Salvatore Sechi, docente universitario e già consulente delle commissioni parlamentari d’inchiesta sulle stragi e sulla mafia, sostiene che la strage di Bologna del 2 agosto 1980 si potrebbe spiegare come una rappresaglia del Fronte popolare per la Liberazione della Palestina (Fplp) per la condanna da parte dei tribunali italiani di un loro esponente, Abu Saleh Anzeh, in violazione del cosiddetto “lodo Moro”. Questo accordo assicurava l’impunità ai terroristi arabo-palestinesi per delitti che però non comportassero la trasformazione dell’Italia in un luogo del conflitto arabo-israeliano. Come è noto, la strage di Bologna si è conclusa con la condanna di tre esponenti del terrorismo neo-fascista (Fioravanti, Mambro e Ciavardini) e con l’archiviazione della cosiddetta “pista palestinese”. Sechi ha inviato ai giudici un corposo dossier, anticipato da ilsussidiario.net nei due suoi articoli “Lodo Moro, fuori le carte che provano il ‘tradimento’ dell’Italia” e “Strage di Bologna, chi ha sottovalutato la pista palestinese e perché?“. Secondo Sechi né i magistrati bolognesi (Alfonso e Cieri), né la Commissione parlamentare di inchiesta sulle stragi, né il Dipartimento di informazione per la sicurezza (Dis), hanno voluto indagare sul carte relative al terrorismo palestinese che gli ufficiali dei nostri servizi segreti Stefano Giovannone e Luciano Periti, insieme ai giornalisti Toni e De Palo, raccolsero a suo tempo.
Sechi si è rivolto alla Commissione parlamentare di inchiesta sul rapimento e sulla morte di Aldo Moro, presieduta dal sen. Giuseppe Fioroni, per ottenere l’acquisizione di documenti con cui far luce sull’intera vicenda, ottenendone però un rifiuto.
Pubblichiamo 1) la lettera di Sechi al sussidiario, nella quale si dà brevemente conto degli ultimi sviluppi della vicenda, 2) uno stralcio degli atti parlamentari relativi alla seduta del 21 aprile 2016 della Commissione parlamentare di inchiesta sul rapimento e sulla morte di Aldo Moro, e 3) l’istanza originale di Alberto Comastri e Salvatore Sechi.
1 — Lettera di Salvatore Sechi al sussidiario
Caro direttore,
le istituzioni, a cominciare dal parlamento, sono distanti in maniera siderale dalla vita dei cittadini.
Pertanto è curioso che quando due di essi (il dott. Alberto Comastri ed io) scrivono ad un presidente di commissione parlamentare di indagine, come il sen. Giuseppe Fioroni, non possono essere liquidati su due piedi. Come schiuma della terra.
Noi abbiamo chiesto di avviare delle ricerche sulle carte del capo-reparto del Sid/Sismi col. Stefano Giovannone, sul col. Luciano Periti (il maggiore conoscitore del terrorismo libico), sui viaggi dei magistrati Gentile e Sica in Medio Oriente e altro. Per scrupolo abbiamo indicato, insieme alle carte da desecretare, quelle su cui avviare analisi e verifiche ravvicinate.
Il sen. Fioroni non ha avuto la cortesia di pubblicare le nostre precise richieste, ma le ha scartate come estranee alla vicenda Moro.
In realtà le cose non stanno così. Giovannone è stato un uomo dell’ex presidente della Democrazia cristiana fino alla sua morte, ed è uno dei protagonisti da indagare se ci si vuole rendere conto del “lodo Moro” e della pista arabo-palestinese nella stragi di Ustica e di Bologna (corsivo nostro, ndr).
L’ex ministro dell’Interno Beppe Pisanu può testimoniare che uno dei dirigenti del Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina venne Roma a incontrarlo durante la detenzione del leader democristiano. Fu al Fplp, proprio su suggerimento di Giovannone, che il figlio di Moro si rivolse per il suo viaggio, alla fine abbandonato, in Africa.
