Probabilmente non lo sapevate, ma prima di diventare padre dell’etologia (e dell’ecologismo), il premio Nobel Konrad Lorenz sosteneva che i malati mentali e i portatori di patologie genetiche andassero sterilizzati per far trionfare la razza ariana perfetta. Era un nazista convinto, tanto da arruolarsi volontario nella Wehrmacht. Poi finì prigioniero dei sovietici e nel gulag scoprì la sua vocazione etologista: per sopravvivere si ridusse a mangiare ragni. 



Lorenz è in buona compagnia: anche il celebre romanziere norvegese Knut Hamsun era un fanatico del Führer: quando Hitler morì, assediato nel suo bunker di Berlino, scrisse un necrologio sul principale quotidiano di Oslo definendolo “un pioniere dell’umanità”, “un apostolo del diritto di tutte le nazioni”, un “riformatore di altissimo rango”.



E che dire di Louis-Ferdinand Céline, che, accompagnato dalla moglie ballerina e dal fedelissimo gatto Bébert, riparò in Germania, inseguito da una condanna a morte dei partigiani francesi per i suoi libelli antisemiti? O di T.S. Eliot contro “l’invasione ebraica”? Sono solo alcuni fra i sedici personaggi che il giornalista e saggista Andrea Colombo ha scelto per il suo ultimo libro, I maledetti. Dalla parte sbagliata della storia (Lindau, pagg. 259, in libreria dal 18 ottobre, 21 euro). 

Sedici ritratti di uomini e donne del mondo della cultura che hanno deciso, fra gli anni Venti e Trenta del ‘900, di schierarsi dalla parte del nazifascismo. Dai poemi di propaganda di Marinetti ai radiodiscorsi di Pound, dai murales fascisti di Sironi ai film hitleriani della Riefenstahl, dai pamphlet antisemiti di Céline alla fascinazione per il Führer di Hamsun, dal nazismo conformistico di Heidegger al nichilismo nazional-legionario di Cioran, dal darwinismo ariano del giovane Lorenz al nazionalismo mistico di Eliade, Colombo si è immerso in un non facile lavoro di ricerca, attingendo a fonti inedite, per raccontare le vicende, le illusioni, i drammi degli intellettuali che hanno scelto di stare dalla parte sbagliata. 



Cosa li aveva spinti a parteggiare per la dittatura, in un periodo così drammatico e ricco di tensioni? Sono diversi gli elementi che hanno portato una nutrita pattuglia di scrittori, scienziati, artisti, cineasti, musicisti a indossare la camicia nera. Prima di tutto la consapevolezza che l’800, il secolo dei buoni sentimenti, del liberalismo, delle democrazie, della speranza ottimistica in un progresso illimitato, era definitivamente tramontato. Dalle macerie della prima guerra mondiale doveva sorgere un mondo nuovo, radicalmente trasfigurato.

A corredo di queste sedici biografie prospettiche, Andrea Colombo pone una cronologia schematica, ma allo stesso completa, che inquadra gli episodi narrati in un contesto storico nel quale gli eventi bellici hanno svolto sì un ruolo di primo piano, ma mai disgiunti dai movimenti politici e culturali in corso. E in coda a ogni biografia, una piccola sezione con i suggerimenti per approfondire.

Un saggio illuminante e allo stesso tempo una lettura avvincente che offre una prospettiva completamente nuova a un capitolo della storia recente sul quale, evidentemente, c’è ancora molto da imparare.