Con il romanzo L’australiana (Ed. Paoline, 2016), la scrittrice Antonella Berni ci racconta una storia che è, allo stesso tempo, unica e piena di elementi ricorrenti nelle storie dei santi. L’unicità della storia di Mary MacKillop, la protagonista del romanzo, la si coglie già nel titolo: si tratta cioè di una vicenda moderna, praticamente contemporanea se si pensa che la sua beatificazione, la prima del suo continente, risale al 2010, accaduta non nelle contrade antiche e medievali d’Europa o negli scenari (consueti per la missione) d’America o d’Africa, ma nel nuovissimo continente australiano, l’ultimo scoperto e colonizzato, profumato di giovinezza ed esotico. 



Eppure la società in cui la MacKillop si trovò a operare era tutt’altro che idillica: povertà e ignoranza caratterizzavano la gente a cui rivolse il suo sguardo, iniziando quella prodigiosa opera educatrice e caritativa che le Sorelle di San Giuseppe, l’ordine da lei fondato, continuano fruttuosamente ancora oggi, soprattutto gestendo e vivificando decine di scuole, centri culturali e di accoglienza in Australia, Nuova Zelanda e Tasmania. 



Ciò che di consueto si incontra nella sua storia è lo scontro con la società del potere, con la stessa gerarchia e l’upper class cattolica, la schiera di coloro per cui la carità è una questione, non troppo molesta, di elemosina e opere di carità momentanea, qualcosa con cui lavarsi la coscienza e basta. Ma, come dice l’autrice, “uno dei prerequisiti di un santo è disturbare l’ordine naturale delle cose e, in questo, Mary MacKillop si è distinta particolarmente”. Tanto da beccarsi addirittura una scomunica! Ma lei, imperturbabilmente sorretta da una fede grande e semplice e dall’aiuto di alcuni amici e maestri sacerdoti, nonché dalla compagnia delle tante giovani che dovevano poi, come ci viene raccontato,  diventare presto le Sorelle di San Giuseppe, si spinse fino a Roma, a parlare col Papa, per essere confermata e aiutata nel prodigioso cammino della sua opera. 



Questa e altre vicende ci vengono raccontate da Antonella Berni, in un romanzo asciutto e preciso come la lingua in cui è scritto: una lingua che spesso ci fa avvertire l’ambiente selvaggio e intenso di una terra e degli uomini che la abitano, con notazioni chiare e puntuali e un ritmo avvincente. D’altronde l’autrice, che ha al suo attivo un libro di racconti e un’attività di giornalista, mette stilisticamente a frutto la formazione di lettrice e critica letteraria rivolta soprattutto alla narrativa anglosassone, di cui è conoscitrice anche in originale. Nessuno più qualificato, dunque, per rendere attuale al lettore italiano la storia di questa fresca santa australiana. 

Il volume è inserito in una collana della San Paolo, “Vite esagerate”, che raccoglie storie di fede, di amore e dolore, con preferenza per quelle di donne che hanno saputo essere fiere della propria strada, anche se discussa, come Mary MacKillop.