La cosa più importante, se la commissione non vuole consumarsi nelle nebbie, è acquisire la cartella di Giovannone (cioè le sue comunicazioni con i dirigenti dei nostri servizi di intelligence). Per quanto concerne il terrorismo libico (che è cosa diversa da quello palestinese, anche se possono, e hanno, cooperato), è indispensabile acquisire le carte raccolte dal col. Luciano Periti.
Ma se questi documenti venissero desecretati, per via delle inqualificabili norme in vigore potrebbero essere fatti rientrare nel regime di vietata divulgazione. In altre parole, il cane che si morde la coda oltre ad un’evidente presa in giro.
Senatore Fioroni, prenda esempio da un grande paese liberale come gli Stati Uniti. I documenti secretati diventano accessibili passando un rigo di penna sui nomi degli agenti dei servizi, cioè sugli autori delle fonti. Oppure il presidente del Consiglio si assuma la responsabilità di spiegare ai cittadini italiani quali misteriose e incombenti ragioni di sicurezza impongono l’ulteriore secretazione di vecchie carte rese “riservate” dal governo Craxi.
Al di fuori di queste condizioni, tutto torna in mano a burocrazie potenti e ottuse.
Cordialmente
Salvatore Sechi
2 — Atti parlamentari
Commissione parlamentare di inchiesta sul rapimento e sulla morte di Aldo Moro
Commissione plenaria, giovedì 21 aprile 2016
Presidenza del presidente Giuseppe Fioroni.
La seduta comincia alle 14.20.
Comunicazioni del Presidente.
Giuseppe Fioroni, presidente, comunica che, nel corso dell’odierna riunione, l’Ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, ha convenuto di incaricare: la dottoressa Giammaria, il sostituto commissario Ferrante e il sovrintendente Marratzu di esaminare, ai fini di una eventuale acquisizione, documentazione dei processi Moro uno e Moro bis relativa ai filoni di inchiesta che la Commissione sta seguendo, non acquisita dalle precedenti Commissioni parlamentari di inchiesta, e di presentare una relazione in merito; il dottor Donadio e il tenente colonnello Giraudo di svolgere accertamenti relativi alle attività di polizia poste in essere immediatamente dopo il rapimento di Aldo Moro; il dottor D’Ovidio e la dottoressa Tintisona di acquisire sommarie informazioni testimoniali da due persone al corrente dei fatti.
(…)
Rende infine noto che il 20 aprile 2016 è pervenuta una nota, di libera consultazione, di Alberto Comastri e Salvatore Sechi, che suggerisce l’acquisizione di una serie di documenti e che il 21 aprile 2016 è pervenuta una comunicazione dell’avvocato Daniele Osnato, che ha richiesto di avere copia della “rilevante documentazione desecretata che conterrebbe, a quanto pare, informazioni sulla strage di Ustica”. Relativamente alla prima richiesta, l’Ufficio di presidenza ha convenuto di non dare corso all’acquisizione, poiché non si ravvisa una connessione diretta con l’oggetto dell’inchiesta parlamentare. Relativamente alla seconda richiesta, l’Ufficio di presidenza ha convenuto di trasmettere la comunicazione dell’avvocato Osnato all’Autorità delegata per la sicurezza della Repubblica, in quanto relativa a documentazione non acquisita dalla Commissione.
3 — Proposta di acquisizione di documenti riguardanti il contesto del cosiddetto “lodo Moro” e i contatti tra Brigate rosse e palestinesi (missione in Libano di Domenico Spinella e Luciano Ruggeri)
All’on. Giuseppe Fioroni, presidente della Commissione parlamentare di inchiesta sul rapimento e sulla morte di Aldo Moro
Caro Presidente,
la Commissione da Lei presieduta ha provveduto all’acquisizione delle carte coperte dal segreto di Stato — scaduto il 28 agosto 2014 — riguardanti la scomparsa dei giornalisti Italo Toni e Graziella De Palo, avvenuta in Libano il 2 settembre 1980 (Commissione parlamentare di inchiesta sul rapimento e sulla morte di Aldo Moro, Resoconto stenografico n. 15, Seduta di mercoledì 17 dicembre 2014, p. 4) e ha avviato di recente indagini sul colonnello Stefano Giovannone, capocentro del Sid e poi del Sismi in Libano dal 1972 al 1981 (Commissione parlamentare di inchiesta sul rapimento e sulla morte di Aldo Moro, Resoconto stenografico n. 77, Seduta di giovedì 17 marzo 2016, p. 3).
