Ecco da Bertinotti una vera lezione sulla capacità dell’incontro e sulla frase di Carron: “l’altro è una risorsa”.
Bertinotti utilizza in modo limpido il suo pensiero sul popolo, sulla perdita delle radici nella politica, sugli avvenimenti del mondo contemporaneo che chiedono veri cambiamenti sistemici. E’ colpito da Comunione e Liberazione perché educa un popolo, lo ha visto al Meeting di Rimini non solo nelle platee ma anche nel volontariato.
Manifesta il suo disagio per una sinistra priva dei suoi aspetti fondanti. Parla della eutanasia del movimento operaio. Dice che la sinistra politica è morta e che permangono le forme comunitarie e associative, come ai tempi nei quali nacquero le leghe dei mestieri.
Racconta di un percorso stupito verso il dialogo con la religione, eppure si definisce ancora marxista.
Dice di CL e del Papa che si correggono sui rapporti con il potere. “Abbandono della corazza del potere”, il ruolo della testimonianza.
Precisando la critica alla sinistra dice che dopo la caduta dell’ideologia essa è priva di riferimenti, e solo il dialogo con chi ha Fede può essere occasione di ripartire con speranza. Ricorda che Gramsci diceva agli intellettuali che occorre una connessione sentimentale con il popolo.
Infine mette a fuoco il dramma del nostro tempo: l’economia disumanizza il lavoro, è in atto una crisi di civiltà, stiamo correndo il rischio di una catastrofe globale.
Per quanto posso trarre io dalla mia esperienza , sono molto contento di quello che Bertinotti può produrre nella cultura del nostro paese, condivido con lui la relativa distanza dalla politica praticata oggi e cerco la ricostruzione della politica dal basso. Ma a tal fine occorre una grande vitalità di popolo e un radicamento nella esperienza di vita.