Mi hanno sempre catturato le storie alla “Davide contro Golia”, del “piccolo” cioè che a sorpresa, e contro ogni pronostico, vince contro il “grande”. Nello sport, la favola della Danimarca che vince gli Europei del 1992 (come racconta una bella puntata del programma “Sfide” a portata di YouTube) o l’oro del “minuscolo” Mennea a Mosca nel 1980 (da ragazzo nessuno puntava su di lui). Soprattutto, mi hanno sempre conquistato le biografie degli artisti che hanno seguito la loro stella, i loro sogni, sfidando ostacoli e pregiudizi. Per esempio, l’adolescente Raymond Carver che iniziò il laboratorio delle sue short stories con un corso di scrittura per corrispondenza. Carver era povero, in un freddo paese di boscaioli nello stato di Washington dove nessuno avrebbe scommesso un dollaro su di lui… E sarebbe restato così per lunghi anni: la sua stella si sarebbe accesa dopo un sentiero molto intricato (e alcolico) non troppo diversamente da quanto accadde a Stephen King (Sperling & Kupfer ha appena ristampato On Writing, la sua indispensabile autobiografia).



Non è facile però prendere consapevolezza dei nostri sogni più profondi. Intuire il sentiero più autentico della nostra vita. Certo, può aiutare fare silenzio intorno a noi mettendoci sulle tracce della “contemplazione perduta”. Troppo spesso abbiamo il cuore eroso da un tempo ultrarapido e multicaotico. La bellezza può essere un’ottima scorciatoia per fare chiarezza: dall’estasi di fronte al mare d’inverno alla lettura di un buon libro. 



In questo orizzonte, ci viene incontro Il signore dei sogni (Ares) il nuovo libro di don Mauro Leonardi: un saggio felicemente spiazzante che ho avuto la fortuna di veder nascere e crescere poco a poco. Mauro Leonardi è un contemplativo, animato, come si diceva di Mario Luzi, da un “pensiero poetante” che raggiunge il top quando rilegge le pagine del Vangelo. È come se prendendoti per mano ti facesse rivivere in presa diretta il dialogo tra Gesù e la samaritana oppure il mistero dell’Annunciazione (per citare due riflessioni del suo Mezz’ora di orazione). Leonardi è un assetato di assoluto e si potrebbero bene applicare a lui le considerazioni di Romano Guardini sui temperamenti densi di nostalgia: “Ha affinità con lo spazio infinito; con le vuote lontananze: il mare, la brughiera, i nudi dossi montani, l’autunno che fa cadere le foglie e dirada e schiarisce gli spazi… È più profondamente in rapporto con la pienezza dell’esistenza” (dallo splendido Ritratto della malinconia, Morcelliana). Ecco, Il Signore dei sogni è frutto di questo ardente laboratorio ed è la meditazione su tre uomini che risposero con generosità alla chiamata di Dio coltivando un sogno fra mille spine: il patriarca Giuseppe, Giuseppe sposo di Maria e Josemaría Escrivá. 



Alcune volte la parola “vocazione” fa storcere il naso. Sa di “obbligo”, di “peso”, di “sforzo”. È parola fredda. Nel suo percorso, Leonardi ci aiuta a capire invece che il “sogno di Dio” sull’uomo è un sogno di un amore singolarissimo. È fiamma e slancio, è vento di libertà con ali di speranza. Anche se qualche volta bisogna ingaggiare un “corpo a corpo” con il buio. Al patriarca Giuseppe tocca resistere alle tentazioni della spudorata moglie di Putifar, al Giuseppe dei Vangeli passare per l’iniziale incomprensione della maternità di Maria, a Josemaría Escrivá passare per i dubbi di chi non capì lo spirito e l’apostolato dell’Opus Dei, l’istituzione da lui fondata il 2 ottobre 1928.

Ma dopo il buio risplende sempre il volto paterno di Dio. Per capirci, ecco uno dei momenti più “caldi” e “paterni” del libro, la descrizione di come il sogno divino s’intreccia con quello di ogni uomo: “I sogni sono dentro la nostra vita, anche se è vero che è quella parte della nostra vita che non sta nei nostri smartphone e nei nostri computer, nelle nostre borse o tasche. Però non possiamo dire che per questo motivo siano meno reali. Se i nostri sogni sono reali, se nascono da noi, se sono nostri, allora sono di Dio. Allora c’è Dio. Perché Dio, se conta i nostri capelli, a maggior ragione conta i nostri sogni. Per lui siamo importanti. Per lui siamo tutto… Io sono il sogno di Dio. La mia vita non è la realizzazione del progetto di Dio su di me, bensì la storia di amore di Dio con me…”. 

A rendere particolarmente originale il percorso di Leonardi c’è lo studio di tre film molto legati al tema onirico: TitanicBiancaneve, A Beatiful Mind (che meraviglia le pagine dedicate alla moglie di John Nash interpretata dalla splendida Jennifer Connelly).

C’è davvero molto da meditare, anzi, c’è materiale fecondo per tornare a “sognare”.