Pertanto, suggeriamo l’acquisizione di documenti che riteniamo utili per chiarire il contesto del cosiddetto “lodo Moro” (corsivo nostro, ndr), così come si evince dall’Ordinanza di rinvio a giudizio e Sentenza istruttoria di proscioglimento del Consigliere istruttore aggiunto dott. Renato Squillante contro Balestra Damiano e altri, del 25 febbraio 1986 (Tribunale di Roma, procedimento penale sulla scomparsa in Libano di Italo Toni e Graziella De Palo, p.p. n. 9195/84A P.M., che riunisce anche i precedenti p.p. n. 9242/84A, n. 4101/82A, n. 5234/84A).
Indichiamo qui di seguito i documenti che fanno parte delle carte allegate agli atti del procedimento penale sopra indicato. Essi riguardano l’attività del colonnello Stefano Giovannone e la missione in Libano (marzo 1981) dei funzionari del ministero dell’Interno Domenico Spinella (Ucigos) e Luciano Ruggeri (Interpol) sui contatti tra brigatisti operanti in Italia e palestinesi.
Attività di Stefano Giovannone
– vol. I: fogli 145ss (memoriale Giovannone); fogli 156, 185, 437r; fogli 544-671 (si tratta di 110 messaggi invitati da Giovannone al Sismi); fogli 691, 705;
– vol. II: fogli 47, 69, 71, 100, 109, 192, 243, 285, 287, 292, 430, 626ss, 743;
– vol. III: fogli 74ss, 77ss., 80, 145, 189; fogli 281-282 (opposizione del segreto di Stato da parte di Giovannone)
– vol. V: fogli 171ss., 232, 267;
– 28 fasc. all. B; 113 fasc. all. D.
Missione in Libano di Spinella e Ruggeri (marzo 1981)
– vol. I, fogli 427-462, 470, 488-497;
– vol. II, fogli 400-402, fogli 495-497;
– vol. III, fogli 146, 433, 436r, 457, 494, 598r, 637;
– l’intero vol. V;
– fasc. all. A-B.
Riferimenti bibliografici citati
Atti parlamentari
– Commissione parlamentare di inchiesta sul rapimento e sulla morte di Aldo Moro (XVII Legislatura)
– Resoconto stenografico n. 15, Seduta di mercoledì 17 dicembre 2014, Audizione di Rosario Priore, 34 pp.
– Resoconto stenografico n. 77, Seduta di giovedì 17 marzo 2016, Comunicazioni del presidente, 3 pp.
Atti giudiziari
– Tribunale di Roma, Ufficio Istruzione, Sezione Cons. Agg., n. 9195/84A P.M. + n. 9242/84A; n. 4101/82A G.I. + n. 5234/84A, Ordinanza di rinvio a giudizio, Sentenza istruttoria di proscioglimento (contro Balestra Damiano e altri, p.p. vicenda Toni-De Palo), giudice istruttore dr. Renato Squillante, Roma 25 febbraio 1986, 32 pp.
Commissione Moro-documenti lodo.doc
Visualizzazione di Commissione Moro-documenti lodo.doc.
Caro Presidente, chiediamo infine l’autorizzazione a poter consultare ed estrarre copia della documentazione prima citata per le nostre ricerche storiche sul periodo e sull’argomento.
Cordiali saluti
Dott. Alberto Comastri
Prof. Salvatore Sechi