Il libro Marco Gallo. Anche i sassi si sarebbero messi a saltellare (Edizioni Itaca, Milano 2016) non racconta la “storia” di Marco Gallo, bensì ne osserva, con delicatezza e stupore, il maturare della coscienza. Marco Gallo è morto adolescente nel novembre del 2011 a causa di un tragico incidente in motorino. Da allora, da quel momento, i genitori hanno scoperto, nella vita normale e “banale” di quel ragazzo, tutta una trama di rapporti, di tormenti e di certezze che rendevano Marco umanamente interessante e sorprendente.
Il libro, cui ho avuto il dono di poter in piccola parte collaborare, è il racconto di questa scoperta che la morte, e ancor più la Resurrezione, hanno reso evidente e concreta. Non deve stupire il paragone implicito con Gesù. Infatti, proprio come i primi discepolo che stettero tre anni con Lui, i genitori e gli amici di Marco — dopo una vita passata insieme — hanno trovato nell’evento della Sua Pasqua una luce nuova capace di mettere insieme tutto e di far comprendere come ogni dettaglio, che in precedenza la mente aveva “solo” marginalmente annotato, apparteneva ad un disegno più grande e imperscrutabile.
È la fine, insomma, che ci fa comprendere l’inizio. Ed è per questo che è giusto ringraziare Antonio, Paola, Francesca e Veronica per questo lavoro che hanno tenacemente perseguito e portato a termine: li ringraziamo per aver avuto il coraggio di attraversare l’oceano di dolore che li ha travolti per ritrovare la consapevolezza di quanto avevano visto accadere dinnanzi ai loro occhi nella vita di quel loro figlio, di quel loro fratello, ancora così vivo e lieto.
Non voglio qui sottolineare i tanti miracoli di cui questo libro è testimone, e neppure le vicende misteriose e intrise di Grazia che hanno accompagnato “i giorni di Marco” — quei primi giorni di novembre del 2011 in cui il suo destino si è compiuto e realizzato. Tengo solo a sottolineare una cosa: questo libro ci offre l’opportunità di verificare con mano che cosa succeda quando nella vita domina la gioia della presenza, la presenza dell’Io e la presenza di Cristo.
Oggi assistiamo troppe volte al manifestarsi di un cristianesimo dominato dalle preoccupazioni del tempo e troppo poco siamo abituati a vedere il “peso” reale della Presenza di Cristo. Ecco, io credo che chiunque legga questo libro, si possa rendere conto di come Marco fosse dominato da questa Presenza e di come questo “dominio” lo rendesse vivo e vero nell’esperienza umana. Non c’è occasione o momento migliore che il Natale per accostarsi a questo piccolo “capolavoro di famiglia”. Perché è a Natale che si capisce di più che ciò che cambia il mondo è la tenerezza di una Presenza, non l’affanno di un’azione né la forza di un’idea. Anche per questo Marco Gallo è un testimone, il primo dei nuovi piccoli e sconosciuti giovani santi del nostro millennio.