“La letteratura è sangue, fatica, sofferenza. È l’esperienza  esistenziale  dell’autore che, trasposta su carta, diventa testimonianza di vita per i lettori”, ha ricordato il presidente della Fondazione San Benedetto Graziano Tarantini presentando a Brescia la settima edizione del “Mese letterario”. La letteratura può cambiare la vita delle persone e i relatori che in questi anni si sono succeduti sul palco della rassegna culturale lo hanno testimoniato più volte; lo sostiene Tarantini: “Travolti dal fluire delle pagine, i lettori diventano a loro volta testimoni di un’altra esperienza, quella di una lettura che ha cambiato loro l’esistenza”. Il “Mese letterario”, dalla sua comparsa sulla scena ad oggi, ha registrato oltre 4mila presenze, 800 solo nella scorsa edizione e altrettante sono attese giovedì 7 aprile alle 20.30, quando i cancelli dell’auditorium Balestrieri si apriranno per ospitare il primo appuntamento in calendario, “Calvino e Pasolini: la paura di avere un cuore”.



“Abbiniamo Pasolini a Calvino — ha sottolineato Tarantini —, sono stati i due autori che nel ‘900 hanno maggiormente nutrito il dibattito culturale italiano con due visioni diverse che ancora oggi respiriamo nell’aria”. A Valerio Capasa spetterà il compito di “far sedere” al medesimo tavolo i due autori, dando il via alla rassegna.



“Non smetteremo di esplorare. E alla fine di tutto il nostro andare ritorneremo al punto di partenza per conoscerlo per la prima volta”. È il tema — tratto dai Quattro quartetti di T. S. Eliot — che accompagnerà gli spettatori nella lunga traversata fra le pagine, oltre che di Pasolini e Calvino,  anche di Ernest Hemingway, Luca Doninelli ed Herman Melville. Il tema scelto per questa edizione “sta a indicare la necessità di avere coraggio, paradossalmente, per conoscere davvero in profondità le proprie radici, la propria origine”, ha  commentato Giannantonio Sampognaro, responsabile culturale del “Mese letterario”. 



Vento in poppa, cieli stellati e salsedine sono gli elementi che caratterizzeranno larga parte del viaggio proposto dalla Fondazione San Benedetto: l’autore de Il vecchio e il mare verrà presentato da Silvia Ballabio il 14 aprile, mentre il bresciano Doninelli — reduce dalla recente pubblicazione per Bompiani de Le cose semplici — è atteso giovedì 21 aprile. “La fine della civiltà e il cielo stellato” sarà il titolo della trattazione che vedrà impegnato Doninelli. L’ultimo appuntamento in calendario è con Edoardo Rialti che — giovedì 28 aprile — guiderà il pubblico tra i marosi e le stanche bonacce dello scontro fra il capitano Achab e “Moby Dick”. 

Ogni anno la platea del “Mese letterario” vede il moltiplicarsi di giovani visi, di sguardi attenti protesi verso l’età adulta, un’età in cui “bisogna inoltrarsi nel mondo con coraggio e passione — ha chiosato Sampognaro —, rispondendo sinceramente all’attrattiva che esso suscita in noi fin da ragazzi; questo però significa anche non cedere alla tentazione della fuga, del disimpegno o della ricerca in continuazione di emozioni forti che ubriachino in qualche modo con la loro ebbrezza. È molto importante anche guadagnare il coraggio di ritornare alla propria casa per guardarla autenticamente con occhi nuovi e coglierla in tutto il suo valore, per custodirla, accrescerla e, se possibile, migliorarla”.