Don Winslow è uno dei più prolifici e fortunati autori della new crime generation statunitense: in venticinque anni la sua opera è riuscita ad accattivare, conquistare e consolidare una famiglia di alcuni milioni di lettori. Come per tutti gli scrittori di successo che mano a mano divengono fenomeno planetario, nei diversi Paesi è da tempo avviata una ripubblicazione progressivamente esaustiva di esordi e memorabilia dell’autore cult americano.
In Italia, il primo ciclo dell’opera di Winslow (romanzi scritti all’alba degli anni Novanta, con storie tipiche della fine degli anni Settanta e dell’inizio degli anni Ottanta) riesce a far breccia grazie alle prime due traduzioni targate Einaudi: London Underground e China Girl. Rispetto a tante pagine ben più truci e magmatiche dell’opera dello scrittore, nei due volumi è costante un filo di ironia e introspezione. Non solo per la riuscita galleria dei personaggi secondari, non solo per le vicende narrative arricchite da riferimenti al costume, alla società, alla politica e alla cultura. La freschezza dei primi due libri di Don Winslow è garantita soprattutto dalla nascente tipizzazione di un personaggio di culto come Neal Carey. Ex ragazzaccio strappato ad una madre prostituta e tossicodipendente da un’improbabile agenzia specializzata in servizi riservati, Carey assomma i topoi dell’hard boiled e quelli del beat. Come se un Marlowe più giovane si fosse unito al giovane Holden salingeriano, con una robusta dose di passione per i misconosciuti tesori della letteratura anglosassone d’antan.
L’improvvisato detective, chiamato nelle due storie tradotte in Italia a riportare a casa una ragazza di buona famiglia finita nel girone infernale dell’eroina e uno scienziato riverito e accreditato sedotto da una pittrice cinese, ha uno spiccato talento nell’invaghirsi delle donne che incontra nelle sue indagini. Non c’è però in Carey ombra di machismo, né esibizione di armi seduttive. Al contrario, ben oltre la giovane età anagrafica e i notevoli mezzi investigativi ancora da esplorare, ogni avventura e ogni inciampo nell’indagine si trasformano in brevi romanzi di formazione che mettono a dura prova il calcolato cinismo e la retrostante fragilità dell’acuto investigatore.
Nel mezzo, Winslow regala pezzi di bravura affrescando con maestria lo sfondo dei suoi volumi. Nell’un caso, la Londra violenta di fine anni Settanta, quando l’utopia del flower power è stata sostituita dal nichilismo punk di bande improvvisate e vecchi marpioni del delitto pronti a riciclarsi; nell’altro, una Cina contraddittoria, fascinosa e disperata, smarcatasi forse dal comunismo ma incapace di gestire il capitalismo sfrenato.
Il giovane detective annuisce, annota, intuisce, interiorizza. E se tutto fa male, tutto scivola via nello spazio di una storia.