L’Argentina e l’Italia sono due paesi indissolubilmente legati da vincoli etnici, sociali, politici ed economici. 

Circa la metà della popolazione argentina può vantare oggi un vincolo di sangue con l’Italia. 

Tra il 1860 e la prima guerra mondiale l’Argentina divenne il primo paese ricettore dei nostri connazionali che, per sfuggire alla fame dell’era postunitaria, si mossero alla volta di un mondo nuovo e prospero. Il Paese del Plata seppe accogliere i nostri emigranti con il motto “gobernar es poblar”, offrendo terra fertile e nuove opportunità di lavoro. Gli italiani sono stati parte fondamentale della costruzione dell’Argentina contemporanea, ne sono prova le molteplici attività commerciali, società di mutuo soccorso e associazioni regionali italiane presenti in tutto il paese.



Tuttavia di ciò che è ora l’Argentina sappiamo molto poco. Il Paese è tornato alla ribalta dopo il terribile default del dicembre 2001 e da allora ne abbiamo seguito il successivo recupero, anche attraverso gli interessanti esperimenti sociali come le “fabbriche recuperate”, i cui principi sono stati diffusi anche in Italia.



Ma la storia dell’Argentina è ampia e complessa. Sin dalla sua nascita il Paese ha attraversato i più sorprendenti processi: il complesso iter per arrivare all’indipendenza, le dispute regionali, la repressione degli indigeni, la costruzione dello Stato, il passaggio cruciale da “Argentina epica” a “Argentina moderna” convenzionalmente datato negli anni ’80 del XIX secolo. Nelle sue relazioni internazionali, dalla fine del XIX secolo, l’Argentina è stata per molti anni più vicina all’Europa che all’America Latina: i capitali, la  manodopera, i costumi, le mode, tutto veniva importato dal vecchio continente. 



Grazie ai vincoli così costruiti, il Paese si è trasformato in una potenza in forte dialogo con le economie europee e  antagonista a quella statunitense. Le correnti nazionaliste sorte negli anni Trenta, il peronismo, il ruolo degli imprenditori e dei militari negli anni Sessanta e Settanta e quello delle privatizzazioni degli anni Novanta caratterizzano la storia contemporanea di questo Paese. L’interruzione dei processi democratici, attraverso gli interventi militari, è forse il tema di maggiore richiamo in Europa. 

Tuttavia i golpe, a cui anche i civili hanno partecipato, non sono stati gli unici ad attaccare i fondamenti del sistema democratico, minato anche da governi fraudolenti di diverso tipo, dal neopatrimonialismo anche in governi costituzionalmente eletti, e soprattutto dalle violente rivalità politiche che ricoprono tutto il passato di quel Paese. Senza dimenticare l’onnipresenza del peronismo, che ancora oggi detta i destini della nazione. 

Per indagare i diversi aspetti di questi 200 anni di storia, il Dipartimento di Studi Internazionali, Giuridici e Storico-Politici e il Dipartimento di Studi Storici dell’Università degli Studi di Milano hanno organizzato il convegno interdisciplinare “1816-2016: L’Argentina dalla dichiarazione d’indipendenza alla fine del kirchnerismo”. Sala Napoleonica dell’Università degli Studi di Milano, via S. Antonio, 10
Giovedì 19 maggio 2016, 14.30-18.30 e venerdì 20 maggio – ore 9.30-18.30