Pier Luigi Cappello è morto questa notte a Trassacco, alle porte di Udine. Lì viveva il 50enne poeta friulano, trasferitosi stabilmente dopo l’incidente stradale che aveva segnato per sempre la sua esistenza. La recisione del midollo spinale lo aveva costretto ad una condizione di immobilità e minorità fisica da cui non era più uscito. Cappello viveva in un prefabbricato di legno d’abete donato dall’Austria dopo il terremoto del 1976. Il mondo della cultura è in lutto per il poeta, salutato e omaggiato anche da Jovanotti, che scrisse la prefazione della raccolta di poesie “Stato di quiete”. L’artista su Twitter ha pubblicato un post dedicato a Pier Luigi Cappello: «Fra l’ultima parola detta e la prima ancora da dire, è lì che abitiamo». Chi vuole conoscere di più di Pier Luigi Cappello può scoprirlo attraverso il memoir pubblicato tre anni fa, “Questa libertà”, nel quale ha parlato di se stesso, della sua infanzia, del sisma, dell’incidente e del dopo.
LA PREFAZIONE DI JOVANOTTI
Delle poesie di Pier Luigi Cappello ha parlato Jovanotti, che per lui ha scritto la prefazione di “Stato di quiete”. Tra loro solo un anno di differenza, come racconta lo stesso artista. «Non ci siamo mai incontrati di persona e le nostre vite scorrono a distanza, eppure (questa è una parola che non c’è mai in queste poesie, forse perché appartiene al dappertutto), eppure, eppure niente, non so cosa volevo dire, forse che la poesia è proprio questo affermarsi esseri umani e a questo dare importanza. Ci si può incontrare nel bianco che circonda i versi, che è come il buio che circonda i due personaggi di Colore, e respirare la stessa aria», riporta La Stampa. Jovanotti ha raccontato di come le poesie di Pier Luigi Cappello lo “osservavano”, di come se le ritrovate intorno nei momenti più disparati, di cosa penserebbero di lui. Le parole del poeta per Jovanotti rendono giustizia al sostantivo poesia. «Il “battere sui vetri della pioggia”: nemmeno un aggettivo, solo sostanza viva in queste nuove poesie di Pierluigi», scrive il cantautore.
OPERE E PREMI
Pier Luigi Cappello, il pluripremiato poeta friulano, è morto all’alba nella sua casa in provincia di Udine. Nato a Gemona del Friuli, cittadino onorario di Udine e Tarcento, ha vinto nel 2004 il premio “Montale” con Dittico, nel 2010 il “Viareggio-Repaci”, nel 2012 il “Vittorio De Sica” ricevuto al Quirinale da Giorgio Napolitano e il “Maria Teresa Messori Roncaglia ed Eugenio Mari” nel 2013. In questo stesso anno ricevere dall’Università di Udine la laurea honoris causa in Scienze della formazione. Un anno dopo ricevere ex aequo con Mohsin Hamid il premio letterario internazionale Terzani. “Questa libertà”, la sua prima prova narrativa, tra le sue opere più recenti insieme ad “Azzurro elementare”, l’opera omnia poetica. Ha scritto anche un libro per bambini, “Ogni goccia balla il tango”, mentre la raccolta di poesie “Stato di quiete” riporta la prefazione di Jovanotti ed è stata seguita da una sua nota introduttiva l’anno scorso.