Durissimo ed ennesimo attacco delle Femen, il gruppo di femministe ucraine, contro la Chiesa Cattolica, in questo caso contro la canonizzazione di Madre Teresa di Calcutta: indignazione da parte del gruppo di manifestanti che spesse volte in questi anni hanno protestato anche a seno nudo contro i vari diritti violati, a detta loro, contro le donne. La donnina e suora albanese tra le figure più importanti dello scorso secolo per la sua incessante lotta e assistenza alla povertà, viene invece considerata dalle Femen, con le parole della sua leader Inna Shevchenko – nessun legame con l’ex campione e Pallone d’oro del Milan – che la definisce una «donna che faceva finta di aiutare i poveri e le donne in particolari, quando poi vietava l’uso della contraccezione: le metteva in pericolo e quindi non si merita il titolo di santa, bensì di anti-donna». Attacco durissimo per il gruppo di femministe che nel mirino ha sempre più spesso la chiesa cattolica e anche quella ortodossa. «Con questa notizia, Papa Francesco conferma ancora una volta la guerra del Vaticano alle donne: una mafia cattolica che non può essere esempio per milioni di persone», rabbia mista a follia quella che esce dalle parole di Inna Shevchenko nel suo blog. L’invito finale per tutte le donne è per contrastare e per considerare proprio nemico Madre Teresa, in modo da lottare contro la sua presunta misoginia. Attacco unilaterale per un gruppo con il quale ragionare è spesso impossibile, data anche l’infondatezza delle loro teorie: affermare che una donna che di fatto ha dato la vita per il prossimo, in maniera indistinta che fosse uomo, donna, bambino o anziani con la scusa giù sentita della contraccezione è davvero insostenibile. Forse bisognerebbe andare a chiedere alle donne a cui la piccola suora ha salvato letteralmente la vita per capire se effettivamente si sono sentite discriminate, interessante sarebbe sentire la loro risposta. Ma forse per le Femen questo non interessa. 



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