Nell’ottobre di trent’anni fa si spegneva nella sua casa di Honolulu, nelle Hawaii, Joseph John Campbell. Americano con origini irlandesi, saggista, storico delle religioni e mitografo, può essere considerato il più grande studioso di mitologia comparata del ‘900. Campbell è famoso nella cultura popolare americana anche per un altro motivo: fu lui il principale maestro di George Lucas, il creatore della saga di Guerre Stellari, che proprio in questi giorni celebra il quarantennale del suo inizio, con il film Star Wars che segnò l’inizio di un nuovo corso della cultura del fantastico e dell’immaginario. Una storia — quella della saga degli Skywalker — un po’ fantascienza vecchio stile alla Flash Gordon, un po’ fantasy dal sapore tolkieniano, che viene ricostruita e analizzata nel libro La Forza sia con voi, editrice Ancora (2017), e di cui sono autori Paolo Gulisano, grande esperto di letteratura del fantastico, e Filippo Rossi, uno dei maggiori protagonisti del mondo del fandom italiano di Guerre Stellari.
Nel loro documentatissimo lavoro, Gulisano e Rossi individuano in Campbell il vero maestro di Lucas, con la sua strutturazione del viaggio dell’eroe come matrice alla base di tutte le storie. Gli studi di Campbell avevano messo in luce i legami profondi tra il mito e il sacro. Il mito è sempre un racconto delle origini, un racconto che cerca di trovare il significato dell’uomo e del mondo, e lo rintraccia inevitabilmente nel suo rapporto con la divinità. È probabilmente a questa sacralità primordiale che Lucas comincia a guardare elaborando la sua visione del mondo.
Lucas, nato in una famiglia protestante, si allontana, come tanti della sua generazione, dalla fede dei padri. In Campbell trova dei riferimenti a una religiosità profonda e ancestrale in cui ha modo di individuare una via esistenziale, se non spirituale, da percorrere. Campbell, che invece è cattolico, gli fa incontrare le religioni orientali, che negli anni Sessanta stanno diventando in America una vera e propria moda. In particolare nella ricca e inquieta California molti giovani seguono guru e santoni che si rifanno ad antiche spiritualità orientali, allo yoga, allo zen. Lucas ha con questo mondo, che anticipa di qualche anno la tendenza New Age, un approccio serio, metodico, quasi scientifico. E come aveva fatto il suo maestro Campbell, arriva a una comparazione tra religioni, miti, simboli universali, andando così a formare l’humus dell’immaginario spirituale di Star Wars.
Tra le letture di Lucas c’erano state le antiche saghe epiche come il ciclo bretone arturiano o moderne come Il Signore degli Anelli dell’inglese John Ronald Reuel Tolkien, capolavoro letterario degli anni Cinquanta, ma che in America divenne un fenomeno generazionale negli anni Sessanta, e Dune dell’americano Frank Herbert, il capolavoro letterario della fantascienza, datato 1964.
Gulisano e Rossi fanno notare che, curiosamente, sia Campbell — il grande studioso del mito — che J.R.R. Tolkien e Frank Herbert, i più grandi cantori dell’epica in chiave fantasy e science fiction, furono tutti cattolici. Una fede che vissero in maniera molto diversa: conservandola e confermandola nel caso di Tolkien, vivendola in modo più problematico nel caso di Herbert, annacquandola nel più vasto mondo del sacro nel caso di Campbell.
In ogni caso, visto che l’aggettivo cattolico significa “universale”, si può dire che da tutti loro viene un’interpretazione affascinante di questa radice religiosa per le loro vite e per le loro opere.
Nella saga di Star Wars il trentenne californiano Lucas fonde in un’enorme opera personale, sotto tanti punti di vista autoriale, diverse suggestioni, differenti generi dell’immaginario sentiti come affini.
Sostanzialmente si tratta quindi del lavoro di sintesi operato da un appassionato, un fan del vario materiale preesistente; il lavoro origina nuovo materiale che a sua volta crea fin da subito, con grande facilità, una generazione successiva di fan; in questo senso il fandom di Guerre Stellari presuppone, soddisfa e sottende appassionati di tutto quanto sta alla sua origine.