Dopo Natale, Ferragosto, Carnevale in giallo, e dopo i racconti di ambientazione scolastica di analogo tema, la presente antologia, La crisi in giallo, presenta sei racconti in cui ricompaiono i protagonisti consueti della scuderia di autori Sellerio: il commissario — pardon, vicequestore — Rocco Schiavone di Antonio Manzini, il “barrista” Massimo e i pimpanti vecchietti del Bar Lume usciti dalla penna di Marco Malvaldi, il variopinto panorama degli abitanti della casa di ringhiera milanese creata dalla fantasia di Francesco Recami, e tutte le presenze letterarie ormai diventate familiari per il lettore di queste periodiche uscite.
Questa volta, il filo conduttore dei sei racconti è la crisi: un tema che non solo è da sempre al cuore del giallo o del noir (giacché le indagini più drammatiche sono, da sempre, quelle che scavano su vicende accadute ai margini della società); la crisi qui è anche un potente catalizzatore utile a far emergere, a rivelare la personalità più autentica di un personaggio, anche di quello più agro, bisbetico e scostante, quale può esserlo un vicequestore trasferito controvoglia da Roma ad Aosta come Rocco Schiavone. Questi, nel primo racconto dell’antologia, “L’anello mancante” (pp. 11-56) si trova di fronte a un caso che ha dell’incredibile: nel cimitero di Aosta, in occasione dell’esumazione del corpo di una signora della buona società, molto chiacchierata per la sua condotta sentimentalmente spregiudicata, sopra la bara viene ritrovato un secondo cadavere, senza alcun segno possibile di identificazione. Eppure, con un filo di logica, e molta umanità, Rocco Schiavone risolverà il mistero, che, se ha qualcosa di delittuoso in sé, implica un delitto minore, un peccato veniale, frutto di disperazione e di vergogna.
Delitto di piccolo cabotaggio, ma rivelatore di non meno drammatici panorami interiori, è quello, in realtà duplice, al centro del racconto di F. Recami, “Chi ha pane non ha denti, chi ha denti non ha pane” (pp. 141-178): fin dal titolo, è evidente il riferimento al signor Luigi de Angelis detto Luis, ottuagenario ex tassista che solo alle soglie della quarta età è riuscito a realizzare il sogno di una vita, acquistando una fiammante Bmw Z.3 24 valvole, sua croce e sua delizia in varie avventure della serie di Recami. Qui, addirittura, Luis arriva a sequestrare Moka, un cagnolino colpevole di fare, ogni mattina, i suoi bisognini sulle ruote dell’auto; parallelamente, assistiamo ai dubbi del Consonni, tappezziere in pensione, circa il suo precoce rimbambimento, giacché i contanti da lui periodicamente prelevati al bancomat per le piccole spese di casa e custoditi in un barattolo in cucina sembrano svanire troppo in fretta; inoltre, la signorina Mattei-Ferri, cui la paraplegia che da decenni le consente di riscuotere una pensione di invalidità non ostacola — come abbiamo già scoperto in altri casi — spericolate acrobazie domestiche, dopo una rovinosa caduta mentre cerca di recuperare un referto medico custodito sopra l’armadio dev’essere visitata urgentemente presso l’ospedale di Lugano, assistita dalla professoressa Mattioli, la quale, tra un viaggio e l’altro, troverà modo di compiere anche un’opera generosa.
Ma non si parla solo di piccoli drammi privati: in “Operazione Raskol’nikov” (pp. 181-219) Nicola Fantini e Laura Pariani sono impegnati in un caso che ci presenta, attualizzate ai nostri tempi postmoderni, le miserie della condizione operaia in un mondo globalizzato, in una società liquida, senza più ideologie, e in cui insospettabili margini di delinquenza si aprono per chi abbia la spregiudicatezza di accedere con intenzioni truffaldine ai Fondi europei.
In questa direzione, Dominique Manotti (pp.223-249), in “Libera concorrenza” ci mostra un plausibile spaccato del mondo dell’alta finanza internazionale, fra ristoranti di lusso, riunioni al vertice di multinazionali che muovono centinaia di milioni di dollari e operazioni finanziarie spericolate e, insieme, delle impensate, ma forse plausibili e possibili interferenze fra giurisprudenza ed affari.
Gaetano Savatteri (pp.57-138) ci esemplifica il significato dell’espressione “il fatto viene dopo” raccontando una storia dove di mescolano incontri in età adulta di vecchie fiamme giovanili, richieste di indennizzo per le conseguenze di liti adolescenziali e segreti delle signore della buona società palermitana. Chiude la raccolta “Non si butta via nulla” (pp. 251-285), che presenta proprietario e clienti dell’ormai celeberrimo bar toscano, coadiuvati dall’ormai imprescindibile commissaria Alice, alle prese con l’avvelenamento di ventidue maiali di pregiata razza maremmana uccisi all’interno di un parco naturalistico: per l’appunto, del maiale non si butta via niente; persino il luogo dove si aggirano grufolando in libertà può avere la sua importanza.
I sei racconti dell’antologia contribuiscono a fissare, ancora una volta, la personalità e le caratteristiche di personaggi che ormai ci sono familiari: ne ricaviamo un pomeriggio di lettura e di riflessione, accompagnata talora da un amaro sorriso, e a farci aspettare la prossima raccolta della serie: a quando, ci permettiamo di suggerire, una “Montagna in giallo”?
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Fantini e Pariani, Malvaldi, Manotti, Manzini, Recami, Savatteri, “La crisi in giallo”, Sellerio, Palermo 2015.