“Fermatevi!”: il 18 giugno 2015 Papa Francesco ha fatto sentire il suo grido con una veste dottrinale, scagliandosi contro lo sfruttamento della natura e le radicali ingiustizie globali. Nell’enciclica Laudato Si’ il Pontefice denuncia l’egoismo del profitto a breve termine che arricchisce pochi a scapito non soltanto di grandi parti della popolazione mondiale, ma anche delle generazioni future tramite la distruzione dell’ecosistema. Secondo il Papa, attraverso l’economia globalizzata, il sistema finanziario e i mezzi della tecnoscienza, tale mentalità del consumismo e dell'”usa e getta” ha penetrato i nostri sistemi politici, economici e sociali. Tale analisi viene svolta con una concretezza di dettagli finora estranea alle tradizionali encicliche sociali, ed è capace di mettere in risalto il potere totale e minaccioso di questa mentalità in tutte le sue sfaccettature.



Per la prima volta, un’enciclica sociale fa completamente a meno di proporre un ordine politico, economico e sociale in qualche modo “alternativo” alla situazione esistente. L’attenzione di Francesco si rivolge al problema di come l’ordine esistente allontana l’uomo dall’unico vero “ambiente” in cui diventa possibile incontrare in modo autentico l’altro, il povero e Dio: e cioè nell’ecosistema. Esso è la «casa comune» di tutti (LS 1, 13), e in 246 paragrafi su 187 pagine, il Papa delinea le conseguenze dall’affermazione della Genesi che «noi stessi siamo terra» (LS 2). Il fatto che oggi la natura “soffre”, per Francesco è l’espressione più chiara del fatto che la vita dell’uomo non si trova più in equilibrio. Tale nuovo metodo dell’enciclica di vedere insieme la questione sociale ed ambientale viene chiamato «ecologia integrale» (LS 137): maltrattare la natura, per Francesco è infatti contrario alla dignità umana (LS 92).



“Fermatevi!” — contro la mentalità dell’accelerazione, della crescita infinita (LS 106) e dello sfruttamento della terra e degli uomini, Papa Francesco propone la prospettiva del bene comune a lungo termine (LS 178) a cui tutti possono contribuire attraverso un cambiamento radicale di stile di vita a partire della realtà quotidiana (LS 206). Sostanzialmente tale cambiamento, che Francesco proclama con un’enfasi che ricorda i profeti veterotestamentari Amos ed Osea, consiste nel riscoprire l’autenticità di una vita più sobria che si libera dal dominio del consumismo e dello spreco (LS 223). Per innescare una nuova cultura capace di affrontare la crisi, sarebbe innanzitutto necessaria una nuova leadership (LS 53), capace di realizzare la nuova responsabilità dell’«ecologia integrale» a tutti i livelli decisionali, fino a trasformare le strutture della global governance (LS 165, 174).



Sembrerebbe che Francesco abbia voluto evitare due fraintendimenti di questa enciclica, che tuttavia però inevitabilmente accompagneranno la sua ricezione. (1) Si tratta di un’enciclica sull’ambiente, non di un manifesto dell’ecologismo. (2) Sebbene Francesco rimproveri gli imperativi economici del progresso e del profitto “ad ogni costo”, non riprende le sue forti critiche al capitalismo espresse nella Evangelii Gaudium, che pertanto non ricevono un riconoscimento dottrinale. L’intenzione di Francesco non è di esprimersi a favore della teoria della decrescita, ma di denunciare il degrado in tutte le sue forme (LS 56, 61): umane, ecologiche, sociali.

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