte di un gruppo antifascista, il Kunstler Bund, costituito da diversi intellettuali dell’epoca. Il conflitto bellico tra Francia e Germania portò all’arresto di Ernst, in conseguenza del quale fu scossa da un forte esaurimento nervoso che culminò in una profonda depressione che la costrinse ad un ricovero presso una struttura specializzata. Si riprese abbastanza presto ma fu costretta dal regime nazista, invasore della Francia, a fuggire in Spagna. I fatti accaduti però la scossero al punto tale da causare un ritorno della sua depressione, costringendola ad un nuovo ricovero. “En bas” è una sua opera letteraria in cui l’artista parla proprio di questa esperienza in un ospedale psichiatrico. Nel 1939 decide di recarsi in Messico dove resterà per quasi settant’anni, fino al giorno della sua scomparsa avvenuta il 26 maggio 2011 all’età di 94 anni. In Messico l’artista completa la sua formazione e realizza la maggior parte delle opere, sempre in tema surrealistico, che la renderanno famosa nel mondo. La celebre pittrice Remedios Varo diventerà sua grande amica, dalla quale trarrà momenti di ispirazione seguendone in alcune opere i tratti onirici. Tra le due donne l’intesa è pressoché immediata. Entrambe hanno un carattere ribelle dai tratti adolescenziali. L’opera artistica di Leonora Carrington è prevalentemente autobiografica. L’humor nero e gli scritti onirici infatti rappresentano le trame dei suoi racconti e delle opere teatrali surrealiste. I suoi libri sono stati scritti in tre diverse lingue: spagnolo, francese e inglese. Anche nell’arte pittorica seguì l’ispirazione raccolta dall’amica Remedios Varo, infatti le sue tele sono spesso tinteggiate da figure oniriche. I suoi mondi fantasticamente straordinari sono stati rappresentati nelle commedie, nei racconti ed anche nei tessuti utilizzati durante alcune opere teatrali. L’artista ha sempre avuto un rifiuto netto, senza compromessi, per ogni forma di convenzione sociale a suo vedere limitante per l’espressione di un artista. La sua fervida immaginazione le ha permesso di realizzare opere uniche apprezzate sempre non solo dagli amanti del surrealismo e riuscendo, con la sua indiscussa eccentricità, a creare immagini intense sapientemente mescolate ad una sottile e coinvolgente comicità. Certamente uno degli esempi più concreti del fantastico mondo di Leonora Carrington lo si trova nella sua opera letteraria “Il cornetto acustico”. Anche nell’arte pittorica l’artista mostra il suo naturale orientamento per il mondo onirico ed irrazionale. Fu proprio Max Ernst ad incoraggiarla nel percorrere questa strada a lei così congeniale. Con il suo trasferimento in Messico però la Carrington abbandona il mondo surreale infantile, prevalso dalla rappresentazione di animali magici, in particolar modo i cavalli, per immergersi in nuove esperienze tra cui lo studio esoterico e la mitologia celtica. Un fulgido esempio del suo nuovo modo di esprimersi è riscontrabile nell’opera pittorica “Oink (Essi vedranno con i tuoi occhi)” Un olio su tela in cui la magia ed il mito prendono forma e vita grazie ai colori sapientemente mescolati dall’artista. Attraverso la pittura ha anche rappresentato i suoi due figli, Gabriel e Pablo nati dal matrimonio con Chiki Weisz. Il dipinto mostra delle figure realistiche ben mescolate a immagini surreali dove si nota la presenza, mai opprimente o prevaricante, di due cani. L’opera si chiama “La figlia del Minotauro”. Per sua stessa ammissione, il primo approccio con la maternità è stato sconvolgente. Non avendo mai avuto alcuna notizia né conoscenza dell’essere madre ne fu inizialmente scioccata, ma poi la paura si trasformò in un istinto materno molto forte che l’accompagnò per tutta la vita. La vita messicana sarà comunque prevalente in ogni suo lavoro artistico, come per esempio nella breve commedia “L’invenzione della salsa” in cui descrive quella che per molti è una leggenda, cioè il rito della preparazione del tipico condimento messicano mescolandolo con il sentimento da lei provato verso l’alchimia culinaria. Oggi si ricorda la nascita della celebre artista avvenuta il 6 aprile del 1917. Tutto il mondo artistico ne festeggia ancora il suo genetliaco ricordandola come la donna che ha saputo trarre dalla sua rabbia e dalla sua natura ribelle, l’opportunità di sapersi ritagliare uno spazio esclusivo privo delle convinzioni ipocrite di ogni società. Riuscendo anche a primeggiare in momenti artistici e lavorativi che, per tradizione, sono sempre stati esclusiva prerogativa del genere maschile.

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